Una pesante sanzione pecuniaria si profila all'orizzonte per Massimiliano Allegri. Il tecnico del Milan dovrà rispondere del violento attacco verbale indirizzato a Gabriele Oriali nel corso della semifinale di Supercoppa Italiana tra Napoli e Milan, disputata all'Al-Awwal Park di Riyadh. L'episodio, che ha scatenato immediate polemiche, è ora al vaglio della Procura Federale, con Giuseppe Chinè che ha già ricevuto il dettagliato rapporto degli ispettori federali presenti all'impianto saudita.

Secondo quanto emerso, il documento degli ufficiali federali descrive con precisione quanto accaduto, fornendo elementi che rendono pressoché inevitabile un intervento disciplinare. Gli insulti pronunciati dall'allenatore rossonero nei confronti del dirigente partenopeo - "Siediti, cogle. Idiota. Leccac" - hanno assunto particolare rilevanza anche per il contesto in cui si sono verificati, davanti alle numerose telecamere della produzione televisiva.

L'aspetto tecnico-procedurale presenta una particolarità: nel referto ufficiale stilato dalla terna arbitrale non risulterebbe annotata alcuna condotta passibile di provvedimento disciplinare. Tuttavia, la presenza degli ispettori federali ha permesso di documentare compiutamente l'accaduto, fornendo alla giustizia sportiva tutti gli elementi necessari per valutare la posizione dell'allenatore.

La società campana non ha tardato a prendere posizione sulla vicenda, affidando a un comunicato ufficiale la propria ferma condanna dell'episodio. Nel documento, il club azzurro ha tenuto a sottolineare un dettaglio significativo: l'intera scena si è consumata sotto l'obiettivo delle 33 telecamere impiegate per la copertura televisiva dell'evento, rendendo l'accaduto documentato in modo inequivocabile.

Ben diversa, invece, l'interpretazione che filtra dall'ambiente rossonero. Dalle parti di Milanello tendono a ridimensionare la portata della questione, inquadrandola in una più ampia strategia comunicativa volta ad alimentare la tensione in vista della serrata corsa al titolo. Una lettura che tradisce la volontà del club meneghino di non amplificare ulteriormente una vicenda già sufficientemente delicata.

Ora la palla passa al Giudice Sportivo, che dovrà pronunciarsi sulla condotta dell'allenatore. Gli addetti ai lavori considerano scontata l'applicazione di una multa, anche se l'entità della sanzione economica resta da definire. La rapidità con cui la Procura Federale ha acquisito e analizzato il rapporto degli ispettori lascia presagire che la decisione non si farà attendere a lungo.

La vicenda ha assunto una dimensione che travalica l'aspetto meramente disciplinare, fino a toccare questioni di carattere etico e culturale. A sottolinearlo è stato lo stesso vertice del calcio italiano. Gabriele Gravina, presidente federale, ha colto l'occasione del consiglio federale svoltosi nella capitale per esprimere una posizione netta sull'episodio.

"Dobbiamo ritrovare il senso dell'educazione. Pensare che alzare la voce possa condizionare le decisioni arbitrali è una sconfitta per tutto il calcio italiano", ha affermato il numero uno della FIGC, tracciando un quadro che va oltre il singolo episodio per abbracciare una riflessione più ampia sul clima che si respira nel movimento calcistico nazionale.

Le parole di Gravina rappresentano un monito chiaro rivolto all'intero sistema. Il riferimento alla necessità di recuperare valori educativi fondamentali sottende una preoccupazione più vasta per il deterioramento del clima che caratterizza sempre più spesso le manifestazioni sportive di vertice. L'idea che l'aggressività verbale possa costituire uno strumento lecito per influenzare le decisioni tecniche viene respinta con fermezza, inquadrata come sintomo di una deriva dannosa per l'immagine e la credibilità del calcio italiano.

L'intervento del presidente federale assume particolare significato proprio alla luce della sua tempistica e della sede istituzionale in cui è stato pronunciato. Scegliere il consiglio federale per condannare pubblicamente determinati comportamenti equivale a sottolineare la gravità con cui l'organo di governo del calcio italiano guarda a episodi di questo tipo.

La questione si inserisce in un momento particolarmente delicato per il campionato italiano, con la lotta per il titolo che si fa sempre più serrata e le tensioni tra le società inevitabilmente destinate a crescere. In questo scenario, la vicenda Allegri-Oriali rischia di rappresentare solo il primo capitolo di una serie di episodi che potrebbero caratterizzare la fase conclusiva della stagione.

L'attenzione si concentra ora sulle modalità e sui tempi con cui la giustizia sportiva deciderà di intervenire. Una sanzione esemplare potrebbe fungere da deterrente per evitare il ripetersi di comportamenti analoghi, mentre una punizione considerata troppo blanda rischierebbe di inviare un messaggio di tolleranza difficilmente conciliabile con le dichiarazioni di principio espresse dal presidente Gravina.

La presenza capillare delle telecamere durante la manifestazione saudita ha reso impossibile qualsiasi contestazione sulla dinamica dei fatti, eliminando quella zona grigia che talvolta caratterizza episodi di questo genere. L'era della trasparenza totale imposta dalla tecnologia televisiva moderna non lascia spazio a interpretazioni divergenti, cristallizzando gli eventi in una documentazione oggettiva e incontrovertibile.

Resta da capire se l'episodio avrà ripercussioni anche sul piano dei rapporti tra le società coinvolte e se, più in generale, costituirà un punto di svolta nella gestione della disciplina sportiva. La prossima decisione del Giudice Sportivo sarà seguita con particolare attenzione, non solo per definire le conseguenze immediate dell'accaduto, ma anche per comprendere quale indirizzo intenda imprimere la giustizia sportiva a tutela del decoro e del rispetto che dovrebbero sempre caratterizzare le competizioni professionistiche.

Sezione: Serie A / Data: Sab 20 dicembre 2025 alle 08:15
Autore: Chiara Motta
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