Francavilla, Palumbo: "Non andremo a Cesena per una passeggiata. Consapevole della nostra forza"

12.10.2018 18:30 di  Maria Lopez   vedi letture
Francavilla, Palumbo: "Non andremo a Cesena per una passeggiata. Consapevole della nostra forza"

Il Francavilla è atteso domenica da una sfida davvero non semplice. Trasferta estremamente complicata quella che si giocherà in casa del Cesena, allo stadio Manuzzi.

Una gara in cui il Francavilla arriva coi sfavori del pronostico ma che non spaventa uno como Cosmo Palumbo, capitano del club abruzzese ed ex bianconero. Ai colleghi di Tuttocesena.it, Palumbo ha parlato della sfida e non solo: "Quest'anno la squadra si è rinnovata, sono cambiati diversi elementi. Però è una rosa che può tranquillamente dire la sua in questo campionato. Ci sono giocatori di alto profilo per la categoria, i presupposti sono giusti per ambire a qualcosa d’importante. Diversi giovani in rosa giocano a Francavilla ormai da anni. La società ha fatto un ottimo lavoro nel confermarli perché in serie D non ce ne sono molti così bravi della loro età. Devono comunque crescere ancora tanto come calciatori e di segreti qui non ce ne sono. Siamo un bel gruppo, anche al di fuori del campo, dove ognuno si mette a disposizione del proprio compagno. Credo sia la cosa più importante, alla base del raggiungimento dei grandi successi. Sfida col Cesena? Non sarà semplice giocare al Manuzzi: tra l’altro sarà pure la prima partita in cui il Cesena potrà contare su tutti i propri tifosi al completo. I sostenitori saranno un'arma fondamentale per il Cavalluccio. Noi non veniamo certo per fare una passeggiata e andare via. Siamo consapevoli della nostra forza e il nostro obiettivo è quello di fare punti. Il Cesena, pur essendo partito tardi, è una squadra organizzatissima e può contare su giocatori di livello superiore. Alcuni di loro li conosco, come Alessandro e De Feudis che ho incontrato proprio a Cesena e Ricciardo con cui ho giocato a Casale Monferrato. Mia esperienza a Cesena? Arrivavo dalla primavera del Napoli e quello fu il mio primo anno fra i grandi nel 2008-09. È un rammarico aver fatto poche presenze, ho avuto qualche infortunio di troppo, specialmente all'inizio quando mi sono strappato. Bisoli mi ha dato tanta fiducia e considerazione, nonostante fossi un giovane alle prime armi. A gennaio sono rientrato a pieno regime ed ho partecipato al torneo di Viareggio con la primavera per riprendere la giusta forma. Però davanti avevo tanti giocatori di primissimo piano: lo stesso De Feudis che è ancora lì con voi, Giaccherini, Sacilotto, Ceccarelli. Per giocare in quella squadra dovevi essere pronto. Probabilmente non era il mio momento per disputare un campionato di vertice. Magari, se fossero state in vigore le regole di adesso avrei avuto più spazio. Giocare con gli under solo perché esiste questa regola ti può mettere in difficoltà. Dieci anni fa questo non poteva accadere. Se uno meritava di giocare veniva utilizzato come Djuric, Rossi o Regini. Ad oggi le regole ti impongono di schierare in campo ragazzi non ancora pronti. Ciò è un handicap per tutte le società, in particolar modo quelle più ambiziose. È stato giusto quindi giocare poche partite però è stato veramente un bell’anno. Il fatto di aver vinto sicuramente condiziona il ricordo che ho di quella stagione ma è stata una delle migliori che abbia vissuto nel corso della mia carriera”.