Il tribunale ha emesso il verdetto finale nel processo che coinvolgeva nove ultras del Taranto, protagonisti di un grave episodio di violenza avvenuto il 22 marzo 2017 presso lo stadio Iacovone. La sentenza, pronunciata dal giudice Laura Orlando, ha portato alla condanna di quattro imputati, mentre gli altri cinque sono stati assolti.
Per due dei condannati è stata stabilita una pena di sei mesi di reclusione, mentre per gli altri due la condanna è stata di quattro mesi con pena sospesa. Il risultato rappresenta un significativo alleggerimento rispetto alle richieste iniziali della pubblica accusa, che aveva proposto condanne fino a due anni di reclusione per sei dei nove imputati. I legali della difesa, tra cui gli avvocati Salvatore Maggio e Francesco Nevoli, sono riusciti a ottenere non solo pene più lievi ma anche l'assoluzione da diverse accuse, inclusa quella di lesioni aggravate.
L'episodio in questione risale alla stagione 2016/2017, quando un gruppo di ultras fece irruzione durante una sessione di allenamento della squadra. La violenta incursione vide come vittime principali i calciatori Mariano Stendardo ed Errico Altobello, che subirono aggressioni fisiche. Altobello riportò un trauma contusivo alla spalla sinistra, mentre Stendardo subì un trauma al labbro superiore e una contusione alla parte posteriore del capo, con prognosi di dieci giorni per entrambi.
Le indagini hanno rivelato che l'aggressione non si limitò ai due calciatori, ma coinvolse anche l'allenatore Salvatore Ciullo, il giocatore Michele Emmausso e il segretario societario Daniele Guardascione. Gli investigatori hanno identificato come movente dell'azione i risultati deludenti della squadra, che all'epoca militava in Lega Pro.
La dinamica dell'assalto ha visto il gruppo introdursi nell'impianto sportivo durante l'allenamento, facendo esplodere tre ordigni esplosivi tipo "bomba carta". Successivamente, gli aggressori hanno raggiunto il terreno di gioco minacciando i presenti con armi improprie come coltelli, spranghe e bastoni, costringendo l'intero staff tecnico e i giocatori a cercare rifugio negli spogliatoi.
Tra le accuse inizialmente contestate figuravano percosse, fabbricazione o commercio di materiale esplodente, esplosioni pericolose, porto d'armi e invasione di campo. Tuttavia, le condanne definitive si sono concentrate esclusivamente sul reato di violenza privata in occasione di manifestazioni sportive, mentre per gli altri capi d'accusa sono state pronunciate assoluzioni.
Il verdetto finale, molto più clemente rispetto alle richieste iniziali dell'accusa, è stato possibile grazie al lavoro della difesa, che è riuscita a dimostrare l'estraneità ai fatti di cinque degli imputati e a ottenere una significativa riduzione delle pene per i quattro condannati.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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