Pesano come il piombo i tre punti conquistati domenica dal Dro Alto Garda nel derby con l'Arco. Ai gialloverdi è bastato un gol di Nuñez Mastroianni per centrare il colpo doppio: il successo nella sfida tra cugini e il sorpasso ai danni degli stessi gialloblù, che ora occupano lo scomodissimo terzultimo posto in classifica.

Tra le novità in casa droata, oltre al timone affidato al direttore generale Roberto Andreatta dopo l'esonero di mister Franco Azzolini, anche la fascia di capitano passata da Giorgio Calcari ad Andrea Benamati (nella foto).

«Una bella soddisfazione – spiega il 22enne di Malcesine – ma anche una grande responsabilità ». Per il centrocampista cresciuto nel vivaio veronese del CastelnuovoSandrà prima di conoscere il nostro calcio, quella di domenica era una partita ulteriormente speciale: all'ebbrezza del derby, si aggiungeva la prima da ex contro quell'Arco in cui aveva giocato tre stagioni intere (con i mister Renzo Scremin e Paolo Zasa) oltre allo scampolo di campionato dello scorso anno. «Ovviamente la sentivo in modo particolare questa partita – prosegue Benamati – ma da quando si entra in campo poi si azzera tutto e si pensa soltanto alla propria squadra». Missione compiuta, insomma. «Come previsto è stata una gara molto tirata. Oltre ad essere un derby, che è sempre una partita a sé, quella di domenica era una partita importantissima in chiave salvezza, quindi la palla pesava molto. A mio modo di vedere abbiamo tenuto in mano il gioco un tempo a testa: il primo è stato loro, nel secondo invece siamo cresciuti noi. Comunque l'abbiamo vinta per un episodio, è stato bravo Nuñez a sfruttare una disattenzione avversaria e a mettere la palla nel sacco, poi ci siamo difesi bene sino alla fine».

A proposito di Nuñez, per voi è un autentico uomo in più. «Sì, si tratta di un attaccante davvero forte. È rientrato in questa fondamentale partita dopo un infortunio e il suo contributo è stato notevole: oltre a segnare fa molto lavoro, sia nel liberare spazi per i compagni sia nell'alzare la squadra permettendoci di rifiatare. Domenica sono rientrati lui e il centrale difensivo Carnelos, quindi la musica è cambiata, ora aspettiamo anche i ritorni di Badu e Rech. Nelle scorse settimane abbiamo pagato dazio a tanti infortuni, diversi elementi hanno dovuto giocare fuori ruolo e ogni domenica ci presentavamo senza troppe alternative, al completo possiamo dire la nostra per la salvezza».

Come mai ha deciso di tornare a Dro? «A maggio sono stato contattato dal direttore generale Andreatta, che avevo conosciuto l'anno in cui avevamo affrontato insieme a mister Stefano Manfioletti la Serie D. Mi ha convinto a tornare facendomi capire come qui avrei avuto delle responsabilità, quindi l'ho vista come una bella sfida ». Cosa cambia dopo questa vittoria? «Non deve cambiare niente: non eravamo scarsi dopo la sconfitta di Lana, non siamo forti ora. Dobbiamo continuare a lavorare a testa bassa». Quali i suoi obiettivi personali? «Vedere maggiormente la porta. Di solito segno un paio di gol all'anno, da mezz'ala dovrei farne qualcuno in più... Per le prossime stagioni mi piacerebbe guadagnarmi la possibilità di tornare in D».

L'Eccellenza però parla altoatesino: come mai? «In vetta ci sono società importanti, ma in generale dobbiamo imparare molto da loro, che sopperiscono a eventuali gap tecnici e tattici con l'intensità e la determinazione ».

Sezione: Eccellenza / Data: Mer 03 novembre 2021 alle 09:45 / Fonte: L'Adige
Autore: Davide Guardabascio
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