Una promozione che sa di impresa per Palmiro Di Dio. L'ex difensore, originario di Benevento ma da oltre dieci anni trasferitosi a Zurigo, è riuscito a conquistare la Promotion League svizzera (equivalente della Serie C italiana) portando la sua squadra in categoria B. Un successo ottenuto con la collaborazione di David Sesa, ex giocatore del Lecce, che testimonia le qualità tecniche e manageriali maturate dall'ex difensore.
Il curriculum calcistico di Di Dio parla di esperienza e competenza: Ternana, Bari, Foggia, Lugano, Rapperswil-Jona e Freienbach sono le tappe di una carriera che lo ha portato a confrontarsi con realtà diverse, culminata ora con il successo in terra elvetica. Nonostante la distanza geografica e temporale, il legame con i colori amaranto rimane saldo.
«Seppur a distanza, seguo la Reggina e spiace che sia scivolata nel torneo di D. Non me l'aspettavo. La città merita categorie importanti, ma senza un'attenta programmazione è complicato andare avanti», ha dichiarato Di Dio alla Gazzetta del Sud, esprimendo rammarico per la situazione attuale del club calabrese.
La questione del possibile ripescaggio in Lega Pro non lascia molte speranze secondo l'analisi dell'ex difensore. «Ho saputo. Nella graduatoria è scivolata al quinto posto. Vedremo cosa accadrà. Bisognerà attendere il mese di luglio prima di avere un quadro definitivo. A prescindere da tutto, conosco alcuni calciatori della rosa. Con Nino Barillà siamo stati compagni. Nonostante l'età, è sempre tra i migliori, tant'è ha raggiunto la doppia cifra», ha aggiunto Di Dio.
Il riconoscimento delle qualità di Barillà testimonia la capacità dell'ex difensore di valutare con competenza il valore tecnico dei singoli elementi, forte della sua esperienza diretta con il centrocampista amaranto.
Nel caso in cui la Reggina dovesse ripartire dalla Serie D, Di Dio ha le idee chiare sulla strategia di mercato da adottare. «Di acquistare tre-quattro elementi di categoria che siano determinati per conquistare la promozione diretta. Serviranno forte un attaccante e un centrocampista di qualità. In difesa non credo ci sia necessità di intervenire. Adejo, Girasole e Cham hanno enormi potenzialità. Ripartirei pure da Trocini che si è confermato eccellente professionista», ha spiegato l'ex difensore.
Un'analisi dettagliata che evidenzia come Di Dio mantenga un osservatorio attento sulla situazione tecnica della Reggina, riconoscendo le qualità del reparto difensivo attuale e della guida tecnica, ma individuando con precisione le aree di intervento necessarie per costruire una squadra competitiva.
Il dolore per il fallimento della Reggina di Saladini emerge chiaramente dalle parole dell'ex difensore. «Non doveva andare così», ha commentato con amarezza dalla lontana Svizzera, testimoniando come il legame emotivo con la società amaranto non si sia mai spezzato nonostante gli anni trascorsi lontano dalla Calabria.
Le considerazioni di Di Dio arrivano da chi conosce bene le dinamiche del calcio a diversi livelli e in contesti differenti. Il successo ottenuto in Svizzera conferma le sue competenze tecniche, mentre l'analisi sulla Reggina dimostra una conoscenza approfondita della realtà amaranto e delle sue potenzialità.
La ricetta suggerita dall'ex difensore appare pragmatica e realistica: pochi innesti mirati di qualità, valorizzazione dei talenti presenti in rosa e fiducia nella guida tecnica. Un approccio che potrebbe rappresentare la strada giusta per riportare la Reggina verso categorie più consone al blasone della piazza calabrese.
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