Fiocco rosa: nasce l'Alma Juventus Fano femminile

05.10.2019 00:00 di  Ermanno Marino   vedi letture
Fiocco rosa: nasce l'Alma Juventus Fano femminile

Da quest’anno anche l’Alma Juventus Fano ha il suo lato rosa. Sulle ali dell’entusiasmo generato negli ultimi anni da numerose squadre di Serie A e, ultime, dalle Azzurre, riguardo il movimento femminile calcistico, anche il sodalizio di via Toscanini ha deciso di porre le basi per le quote rosa e farle crescere. D’altronde la società ha nella genesi del suo stesso nome “Alma Juventus”, il voler far crescere e nutrire la gioventù. In questo caso, la gioventù femminile.

Il progetto nasce dalla volontà del Presidente fanese Claudio Gabellini, dal Presidente dell’Arzilla Calcio Gianni Manieri e dal Responsabile della Jesina Calcio di unire le forze e dar vita alla sezione femminile dell’AJ Fano.

“La creazione nasce dalla mia volontà di far partire l’Alma con il femminile – fa il suo esordio Gianni Manieri – . In questi tre anni io, il Presidente Gabellini ed il Responsabile del Settore Giovanile Matteo Roguletti abbiamo valutato il bacino di utenza fanese che però non generava la giusta formula di bambine per poter partire con i campionati U12 ed U15”. Da lì Gianni, di concerto con la figlia Raffaella, calciatrice affermata che gioca con l’AC Milan Femminile e titolare della Raffaella Academy che ha dato linfa vitale alle Pink Arzilla, scuola calcio femminile che da anni opera con le ragazzine del territorio, ha pensato alla soluzione Jesina. “La Jesina, fondata nel 1998, è una delle realtà più longeve delle Marche. Io e mia figlia Raffaella siamo entrati in contatto con il loro Presidente per chiedere di poter collaborare in sinergia con l’AJ Fano e loro ci hanno concesso di poter utilizzare la denominazione dell’Alma.

“Sono nel mondo del calcio da 35 anni – prosegue Manieri – e seguo il femminile da 28, ovvero da quando mia figlia ha cominciato a dare i calci al pallone a 5 anni. E’ vero, sono parte in causa perchè ho seguito mia figlia crescere con il pallone tra i piedi ma, come lei che si è divisa tra sudore e sacrifici per arrivare in una società di A, anche io credo tanto nel femminile e voglio che anche qui a Fano anche le ragazze imparino a dilettarsi con la sfera di cuoio. Sono partito come Presidente dell’Arzilla Calcio e da lì, grazie a Raffaella, abbiamo inaugurato la sezione femminile con le Pink Arzilla, seguita sotto l’occhio vigile della Raffa Manieri Academy che supporta le società nell’avviare il calcio femminile. L’obiettivo è di contribuire allo sviluppo del calcio femminile alle società che si avvalgono del metodo. Per poterlo trasferire, la Raffamanieri Academy incrementa il numero di calciatrici alle società che credono nel progetto”.

Del progetto ha parlato anche il Presidente Gabellini, uno dei fautori di questa iniziativa in rosa: “Con Gianni Manieri abbiamo ragionato su come poter avviare il femminile e, tramite anche l’aiuto di Raffaella, dall’alto della sua esperienza, abbiamo iniziato a tessere la tela. In questa stagione stiamo muovendo i primi passi per poi sviluppare questo progetto più intensamente dalla prossima. Noi crediamo molto nel lato rosa del calcio, grazie anche all’ausilio della FIGC che, tramite i Mondiali in Francia e la continua propaganda, vuole valorizzare l’aspetto calcistico femminile e tramutarlo da dilettantismo a professionismo. Oggi i tempi sono maturi per far sviluppare questo movimento che in altri Paesi d’Europa è già ampiamente radicato, come ad esempio in Germania, dove la stessa Raffaella ha avuto modo di affermarsi e farsi conoscere. Se pensiamo che nei college degli USA il movimento femminile è più sentito rispetto al maschile, vuol dire che in Italia c’è ancora tanto da fare. Far crescere il movimento da noi è piuttosto complicato per via della carenza di strutture idonee, per cui abbiamo deciso di sfruttare il terreno di gioco dell’Arzilla che, gentilmente, Gianni ci ha messo a disposizione. Magari chissà che qualcuno, spinto dalla curiosità che questo movimento alimenta, non possa ascoltare le nostre richieste e darci una mano”.