«Era un profilo che interessava tantissimo, ma purtroppo siamo arrivati tardi. Quando è stato contattato era già in parola con l'Arsenal e non si poteva far più nulla». Con queste parole in Casa Milan confessano il rimpianto per non essere riusciti ad assicurarsi Andrea Berta, fresco di nomina a direttore sportivo dell'Arsenal dopo oltre un decennio di successi all'Atletico Madrid.
Nel casting rossonero, così come in quello del Manchester United, il nome del dirigente bresciano era in cima alla lista dei desideri di Giorgio Furlani. Ma il 53enne di Orzinuovi, paese che ha dato i natali anche a Cesare Prandelli, ha preferito abbracciare l'ambizioso progetto del club londinese.
«Ho seguito con enorme interesse il modo in cui l'Arsenal si è evoluto negli ultimi anni», ha dichiarato Berta. «Sono rimasto colpito dall'ambizione, dalla passione e dall'organizzazione. Ho ammirato il gran lavoro che è stato fatto nel restituire al club il ruolo di potenza del calcio europeo e che può godere di un grande seguito di tifosi in tutto il mondo. L'Arsenal ha grandi valori e una storia importante, cercherò di fare la mia parte nel plasmare un futuro di successo con una grande squadra. Non vedo l'ora di vivere la prima partita all'Emirates, assieme ai nostri inimitabili fan».
A Londra l'entusiasmo per il suo arrivo è palpabile. L'accoglienza della proprietà è stata calorosa, degna di un "top player". Josh Kroenke ha espresso grande soddisfazione: «Chiunque nel calcio sa quanto Andrea è diventato una figura importante. Ha una grande conoscenza del gioco, un record importante di vittorie, una rete di conoscenze e di osservatori molto forte e un insaziabile desiderio di costruire squadre vincenti. Sarà un valore aggiunto nel nostro club: capisce i nostri valori e non ho dubbi che ci spingerà verso il livello successivo nel tentativo di vincere trofei importanti. L'esperienza di Andrea e il successo che ha costruito sono risultati decisivi quando abbiamo puntato su di lui».
Berta si è già messo al lavoro, in costante dialogo con l'allenatore Mikel Arteta. E il destino gli ha riservato una piacevole coincidenza: accanto al centro sportivo dell'Arsenal si trova quello del Watford, dove lavora un suo vecchio amico del calcio bresciano, Gianluca Nani, punto di riferimento della famiglia Pozzo.
La carriera di Berta rappresenta una vera parabola di successo. Nel 2003 lasciò il posto fisso alla filiale della Banca di Credito Cooperativo di Pievedizio tra i mugugni dei familiari, affrontando anche una breve parentesi da muratore. Poi la sua ascesa nel mondo del calcio: dai tornei estivi organizzati nelle notti bresciane, al passaggio dal Carpenedolo (C2) al Parma (serie A) sempre al fianco di Tommaso Ghirardi, fino all'esperienza con il Genoa di Enrico Preziosi.
Il grande salto avvenne nel 2013 con il trasferimento in Spagna, segnalato dal potente procuratore Jorge Mendes, prima come assistente del ds Caminero e poi dal 2017 come direttore tecnico dell'Atletico Madrid. In undici anni con i "Colchoneros" ha collezionato numerosi successi: due titoli di campione di Spagna, un'Europa League, una Supercoppa Europea e due finali di Champions League, creando un asse vincente con l'allenatore Diego Simeone.
Tanti i talenti scoperti e valorizzati durante la sua gestione: ha portato Griezmann e Morata all'Atletico, e ha fortemente voluto Rodri dal Villarreal, centrocampista che oggi è il Pallone d'oro in carica.
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