Domani il match più atteso: Teramo - Sambenedettese. La seconda in classifica sfida la capolista con la certezza che il successo potrebbe ridare un po' di brio alla lotta promozione nelle ultime giornate di campionato. Dall'altra parte i ragazzi di Ottavio Palladini che vincendo festeggerebbero il ritorno in serie C. Per parlare del match, e non solo, la nostra redazione ha interpellato il giornalista, conduttore televisivo e scrittore Pierpaolo Flammini, sambenedettese doc.
La Sambenedettese capolista va a Teramo per chiudere definitivamente i giochi, e festeggiare contro gli unici rivali rimasti in piedi, oppure con la consapevolezza di poter gestire un margine importante e sole tre gare alla fine del torneo dopo questa?
«Conoscendo bene Palladini, che non si sentirebbe neppure con un vantaggio maggiore, andrà a fare la solita partita con quattro attaccanti. Bisogna vedere se a livello psicologico inciderà il fatto che la Samb ha a disposizione due risultati su tre e, paradossalmente, anche una sconfitta resterebbe ampiamente favorita per la vittoria del campionato. Anche se in caso di sconfitta i rossoblù potrebbero avere un contraccolpo psicologico. La speranza un po' di tutto l'ambiente è che la Samb vada a Teramo a giocarsela, anche perché con le avversarie delle zone alte della classifica ha sempre fatto bene e magari sofferto un po' di più le squadre che si chiudevano e si difendevano».
Eppure ha avuto un momento di flessione...
«Sì, dovuto principalmente a tanti infortuni patiti nel mese di febbraio. Tante assenze in contemporanea hanno fatto sì che non fosse la squadra dominante che sin lì aveva dimostrato di essere».
Che stagione è stata sin qui quella della Sambenedettese?
«Entusiasmante, eccezionale, molto emozionante. Difficile da spiegare e da raccontare, mi vengono quasi i brividi a dire queste cose. Quanto è accaduto negli ultimi decenni e negli ultimi anni sembrava aver distrutto tutto, ed in molti ci avevano messo una croce sopra. Ed invece si è ripartiti come nessuno si aspettava, grazie all'entusiasmo del presidente Vittorio Massi. E la città ha risposto alla grande con numeri che non c'entrano niente con la serie D ma nemmeno con la serie C, parliamo di diecimila persone ogni domenica allo stadio. Per far capire come sia divampato l'entusiasmo, anche io, che sono un volto conosciuto in città, non posso camminare per strada che vengo fermato ogni venti metri. La squadra è prima dall'inizio del campionato, e da qualche domenica si attende la conclusione felice di questa annata sportiva. L'ambiente è bello carico, i tifosi sono molto passionali e non vedono l'ora che l'obiettivo tanto inseguito e meritato arrivi. Nel bene e nel male i tifosi rossoblù vivono tutto con il massimo impatto emotivo».
Guardando alla serie C, la Sambenedettese pensa debba ripartire da Ottavio Palladini in panchina e l'ossatura della squadra attuale?
«Per quanto riguarda l'ossatura non saprei dire. Molto dipenderà anche dagli obiettivi della società. Il presidente Massi dice che non è uno sprovveduto e che il prossimo campionato lo affronterà nel migliore dei modi. Per altro, si sono fatti già dei nomi di possibili nuovi ingressi di imprenditori importanti della zona in società in caso di serie C. Sicuramente in questa squadra ci sono giocatori che possono fare la serie C. Mi rifaccio alle parole di Eusepi che ha detto che il gruppo è importante e che a volte capita che è più il gruppo che i nomi che facciano le squadre. Per quanto riguarda Ottavio Palladini, lui ha vinto già tre campionati con la Samb, due di serie D, questo sarebbe il terzo, ed uno di Eccellenza. Senza dimenticare quello vinto da calciatore in rossoblù. È sambenedettese, conosce bene l'ambiente ed ha dimostrato, e questo è il punto vero, di sapere reggere alla pressione che mette questa piazza e non tutti gli allenatori sono capaci di sostenere questa pressione. È anche un punto di riferimento per la tifoseria. Quindi, sarebbe l'uomo ideale per proseguire il progetto sportivo. Poi dipenderà da lui, se lui vorrà proseguire, sicuramente proseguirà. Se poi lui deciderà di non andare avanti, cose che sinceramente non credo, allora la società dovrà prendere altri provvedimenti. Una cosa è certa, nessuno della società manderà mai via Palladini, soltanto lui può decidere di andarsene se vuole fare altre scelte di vita. I nomi circolati in questi giorni non hanno alcun fondamento. La società confermerà Palladini».
La piazza di San Benedetto ha vissuto sportivamente grandi gioie ma anche, come si diceva, parabole sciagurate che l'hanno riportata a più riprese a dover rinascere dalle proprie ceneri. Stavolta finalmente la Samb potrà vivere i prossimi anni con tranquillità a prescindere dai risultati sportivi?
«Penso, e spero, di sì. Bisogna però capire che i risultati sportivi incidono tanto negli umori, nelle passioni... Gran parte della tifoseria, nonostante talvolta anche un pareggio in trasferta venga vissuto in maniera burrascosa, è consapevole di ciò che è accaduto in passato, è maturata molto, ed ha risposto in maniera importante. Basti pensare ai quattromila abbonati, nemmeno immagino quanti potrebbero essere in C. L'anno scorso la Samb ha chiuso con cinquemila euro di utile. Non ho memoria di squadre che in D chiudono in utile, e neppure tra i professionisti salvo quei club abituati a scovare giocatori che poi vendono. Il presidente ha presentato in questi giorni anche il progetto di riqualificazione del campo sportivo "Ciarrocchi" di Porto d'Ascoli per settore giovanile e prima squadra. È impegnato con un comune vicino San Benedetto per fare, ed avere, finalmente un centro sportivo per costruire un settore giovanile all'altezza. C'è poi il grande tema dello stadio Riviera delle Palme. Il presidente Massi vorrebbe riammodernarlo ulteriormente e farlo vivere tutto l'anno. Sarebbe la ciliegina sulla torta. Questi tre passaggi segnalano un futuro diverso e di calcio sostenibile. E, quindi, credo si sia invertita quella tendenza negativa che c'è stata per tanti anni».
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