Una partita da cardiopalma sul colle di Montjuic, dove Barcellona e Inter hanno dato vita a uno degli incontri più avvincenti dell'intera Champions League. La semifinale d'andata tra le due formazioni si è conclusa con un pirotecnico 3-3, risultato che mantiene completamente aperto il discorso qualificazione in vista del ritorno a San Siro previsto per il 6 maggio.
Davanti a circa 50mila spettatori, di cui quasi tremila tifosi interisti, sferzati dal vento catalano, la squadra di Simone Inzaghi ha sorpreso tutti coloro che la immaginavano demotivata dopo i tre ko consecutivi, portandosi rapidamente in vantaggio di due reti. Tuttavia, i blaugrana guidati da Hansi Flick hanno risposto con una "remuntada" trascinati dal talento cristallino del giovanissimo Lamine Yamal.
La sfida ha messo di fronte due filosofie calcistiche opposte ma complementari: i giovani talenti del Barcellona, maestri del palleggio, contro l'esperienza dell'Inter, specialista nelle ripartenze. Un confronto tattico affascinante che ha regalato un susseguirsi di emozioni imprevedibili.
Un primo tempo da montagne russe
L'incontro inizia con un fulmine a ciel sereno: Thuram sorprende la difesa catalana con un colpo di tacco che porta al gol più veloce nella storia delle semifinali di Champions League. Il Barcellona accusa il colpo ma non si arrende. Mentre i padroni di casa cercano di riorganizzarsi, l'Inter colpisce ancora: da un calcio d'angolo, Acerbi fa da sponda per Dumfries che, con una semi-rovesciata, firma il 2-0.
Un vantaggio che sembra promettere una serata trionfale per gli uomini di Inzaghi, ma che viene presto ridimensionato dall'ingresso in scena di Lamine Yamal. Il talentuoso classe 2007 si rende protagonista di un'azione personale straordinaria, portandosi a spasso mezza difesa nerazzurra e siglando il 2-1. L'inerzia cambia e i catalani completano la rimonta con Ferran Torres, che finalizza un'azione corale iniziata da Pedri e Raphinha per il 2-2.
La prima frazione si chiude con un'ulteriore nota negativa per l'Inter: l'infortunio di Lautaro Martinez, costretto ad abbandonare il campo, mentre in precedenza anche il Barcellona aveva dovuto rinunciare a Koundé.
La ripresa: ancora emozioni e rimpianti
Il secondo tempo si apre con l'ingresso di Taremi al posto dell'infortunato Lautaro e segue lo stesso copione: il Barcellona costruisce, l'Inter riparte. E proprio da una di queste ripartenze i nerazzurri tornano in vantaggio: ancora su calcio d'angolo, Dumfries realizza la sua doppietta personale portando il punteggio sul 3-2.
La gioia interista dura però pochissimo. Su un corner successivo, il Barcellona risponde immediatamente: schema perfetto per liberare al tiro Raphinha, che colpisce la traversa prima di vedere il pallone superare Sommer per il definitivo 3-3.
Nel finale c'è ancora tempo per un gol annullato a Mkhitaryan per un fuorigioco millimetrico al 75', una traversa colpita dal solito Lamine Yamal con un tiro a giro e una parata decisiva di Sommer.
Il triplice fischio sancisce un pareggio che rispecchia perfettamente l'andamento di una partita straordinaria, in cui nessuna delle due squadre meritava di perdere. Ora tutto si deciderà nella sfida di ritorno a San Siro, dove l'Inter dovrà anche valutare le condizioni fisiche dei propri giocatori, in particolare di Lautaro e Calhanoglu, quest'ultimo uscito per un'ammonizione.
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