La crisi economica che affligge da tempo la Serie C torna al centro del dibattito calcistico attraverso le parole di Fabrizio Lucchesi, direttore generale del Guidonia Montecelio, che durante un intervento a TMW Radio ha lanciato un appello per riforme strutturali nel sistema del calcio professionistico italiano.
Secondo l'esperienza maturata dal dirigente nel corso degli anni, il problema principale risiede nella mancanza di controlli adeguati sulla solidità finanziaria delle società che entrano nel circuito calcistico. Una lacuna che, secondo Lucchesi, genera situazioni paradossali e dannose per l'intero movimento.
La responsabilità degli imprenditori
Nel corso dell'intervista, Lucchesi ha sottolineato come la questione vada inquadrata partendo dal ruolo fondamentale degli imprenditori nel sistema calcistico: "Gli imprenditori sono imprenditori che liberalmente scelgono di fare questa attività. Senza di loro non si farebbe calcio, hai voglia di essere organizzato, senza l'imprenditore. Quindi è difficile, secondo me, poter disciplinare quello".
Il dirigente ha poi evidenziato come oggi sia impossibile giustificare l'impreparazione di chi decide di investire nel calcio: "Come fai oggi a pensare che uno entri nel mondo del calcio non ne conosca pregi, non ne conosca difetti, non conosca ciò che va incontro? Quindi delle due l'una: o uno ha un ingresso per fare, poiché la squadra di calcio serve, o comunque oltre che la passione, c'è anche un'attività indiretta a valorizzare un brand, penetrare un territorio; dall'altra, voglio dire, la necessità di capitali sufficienti."
L'esperienza diretta dei fallimenti
Particolarmente significativa risulta l'esperienza diretta maturata da Lucchesi in situazioni di crisi societarie. Il direttore generale del Guidonia Montecelio ha rivelato di aver seguito numerosi casi di dissesto finanziario nel corso della sua carriera: "Con l'esperienza che ho fatto, ho seguito 7-8 fallimenti come professionista, partecipando al team dei professionisti che le cordate fallimentari di volta in volta mettevano a servizio del fallimento, e ti dico che ho visto delle cose devastanti".
Questa esperienza diretta lo ha portato a una riflessione amara sulla situazione attuale: "Allora delle due l'una: o tu fai apposta perché, come può succedere, hai sbagliato a fare i conti, ma non dovrebbe iniziare l'attività chi non è solvibile. Altrimenti gli impedisci. I precetti non servono a nulla."
La proposta di riforma
La soluzione proposta da Lucchesi prevede un intervento a livello federale per introdurre controlli più stringenti sulla solvibilità delle società: "Oggi io non posso giustificare l'impreparazione. E quindi io credo che l'unico modo sia mettere delle regole che non sono regole di Lega di C, di B o di A, ma siano regole federali stringenti che non consentano, che non permettano a chi non è solvibile di far parte del sistema".
Il dirigente ha precisato che la sua proposta non mira a escludere chi dispone di budget limitati, ma piuttosto a garantire la professionalità gestionale: "Non dico che ci vogliono i soldi, no, si può fare calcio anche con meno soldi; l'importante è avere professionalità. Poi, chi dà meno professionalità avrà meno soldi, è come tutte le colonie che ci sono, libere del mercato. Però, avere la possibilità che se uno comincia la stagione, la finisca".
Il caso Rimini come esempio emblematico
A conferma delle criticità del sistema attuale, Lucchesi ha citato la situazione del Rimini, squadra che al momento dell'intervista si trovava in una situazione di incertezza dopo sole tre settimane dall'inizio della stagione: "Ora siamo qui a discutere, voglio dire, dopo 3 settimane questi poveretti del Rimini non si sa se vanno avanti. Io gli auguro che si trovi una soluzione, ma non è mica normale".
Questo caso rappresenta, secondo il dirigente, l'emblema di un sistema che necessita urgentemente di riforme strutturali per evitare che situazioni simili si ripetano con regolarità, danneggiando non solo le società coinvolte ma l'intero movimento calcistico.
Le parole di Lucchesi aprono un dibattito importante sulla necessità di ripensare i meccanismi di accesso e permanenza nel calcio professionistico, ponendo l'accento sulla responsabilità collettiva di garantire la sostenibilità del sistema nel lungo periodo.
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