Il calcio, si sa, è fatto di attese e di esplosioni improvvise. Semih Kilicsoy lo sta dimostrando proprio in questi giorni, trasformando un avvio di stagione complicato in una rinascita che potrebbe segnare il suo futuro in rossoblù. L'attaccante turco, arrivato in Sardegna con l'etichetta di predestinato, ha finalmente iniziato a ripagare la fiducia del club isolano con due reti che pesano come macigni nella corsa salvezza del Cagliari.
La svolta è arrivata in due tempi. Prima il gol contro il Pisa nella scorsa settimana, una marcatura che ha portato momentaneamente i sardi sul due a uno, prima del pareggio all'ultimo respiro firmato da Moreo. Quel gol, però, ha rappresentato ben più di un semplice episodio tecnico: è stato il segnale che qualcosa stava cambiando nella testa e nelle gambe del giovane bomber, fino a quel momento rimasto ai margini della manovra offensiva cagliaritana.
La conferma definitiva è giunta nella giornata di ieri, quando Kilicsoy ha trafitto nuovamente la porta avversaria, questa volta contro il Torino. Ancora una rete del momentaneo due a uno, ma stavolta con un valore ancora più significativo: i tre punti conquistati hanno permesso al Cagliari di allungare su Fiorentina, Verona e Pisa, trio sempre più isolato nelle retrovie della classifica.
Nel calcio turco, Kilicsoy era considerato un talento cristallino, un giocatore destinato a grandi palcoscenici che necessitava solo dell'ambiente giusto per sbocciare definitivamente. Eppure, l'approdo in Sardegna non ha rappresentato, almeno inizialmente, quella svolta attesa. I mesi autunnali hanno visto l'attaccante faticare nell'inserimento, lontano dai riflettori e dalle reti che lo avevano reso celebre in patria.
A spiegare le ragioni di questo ritardo nell'ambientamento ci ha pensato Fabio Pisacane, allenatore del Cagliari, che ieri ha analizzato lucidamente la situazione del suo attaccante: "Penso di avere tra le mani un grandissimo talento. Quello che fa negli spazi stretti in allenamento è roba da circo. Poi in campo è diverso... Ha avuto qualche difficoltà di inserimento e di natura tattica. Ricordiamoci che arriva dal campionato turco, dove la sua squadra per l'80% delle partite ha l'80% del possesso palla. Siamo felici, lo abbiamo aspettato e coccolato".
Le parole del tecnico rossoblù chiariscono perfettamente il nocciolo della questione: passare da un contesto in cui la squadra domina sistematicamente il gioco a una realtà dove occorre lottare su ogni pallone, spesso in inferiorità territoriale, richiede un processo di adattamento che non può essere immediato. La pazienza dello staff tecnico e della società sembra ora trovare la sua giusta ricompensa.
La storia recente di Kilicsoy ha rischiato di prendere una piega completamente diversa. Solo una decina di giorni fa, nel pieno della finestra invernale di mercato, il suo nome circolava con insistenza come possibile partente. La necessità di trovare un sostituto di Andrea Belotti, ormai perfettamente integrato nella rosa cagliaritana, aveva messo in discussione la permanenza del turco.
Eppure quella cessione non si è concretizzata, e oggi i segnali lasciano intendere che la scelta di trattenerlo sia stata quella corretta. Con Belotti ormai stabilmente inserito negli schemi di Pisacane, Kilicsoy può finalmente concentrarsi sul campo senza l'assillo del mercato, guardando al 2026 con rinnovata fiducia.
Il cambio di prospettiva è stato radicale. In pochi mesi, il giovane attaccante è passato dall'essere un'incognita a rappresentare una potenziale risorsa fondamentale per la salvezza del Cagliari. Le sue qualità tecniche, quelle che Pisacane descrive come "roba da circo" negli spazi stretti dell'allenamento, stanno iniziando a tradursi in concretezza nei novanta minuti che contano.
Il percorso di Kilicsoy rappresenta un caso emblematico di come il calcio moderno, sempre più frenetico e impaziente, debba talvolta riscoprire il valore dell'attesa e della fiducia. Non tutti i talenti sbocciano immediatamente, specialmente quando si trovano a dover affrontare contesti tattici e culturali profondamente diversi da quelli di provenienza.
Per il Cagliari, la pazienza dimostrata nei confronti dell'attaccante turco potrebbe rivelarsi un investimento vincente. I due gol arrivati a cavallo tra dicembre e gennaio hanno il sapore di una liberazione, per il giocatore e per l'ambiente. Ora, con la consapevolezza ritrovata e le difficoltà di adattamento superate, Kilicsoy può finalmente dimostrare quel valore che lo aveva fatto considerare un predestinato in patria.
La strada è ancora lunga e le sfide non mancheranno, ma il giorno dopo una doppietta che vale una rinascita ha tutto un altro sapore. Per Semih Kilicsoy, il 2026 si apre con prospettive radicalmente diverse rispetto a quelle di poche settimane fa. E per il Cagliari, avere ritrovato un attaccante di talento proprio nel momento cruciale della stagione potrebbe fare la differenza nella corsa alla salvezza.
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