Un record. Magari di quelli che sperava di non infrangere nella sua carriera, ma di certo Tiziano Slongo è entrato a suo modo nella storia del calcio italiano.

Il difensore feltrino del Vittorio Falmec è stato infatti espulso domenica contro la Liventina. Fin qui, direte, nulla di strano. A fare notizia però è il minuto dell’espulsione. O meglio, il secondo.

Trentadue (32'') secondi esatti dal fischio d’inizio. Difficile ricordarsene di più rapidi nei professionisti. Il tempo di battere, un breve giro palla e poi, come raccontato dallo stesso ragazzo alla Tribuna di Treviso, accade l’imprevisto.

«C’è un passaggio orizzontale di un compagno e Soncin della Liventina si lancia per intercettare il pallone. Io provo ad arrivarci ma mi anticipa e lo tocco sul piede. Un’incomprensione fatale. Non ho nemmeno protestato, ho solo detto all’arbitro che era il primo fallo ed erano passati 20”. Ma era una tesi difficile da difendere. I giocatori della Liventina continuavano a dire “Ultimo uomo! ”, “Ultimo uomo! ” e l’arbitro ha applicato il regolamento e mi ha espulso. Ci ho pensato su tutta la notte, mi è sembrato di aver vissuto un film. Col senno di poi, vista anche come è andata la partita in dieci contro undici, avrei potuto lasciarlo andare all’uno contro uno contro Eddi (Gava, il portiere, ndr), essendoci poi una partita intera da giocare. Ma l’istinto mi ha portato a tentare la respinta: per noi difensori c’è questo rischio, è il calcio. Peccato, perché non avevo mai preso un rosso in tutta la mia carriera».

Ecco, se non altro potrà ricordarlo a lungo. Slongo è rientrato in Italia dopo l’esperienza nella B australiana. Prima ancora, da ricordare il settore giovanile del Bassano e tanta serie D tra Sacilese, Montebelluna, Ripa Fenadora e Dro. «Quest’anno speravo che il transfer dall’Australia arrivasse per la prima di Coppa, invece è giunto il lunedì dopo la prima di campionato. Alla sera avevo 40 di febbre: polmonite, altro stop. Comunque qui mi sto trovando benissimo: la società è seria e merita altre categorie, il mister bravo come persona e tecnico. Senza dimenticare una squadra giovane, con la responsabilità di essere uno dei più vecchi» .

Sezione: Eccellenza / Data: Ven 05 ottobre 2018 alle 14:00 / Fonte: corriere delle alpi
Autore: Davide Guardabascio
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