Le strade erano due: avere un desiderio di rivalsa oppure abbandonarsi alla rassegnazione. Dopo la retrocessione in Eccellenza, arrivata nello spareggio di Pozzuoli contro la Puteolana, il presidente del Real Metapontino, Pasquale Casalnuovo, ha deciso di mollare, non soltanto il Metapontino ma il calcio in generale. Lo dice a chiare lettere e le sue parole non si prestano ad interpretazioni.
Presidente dopo aver comunicato di voler lasciare il calcio non è che ci ha già ripensato?
“No assolutamente no. E non è mia intenzione farlo. Per me la retrocessione è stata una grande delusione che ritengo di non meritare per quanto fatto in questi anni. Ci ho messo soldi e passione ma alla fine non ho ricevuto nulla. Inutile continuare”.
Legittima la delusione però forse la sua decisione appare abbastanza drastica?
“Soprattutto in quest’ultimo anno mi sono disamorato del calcio. E’ una realtà che non mi appartiene ci sono persone che valgono poco e che non meritano rispetto”.
Quali le cause di questa retrocessione?
“Le cause sono molteplici e tutte riconducibili alla poca serietà. In primis metto i calciatori, poi i tecnici che li hanno voluti”.
Spieghi meglio...
“I calciatori hanno avuto tutto. Sfido chiunque a trovare una società che a questo punto della stagione abbia onorato tutti gli impegni economici. Siamo retrocessi e ho mandato via tutti ma da me non avanzano un soldo. Mi si trovi una società che abbia fatto lo stesso e io investo di nuovo tutti i soldi che ho investito quest’anno”.
Quanti soldi ha investito sul Real Metapontino?
“Ho investito una cifra che si aggira sui 500mila euro. Ho assecondato tutte le richieste dei due allenatori che ho avuto che mi garantivano sull’affidabilità dei giocatori che prendevamo. Sono stati trattati come dei re. Non hanno vissuto in abitazioni di fortuna ma in alberghi stellati della zona serviti e riveriti di tutto. Non gli mancava nulla, dovevano soltanto giocare”.
E invece?
“E invece siamo retrocessi. La squadra che ho allestito non era una squadra che doveva lottare per salvarsi era una squadra fatta per vincere. I giocatori che sono venuti da noi erano elementi di grido con richieste importanti”.
Eppure siete retrocessi...
“Siamo retrocessi perchè sono delle persone che non valgono nulla. Auguro loro di non trovare mai più una società che se li prenda e che soprattutto li tratti come li ho trattati io. Pensavano soltanto al fine mese e basta. Appena c’era un problemino subito minacciavano di fermarsi. Hanno chiesto la testa di Logarzo, volevano quella di Catalano, avrebbero chiesto la testa di qualsiasi altro allenatore sarebbe arrivato. Hanno fatto di tutto per farci retrocedere. Bevo champagne e continuerò a bere champagne. Non sarà la stessa cosa per loro”.
Presidente ma una retrocessione non è mai solo colpa di una componente. Non ritiene di aver fatto scelte sbagliate?
“Non ho fatto scelte sbagliate. Ho cercato di accontentare tutte le esigenze che mi venivano palesate. Logarzo voleva dei giocatori e glieli ho presi, Catalano ne ha voluti altri e glieli ho presi. Gente come Di Gennaro non tutti se li possono permettere. Io ho preso gente importante. Se prendi gente importante e richiesta come i calciatori che ho preso io non puoi retrocedere. Con questa gente si può solo vincere. Dovevano scendere in campo e pensare a vincere, invece non lo hanno fatto”.
Quella del Metapontino è stata una stagione sfortunata, a partire dalla sede delle gare... Cosa dice a riguardo?
“Io non ho mai chiesto nulla a nessuno. Ci ho messo i miei soldi e basta. E per me spendere dei soldi nel calcio non è un problema, me lo posso permettere. Il sindaco di Montalbano mi aveva assicurato che avrebbe fatto in modo di farci giocare a Montalbano per portare la Serie D là dove l’avevamo conquistata. Eppure è finito il campionato e noi non abbiamo giocato neanche un minuto a Montalbano. Credo che tutto questo si commenti da sè”.
E delle voci che la vorrebbero magari tra i nuovi soci del Taranto cosa dice?
“Dico che non se ne parla proprio. Assolutamente sono solo fandonie. Non ci penso minimamente. Il calcio lo abbandono per sempre”.
Ai calciatori e alle persone che l’hanno circondata in questi mesi cosa si sente di dire?
“Ai calciatori mi sento di dire che per fargli capire veramente cosa significa lavorare dovrebbero venire un po’ nei campi delle mie aziende ,nelle mie serre a passare qualche ora. Poi si ricrederebbero su molte cose. Al mondo del calcio dico che è un mondo falso che non mi appartiene”.
Ma davvero lei non coltiva nessuna voglia di rivincita, magari di riprovarci un’altra volta per ottenere quello che non ha ottenuto quest’anno?
“Assolutamente no. La mia vita va a 350 all’ora. Ho attività floride che mi ripagano di tutto. Posso fare quello che voglio, quando voglio. I soldi che ci ho rimesso quest’anno per me non sono un peso, lo sono le delusioni che mi hanno dato le persone. Ho fatto la mia esperienza nel calcio con la voglia di dare un appiglio di rinascita alla zona del Metapontino. Non ci sono riuscito, non sono stato capito. Non ho chiesto mai nulla a nessuno, ho ricevuto soltanto delusioni in cambio. Per me finisce qui”.
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