Una presa di posizione netta e senza mezzi termini quella dell'Ugento Calcio, che attraverso i suoi vertici societari ha sollevato pubblicamente la questione delle prestazioni arbitrali nelle gare del campionato di Eccellenza pugliese girone unico. La dirigenza giallorossa lamenta una serie di episodi controversi che avrebbero condizionato negativamente i risultati della squadra, con particolare riferimento all'ultimo incontro disputato allo stadio "Antonio Bianco".

Le dichiarazioni del presidente Massimo De Nuzzo non lasciano spazio a interpretazioni: «La misura è colma. Un accanimento continuo e immotivato nei riguardi dell'Ugento Calcio rischia di mandare in fumo i sacrifici di tante persone e mettere in serio pericolo il proseguimento del progetto calcistico giallorosso».

Gli episodi contestati nell'ultima gara

Nel mirino della dirigenza ugentina finisce in particolare l'ultima direzione arbitrale, ritenuta determinante nell'esito finale della partita casalinga. Secondo quanto ricostruito dal club, si sarebbe verificata una concatenazione di decisioni discutibili distribuite nell'arco dei novanta minuti, tutte sfavorevoli alla formazione guidata dal tecnico Andrea Manco.

Il numero uno giallorosso ha fornito un resoconto dettagliato delle situazioni contestate. Nel corso della prima frazione di gioco, l'arbitro non avrebbe ravvisato un contatto in area di rigore ai danni del calciatore Sabatè. Successivamente, sarebbe stato annullato un gol del pareggio per un presunto fallo che, secondo la ricostruzione societaria, sarebbe stato fischiato erroneamente: l'episodio avrebbe coinvolto il portiere e un difensore della squadra avversaria di Gallipoli, con il calciatore ugentino lontano dall'azione.

«Abbiamo assistito – continua De Nuzzo – a un arbitraggio gravemente insufficiente con scelte che hanno lasciato basiti. Un calcio di rigore nel primo tempo su Sabatè non visto, un fallo inesistente, essendo il nostro calciatore lontano, fischiato dopo uno scontro di gioco tra il portiere e un difensore gallipolino con l'annullamento del gol del pari».

Le contestazioni si estendono anche alla ripresa, dove l'Ugento lamenta ulteriori interventi fallosi in area avversaria non sanzionati dal direttore di gara. «E ancora, nella ripresa, un paio di interventi nei 16 metri avversari ai danni di un nostro attaccante sui quali l'arbitro ha lasciato inspiegabilmente correre. Tanti episodi, facili da leggere e tutti registrati dalle immagini», ha aggiunto il presidente, sottolineando come le situazioni controverse sarebbero documentate dalle riprese video.

Un precedente che preoccupa

La questione assume contorni ancora più delicati per via di un dettaglio evidenziato dallo stesso De Nuzzo: non si tratterebbe della prima occasione in cui le gare dell'Ugento vengono dirette dallo stesso arbitro, e in ogni circostanza le decisioni avrebbero penalizzato la compagine salentina.

«Non è la prima volta che le nostre partite vengono arbitrate da questo ufficiale di gara e ogni volta – dice ancora il massimo dirigente ugentino – le sue decisioni ci penalizzano in maniera inequivocabile e oramai inaccettabile», ha dichiarato il presidente, lasciando trasparire una frustrazione maturata nel tempo e non limitata al singolo episodio.

L'intervento ufficiale presso gli organi competenti

Di fronte a quella che viene percepita come una situazione insostenibile, la società ha deciso di formalizzare le proprie rimostranze attraverso i canali istituzionali. L'Ugento ha già provveduto a notificare agli organi competenti del calcio dilettantistico le proprie contestazioni riguardo alla gestione arbitrale delle partite disputate nel corso della stagione in corso.

L'iniziativa rappresenta un passaggio significativo che testimonia la volontà del club di portare la questione all'attenzione delle autorità calcistiche territoriali, nella speranza di ottenere maggiore attenzione e tutela nelle prossime giornate di campionato.

La linea del club: nessuna accusa di malafede, ma richiesta di equità

Nella gestione della vicenda, la dirigenza giallorossa ha tenuto a precisare la propria posizione attraverso le parole del vicepresidente Cosimo Bellisario, che ha escluso categoricamente ipotesi di scorrettezza intenzionale, pur rivendicando con forza il diritto a un trattamento paritario.

«Non pensiamo neanche ci possa essere malafede – interviene il vicepresidente Cosimo Bellisario – fosse così tradiremmo i principi sportivi che ci portano a impegnare tempo e denaro nel calcio. Così come siamo sempre disponibili a collaborare con le istituzioni del calcio e con le terne arbitrali, senza le quali non potremmo scendere in campo».

Il dirigente ha quindi ribadito il rispetto dell'Ugento verso gli organi del calcio e verso gli arbitri, riconoscendone il ruolo indispensabile per lo svolgimento delle competizioni. Tuttavia, ha rivendicato con fermezza l'esigenza di essere trattati alla stregua di tutte le altre società partecipanti al torneo.

«Esigiamo però parità di giudizio e trattamento al pari delle altre società. L'Ugento Calcio è una realtà che negli anni si è fatta apprezzare, non è giusto continuare a subire torti pesantissimi, domenica dopo domenica», ha affermato Bellisario, evidenziando il percorso di crescita e consolidamento della società nel panorama calcistico regionale.

L'ultimatum: pronti a ritirarsi se la situazione non cambierà

Il momento più dirompente delle dichiarazioni è arrivato nella parte conclusiva dell'intervento del vicepresidente, che non ha esitato a paventare scenari estremi qualora la situazione dovesse protrarsi senza modifiche sostanziali.

«Chiediamo rispetto, perché diamo rispetto a tutti. In caso contrario – conclude - siamo pronti a togliere il disturbo e a farci da parte», ha affermato Bellisario, lanciando un messaggio inequivocabile alle autorità calcistiche e sollevando concretamente la possibilità di un ritiro della società dalle competizioni.

Un'ipotesi che rappresenterebbe un epilogo drammatico per una realtà calcistica radicata nel territorio e che, come sottolineato dai dirigenti stessi, è frutto dell'impegno economico e dell'investimento di tempo di numerose persone. La minaccia di abbandono assume quindi i contorni di un grido d'allarme lanciato da una società che si sente ingiustamente penalizzata e non più disposta a tollerare quella che ritiene essere un'evidente disparità di trattamento.

La vicenda pone interrogativi sul sistema delle designazioni arbitrali nei campionati dilettantistici e sulla percezione di equità che le società devono poter nutrire per garantire la regolare prosecuzione delle competizioni. Ora la palla passa agli organi federali regionali, chiamati a valutare le rimostranze dell'Ugento e a fornire risposte concrete che possano ristabilire la serenità necessaria allo svolgimento del campionato.

Sezione: Eccellenza / Data: Sab 20 dicembre 2025 alle 00:15
Autore: Chiara Motta
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