Campodarsego, i biancorossi sono sempre più espressione della loro Cantera

12.09.2023 23:30 di  Anna Laura Giannini   vedi letture
Campodarsego, i biancorossi sono sempre più espressione della loro Cantera

La “prima” della stagione è stata domenica la consacrazione della “Cantera” del Campodarsego. Primo gol in serie D per Andrea Pavanello, esordio in prima squadra per Federico Demo e “quasi” una prima per Luca Minozzi tra i pali e Nicolò Negrin. Loro, ma anche tanti giovani provenienti dal settore giovanile decisivi domenica contro il Mori Santo Stefano. La mentalità “Barca” che il presidente Daniele Pagin e il responsabile del settore giovanile Maurizio Bedin hanno voluto portare a Campodarsego inizia a dare i propri frutti.

Domenica tanti nati nel 2005 in campo. Pavanello, autore del primo gol stagionale dei biancorossi, era alla terza partita in prima squadra. Demo, entrato dalla panchina, invece era alla “prima” ufficiale. In porta Minozzi, dopo l’esordio di un paio di anni fa, è stato per la prima volta titolare. Quelli di Negrin è stato un quasi esordio, dato il paio di presenze incamerate nella passata stagione. Ma sono made in Campodarsego anche il subentrato Girardello (classe 2003) e altri giovani che fanno parte stabilmente della prima squadra come Barzaghideanu (2006), Pasquetto (2006), Cupani (2004), Prevedello (2004), Reato (2004), Sabbadin (2005), Ballan (2003). Anche il portiere Cazzaro, classe 1999, è cresciuto nel vivaio biancorosso. “Stiamo raccogliendo i frutti del lavoro iniziato cinque anni fa”, osserva con orgoglio il responsabile del settore giovanile Maurizio Bedin.

“Il 90% dei nostri giovani proviene dal nostro settore giovanile. Questo vuol dire che si sta lavorando bene, dato che stiamo riuscendo a tirare fuori tutti i giovani per la prima squadra dal nostro vivaio. Ci sono altri 2006 che potrebbero trovare spazio e la squadra dei 2007 ha già dimostrato di avere dei talenti in rosa. Direi che per i prossimi tre anni siamo in una botte di ferro”.

“Tutto questo ci permette di risparmiare a livello economico e di non dover far mercato andando ad attingere da altri settori giovanili”, prosegue Bedin. “Portare i nostri giovani in prima squadra vuol dire portare elementi che già conosciamo dal punto di vista umano e tecnico. Cosa non di poco conto. Infine valorizzare i giovani vuol dire in prospettiva per la società poter fare delle ottime plusvalenze in casa di cessione”.