Una salvezza ottenuta lottando al culmine di una stagione tribolata, lavorando sempre nel cuore di una tempesta, dopo una partenza ritardata e difficilissima da gestire, correndo ai ripari e riuscendo a raddrizzare il timone quando era necessario. Dieci risultati utili consecutivi, un attaccante rinato con un media gol altissima, la lotta alla pari con le big del girone e un finale cinematografico, col gol che vale una stagione giunto all'ultimo giro di lancette.
Questa la sintesi della stagione dell'Acireale, che ha visto il Presidente, i dirigenti, lo staff e i calciatori lavorare senza sosta e cercando di non farsi scalfire da quanto avveniva esternamente, nonostante più volte l'ambiente fosse diventato più che rovente.
Dopo il match di questa domenica, 11 maggio, valevole la salvezza, che ha visto i granata passare dall'inferno al paradiso riacciuffando negli ultimi minuti una partita che li vedeva sotto di due reti fino a un quarto d'ora dalla fine, il Presidente Giovanni Di Mauro ha comunicato di non aver cambiato idea circa la volontà di vendere o, in estrema ratio, di non iscrivere la squadra al prossimo campionato, nel caso in cui nessuno dovesse farsi avanti.
"So che una parte della tifoseria è stata vicino alla squadra e alla Società fino alla fine – dichiara – e sono contento delle attestazioni di affetto mostrate, ma non posso ignorare né quello che è accaduto all'inizio della stagione e a stagione in corso, né quanto accaduto domenica, quell'episodio terribile che mi ha portato a dire che noi ci siamo salvati, ma una parte della Curva Sud è retrocessa. Come si fa a dire che sarebbero stati loro a salvare la squadra quando poi, nel momento più difficile dell'intera stagione, il momento in cui i calciatori in campo sembravano sbandati e avevano bisogno davvero di sostegno più di ogni altra cosa, quei tifosi li hanno metaforicamente calpestati con cori minacciosi e con insulti? Come si fa? Avrei capito la contestazione dopo una sconfitta, ma questo letterale abbandono in corso è davvero ingiustificabile. E poi che fanno? Provano a lavarsi le mani con un post su Facebook nel quale giustificano le ingiurie rivolte a me e alla mia famiglia liquidandole come 'frasi che si dicono'. Erano cori, cori prolungati, insulti vergognosi a mia madre nel giorno della festa della mamma. Io non posso passarci sopra. Come posso continuare a fare calcio in questa città? Il calcio è passione e divertimento, fatto di valori e uomini con la schiena dritta, e di progetti ideati e seguiti per la gente, ma qui abbiamo perso gran parte di tutto questo.
"Per questo – continua – io ribadisco la mia volontà di vendere, ma se continuerà così, se nessuno si farà avanti, se gireranno solo voci di fantomatiche cordate, fantomatici investitori internazionali che da mesi qualcuno vuole propinare come soluzioni senza rendersi conto che questo è il male del calcio, vedremo il sipario calare sulla Società Sportiva Dilettantistica Città di Acireale 1946, perché alla luce di tutto questo io, con dolore, non effettuerò l'iscrizione al prossimo campionato.
"C'erano tutte le condizioni per fare bene – conclude – c'erano professionisti, investitori e volontà di lavorare, c'era un progetto legato alla creazione di una Società solida che guardasse al futuro con fiducia, ma pian piano il progetto è stato minato, fino a ricevere un colpo al cuore. Sono certo che più di una persona ha voluto questo, ed è a loro che si dovrà chiedere conto dell'eventuale sparizione del calcio che conta ad Acireale".
Il termine ultimo per poter manifestare l'interesse ad acquistare la Società (da far pervenire esclusivamente a mezzo PEC, all'indirizzo acirealecalcio@legalmail.it) è fissato al 10 giugno 2025. Trascorso infruttuosamente questo termine, il presidente Di Mauro si sentirà libero di valutare e semmai accettare eventuali proposte di cessione del titolo sportivo in altre piazze. Se non dovessero arrivare neanche proposte di questo tipo, allora il Presidente non iscriverà la Società al prossimo campionato di Serie D.
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