La stagione appena trascorsa è stata una delle più brutte per il Sant’Antonio Abate. La retrocessione ha segnato l’epilogo di un’annata partita male e finita peggio: l’esclusione dalla Coppa Italia, appena vinta, a Campionato non ancora iniziato; le prime disastrose sconfitte sotto la guida di mister Iezzo; le dimissioni dell’ex portierone napoletano e l’avvento di Carannante; il buon ruolino di marcia alla fine del girone d’andata e la ricaduta in quello di ritorno; l’addio anche di Carannante nel bel mezzo del caos con il seguente arrivo di Gargiulo; l’ingresso in società dei tifosi e la guida della squadra affidata a Fontanella; la speranza che si riaccese a Nardò e la speranza che morì, sempre a Nardò, meno di un mese dopo.
Definire burrascoso il Campionato abatese è addirittura poco. E il peggio è che, nonostante sia giunto al termine, gli interrogativi che ha lasciato sono ancora tanti. Uno su tutti è l’incertezza per il futuro più prossimo: che ne sarà del Sant’Antonio Abate?
Tante voci, tante presupposizioni, ma nessuna certezza.
Come spesso è accaduto in questa stagione (e non solo!), però, a Sant’Antonio in pochi si sono accorti che le certezze risiedono in casa propria. Per il futuro si potrebbe pensare di costruire la squadra sulle forze dei talenti abatesi, perché di talenti ce ne sono e non sono nemmeno pochi.
Tra il buio di quest’annata tremenda, infatti, non è da ignorare una grande luce: Claudio Amendola, talento giallorosso, classe ’95, è rientrato nella top 11 della serie D.
Un premio che gli fa onore, ma che, soprattutto, fa onore a tutta Sant’Antonio Abate perché testimonia che, nonostante la retrocessione, Sant’Antonio pullula di giovani dalle ottime aspettative e che, dunque, con una gestione diversa, si potrebbe puntare su una squadra composta da talenti nostrani.
Non è detto che Amendola resti in casacca giallorossa anche il prossimo anno, considerando i prestigiosi risultati ottenuti a livello personale in questa stagione. Che rimanga o meno, tuttavia, non gli possono essere negati meriti e ringraziamenti.
Il giovane classe ’95, abatese doc, ha iniziato a giocare da piccolissimo. Già a quindici anni, infatti, ha vestito la fascia di capitano dei Giovanissimi della Salernitana, nella quale ha militato per ben due anni. L’anno successivo, poi, si è trasferito alla Juve Stabia dove, tuttavia, non ha trovato lo spazio di cui necessitava. Questo Campionato a Sant’Antonio gli è servito per ritrovare la condizione migliore, quella che tanto lo aveva messo in luce ai tempi della Salernitana. Sin da subito ha attirato su di sé l’attenzione dei tecnici abatesi, e non solo. Durante questo Campionato, infatti, è stato sempre convocato nella Rappresentativa di Serie D, con la quale ha sfidato club importanti a livello nazionale. E altrettanto bene ha fatto con la maglia giallorossa, che ha difeso con le unghie e con i denti fino all’ultimo minuto. Pochi, infatti, hanno messo in campo il cuore come ha fatto Amendola, che tutti i tifosi abatesi ricorderanno per la classica grinta dentro come fuori dal terreno di gioco.
Questi anni da professionista per Claudio non sono stati sempre facilissimi: c’è da ricordare che è stato soggetto anche ad un cambio di ruolo. È nato, infatti, come difensore centrale, ben messo fisicamente e con un ottimo controllo palla, nonché un’invidiabile visione di gioco. Successivamente, poi, è stato spostato sulla fascia, dove non ha fatto meno bene. Anzi, nonostante la giovane età ha sbaragliato la concorrenza di alcuni ‘colleghi’ più grandi.
Quanto fatto quest’anno lo ha portato a ricevere il meritato premio. E, così, dinanzi ad una prestigiosa cornice di pubblico, nell’amena atmosfera de ‘Il Giardino di Francesca’, a Camaldoli, Amendola ha ricevuto il premio ‘Top 11 – Serie D’, durante l’evento organizzato da Televomero. A giudicarlo sono stati alcuni dei più rinomati giornalisti e direttori sportivi della categoria, tant’è che il premio è stato patrocinato anche dalla LND. La registrazione della premiazione andrà in onda su Televomero domenica 16 giugno, alle ore 19:30.
Tutti gli abatesi che vedranno Claudio ricevere il premio, potranno sentirsi un po’ orgogliosi, perché, in fondo, è come se ad essere premiato fosse la forza di volontà giallorossa, forza che Claudio incarna al meglio.
Amendola si è fatto strada in un mondo insidioso come quello del calcio a testa bassa e con lo sguardo fisso sul suo obiettivo. L’umiltà e la caparbietà lo hanno accompagnato in questo viaggio che è solo all’inizio. È ancora tanta la strada che gli auguriamo di percorrere, così come tanti sono anche i traguardi, sempre più prestigiosi, che vorremmo vedergli tagliare. ‘Ad maiora’, Claudio.
Autore: Davide La Rocca
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