Ha sposato in pieno il progetto Grifone e sta a disposizione della prima squadra che, da quest’anno, milita in Promozione: Stefano Tajarol è un attaccante che non ha bisogno di presentazioni avendo militato negli anni con Lupa Roma, Trastevere, Pomezia, San Cesareo segnando sempre grappoli di gol e coronando il sogno di giocare e mettere la sua firma anche nel professionismo.
Buongiorno Stefano, quest’anno hai accettato la proposta del Grifone giocando in Promozione: cosa ti ha spinto a sposare questo progetto e che società hai trovato? Come ti stai trovando in questi primi mesi? Che giudizio puoi dare fin qui?
“Negli ultimi 5-6 anni mi sono proiettato sull'agonistica, sulla scuola calcio, mi sono appassionato e visionavo molto i bambini e i ragazzi e devo dire che su questo il Grifone è sempre stato un modello. Percepivo che c'era una magia, un fascino particolare che faceva la differenza rispetto a tanti altri. Adesso che sto vivendo questa esperienza con la prima squadra vedo con i miei occhi e confermo quella che era la mia percezione. Questo è stato quello che mi ha spinto, una volta creata la Promozione, ad andare da loro e sposare questo progetto. Il giudizio fin qui è ottimo perché comunque io continuo a divertirmi, sto a disposizione dei ragazzi, cerco di mettere a disposizione la mia esperienza. Ancora mi diverto grazie ai ragazzi e grazie alla serietà di uno staff molto professionale. Sto lì, sto a disposizione e ora siamo anche in crescita sotto tanti aspetti. C'è l'entusiasmo perché sono arrivate le prime vittorie consecutive e grazie al lavoro del mister Zappavigna sono iniziati ad arrivare pure i risultati, questa è una strada buona per continuare, perciò il giudizio in questo momento è ottimo e speriamo di andare avanti così”.
In campionato fin qui siete imbattuti: pensi che lotterete fino alla fine per i piani alti? Quali sono secondo te i pregi di questa squadra?
“Noi cerchiamo di migliorare partita dopo partita e penso che continuando così potremo aspirare a stare lì nei piani alti, so che il Nettuno è una grande squadra e che ci sono i giocatori importanti quindi noi cercheremo di lottare fino alla fine sperando di dare più continuità e trovando le vittorie che ci servono. Abbiamo una rosa valida con dei ragazzi davvero eccezionali. I pregi sono il gruppo, il lavoro serio che comunque il mister, lo staff e la società fanno, il Presidente che ci mette tutto a disposizione senza farci mancare nulla. Devo fargli i miei complimenti perché ha creato qualcosa di veramente straordinario affidandosi a persone serie”.
In casa Grifone si sta dando tantissima importanza a scuola calcio e giovanili per cercare di crearsi in casa giocatori del futuro: quanto è importante questo e a che punto si trova questo processo visti gli ottimi numeri della scuola calcio e i grandi risultati dell’agonistica?
“Sì, su questo devo dire che c'è un certo fascino. Io vedo con i miei occhi giorno per giorno e invito tutti a farsi una passeggiata qui perché ci sono degli allenatori preparati. Il presidente su questo è stato davvero molto bravo insieme a Daniele Proietti e Cristian Silvestri, secondo me sono i più forti in questo momento in circolazione. Basta vedere poi gli allenamenti e l'intensità che mettono i ragazzi, penso che sia una cosa bellissima. C'è un certo fascino, ripeto questa frase perché poi se qualcuno si fa una passeggiata e vede con i propri occhi, la parola fascino è quella più appropriata. Secondo me rimani veramente sbalordito da come vengono fatti alcuni lavori e come si divertono i ragazzi, come crescono giorno per giorno. Nella scuola calcio i bambini sono eccezionali, si lavora sempre curando i minimi particolari e alla fine quello fa la differenza. Quando poi all'agonistica ti trovi i bambini pronti, questo ti permette di essere avvantaggiato sicuramente. Il lavoro alla fine paga, sempre rispettando tutti i principi dei bambini e divertendosi. Questa è la cosa più importante”.
Quale è il tuo sogno nel cassetto nel mondo del calcio e cosa vorresti fare una volta finito con il calcio giocato?
“Ovviamente sono un po' di anni che penso di allenare, poi vedremo perché finché non stacchi del tutto è difficile dirlo. Penso di essere abbastanza proiettato sull'allenare, prima però dovrò formarmi e prendere quello che servirà. Farò il corso e farò tutto quello che servirà per essere proiettato in un nuovo futuro e prendere una nuova strada”.
Cosa vuoi consigliare ai più piccoli della scuola calcio per il futuro? Cosa devono fare per crescere e maturare in modo sano?
“Per me la cosa più bella è sognare sempre per diventare poi alla fine un calciatore. Ma questo non vuol dire che si deve essere obbligati ad arrivare in Serie A, Serie B e Serie C. Io sono arrivato a 33 anni in Serie C e sono stato l'uomo più felice al mondo il giorno che ho firmato il mio primo contratto a 33 anni, e ci ho messo tutto l'amore possibile perciò penso che loro si devono divertire ma allo stesso tempo devono avere questo sogno. Questa è la cosa più importante perché poi quando ti piace il pallone vivi di questo sogno e spero che anche loro lo facciano. Questo è l'unico consiglio che mi posso sentire di dare ai bambini. Spero, riallacciandomi alla domanda di prima, che se mi dovessi trovare con loro ad allenare e a fare un discorso del genere di riuscire a trasmettere questo che penso sia la cosa più bella in assoluto per un bambino, per un giocatore, per un calciatore”.
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