Sandro Beretta, presidente del Levico Terme, ha scritto una lunga lettera dopo la decisione della LND di proporre la retrocessione della sua squadra dalla D all'Eccellenza:
"Cari Tifosi, cari Amici, ieri sera la Lega Nazionale Dilettanti ha comunicato ufficialmente una decisione che ha dell’incredibile, con 11 giornate ancora da giocare ed un campionato sospeso a causa del coronavirus, a tre mesi dal termine, si è deciso a tavolino di retrocedere nella categoria inferiore le ultime quattro squadre in classifica dei gironi di Serie D.
Noi pertanto, quart’ultimi alla metà di febbraio, a pochi punti dalla salvezza diretta senza la disputa dei play out, scopriamo oggi dopo 3 mesi di sostanziale inerzia della Figc e della Lnd che ci viene arbitrariamente tolto un titolo così importante come quello della disputa di un campionato nazionale qual’è la Serie D e con esso anche il campionato nazionale Juniores.
Era ed è evidente a tutti che in queste condizioni straordinarie l’unica scelta possibile, avente un minimo di raziocinio e logica, era considerare il campionato annullato vista la mancata disputa per l’appunto di 11 gare, il 30% delle partite ufficiali.
Sappiamo tutti che, se c’è una lotta sportiva avvincente come poche, è proprio la lotta per la salvezza nei campionati di serie D, che da sempre coinvolge almeno metà delle squadre partecipanti, fino alle ultimissime giornate di campionato e poi ancora con la coda dei play out.
Oggi hanno prevalso chiaramente altre logiche che con il “merito sportivo”, termine che in maniera vergognosa accompagna queste delibere, tanto da far arrossire anche il più navigato dei dirigenti sportivi, nulla hanno a che spartire.
La cosa che più mi fa incazzare è la mancanza di rispetto per gli sforzi enormi che queste Società, come la nostra e molte altre, mettono in campo per disputare uno dei più bei campionati nazionali che vi siano, la Serie D, anni di lavoro, di progettualità, di collaborazione con le altre società del territorio, sia a livello di settore giovanile che di prima squadra, buttati alle ortiche da scelte scellerate e senza logica sportiva, fatte dai vertici federali.
Sforzi di Società sportive, dei loro dirigenti, di intere Comunità, abituati a guadagnarsi i titoli ed i meriti, quelli si sportivi, sul campo e non a tavolino.
Se vogliamo pensare di porci un obiettivo ambizioso che è quello di provare a migliorare la flebile credibilità di questo bellissimo sport che è il calcio, lasciando da parte il valore, qui elevato, della spettacolarità, dobbiamo invertire rotta, le decisioni devono essere mosse non da interessi particolari ma da un interesse generale, quello dello Sport.
Servono dirigenti federali di altro rango, non ci possiamo accontentare di delibere condite con passaggi come “aver agito con la massima accortezza” o che si basano su “merito sportivo”,quando poi i fatti dicono esattamente il contrario. Non siamo il popolo bue.
Servono dirigenti dalla schiena dritta, dai principi sportivi forti, che non si nascondono dietro il dito quando devono prendere decisioni, solo così il nostro calcio potrà diventare anche credibile.
Fino ad allora, ci dovremo far bastare lo spettacolo delle giocate dei nostri campioni e le grandi scivolate dei nostri dirigenti, che per quanto mi riguarda, non sono più disposto ad accettare.
Vedo lo sport come grande veicolo di valori, forse il più grande, ma nei fatti il nostro calcio da questo punto di vista deve crescere anni luce, e siccome le cose le fanno le persone, finché le persone sono queste difficile immaginare grandi salti in avanti.
Con profondo rammarico, un abbraccio a tutti i nostri tifosi".
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