NAPOLI – Ormai tutto lascia presupporre che il prossimo 30 maggio l’Internapoli sancirà definitivamente il passaggio ad Arco Felice. Il conto alla rovescia è già iniziato, ed intanto cresce la curiosità per verificare come sarà costruita la nuova squadra circa la quale, almeno finora, si sa solo dell’ormai certa conferma di Sorrentino alla guida tecnica.


ALLA RICERCA DI PUBBLICO - Nell’attesa dell’ora x che vedrà calare il velo sulla nuova creatura calcistica, è possibile tracciare un bilancio definitivo della stagione vissuta a Marano. Riavvolgendo il nastro, appare ovvio che la scelta di togliere le tende affonda le proprie radici in ragioni di carattere economico. Difficoltà monetarie ed esigenza di far cassa furono le cause dell’addio al Kennedy. Un bacino di utenza maggiore rispetto a quello dei Camaldoli, individuato in quello che, potenzialmente, si ritenne potesse offrire la città di Marano, convinsero Di Marino ad affrontare la Serie D in qualità di ospite del comune maranese. I fatti, però, hanno poi palesato una realtà del tutto diversa rispetto alle aspettative. Il modesto numero di supporters biancocelesti, ai quali va comunque dato merito di aver sostenuto la squadra con passione e partecipazione, non è stato sufficiente a rimpinguare le casse societarie. Ma non solo. Il palcoscenico dell’Interregionale richiede generalmente una corposa partecipazione di pubblico  che sia anche capace di offrire quegli stimoli necessari per affrontare un campionato duro come quello di quarta serie. E l’Internapoli, presa coscienza di questa mancanza, ha dovuto trovare dentro di sé quegli impulsi capaci di attivare la determinazione per andare avanti.


MOTIVAZIONI INTERNE - E se le motivazioni non sono mai mancate, stante la volontà di ogni membro del club di dimostrare la capacità di poter dimorare senza patemi in Serie D, importante è stato, in particolare, l’apporto emotivo offerto dal patron Raffaele Orlando, rivelatosi sponda sicura per Di Marino e punto di riferimento per la squadra. Sempre in tema di stimoli intrinsechi, fondamentale è stata la capacità esibita da mister Sorrentino. Alla ricerca di qualcosa che tenesse sempre viva la fame dei suoi, spinto anche dall’esigenza di modificare il gioco a causa delle condizioni spesso disastrose del manto erboso del Nuvoletta, il tecnico biancoceleste ha reso camaleontico il suo Internapoli, raccogliendo poi i frutti dei suoi esperimenti. Risultati interni prestigiosi, quali la vittoria sul Martina Franca o il pari emozionante contro il Brindisi, hanno rappresentato tappe fondamentali nella crescita mentale della squadra capace poi, specie nel girone di ritorno, di far suoi tutti gli scontri diretti, pareggiando solo con il Grottaglie. Il bilancio finale dice che 25 dei 37 punti totali sono stati conseguiti tra le mura amiche; a ciò vi è da aggiungere che, a conti fatti, bisogna riconoscere come i biancocelesti non abbiano mai pericolosamente dimorato nei bassifondi della classifica. Dati che sembrano in disaccordo con le motivazioni sottese al cambiamento di sede e che fanno capire come, in effetti, qualcosa di buono ci sia da ricordare anche circa i nove mesi vissuti a Marano.

Sezione: Serie D / Data: Dom 27 maggio 2012 alle 13:14
Autore: Michele Mastrobuoni
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