Alvaro Morata, attaccante che ha lasciato il Milan per trasferirsi al Galatasaray durante il mercato di gennaio, ha rilasciato un'intervista a Marca direttamente da Istanbul, nella quale ha ripercorso i momenti più significativi della sua carriera, soffermandosi in particolare sulla recente esperienza in rossonero e sul suo rapido addio.
"Circostanze del calcio… Alla fine ognuno deve pensare a se stesso. È facile parlare, ma alla fine se tutto andrà bene il prossimo anno giocherò la Champions e questa è una cosa importante per me. Volevo continuare a competere al massimo livello europeo, cosa non semplice", ha dichiarato l'attaccante spagnolo spiegando le motivazioni del suo trasferimento in Turchia.
Interpellato sui motivi che lo avevano spinto a lasciare l'Atletico Madrid la scorsa estate, Morata ha rivelato: "In quel momento era ciò che mi chiedevano corpo e testa. Ci sono volte che si prendono decisioni nei momenti opportuni, se mi guardo indietro mi rendo conto che la tifoseria in un certo senso mi ha capito e che dopo l'Europeo la gente non mi vedeva nello stesso modo. Sono decisioni personali che si prendono. Sono andato al Milan per il mister (Fonseca), che mi ha dimostrato di volermi davvero, ma dopo pochi mesi un progetto che sembrava una cosa è diventato un'altra. E quindi non mi sentivo a mio agio, io ero andato lì per stare con Fonseca".
Nel corso dell'intervista, l'attaccante ha anche parlato del suo rapporto con Paulo Dybala: "È un giocatore diverso, di un altro livello. Lui, Isco... Sono giocatori diversi. Ho giocato con lui 10 anni e a volte, pur conoscendolo, fa degli assist che mai ti aspetteresti. Paulo è un amico, è il padrino di mia figlia, gli auguro il meglio perché gli voglio bene".
Morata ha inoltre espresso un giudizio sui club in cui ha militato durante la sua carriera. Sulla Juventus ha affermato: "Un ambiente familiare, grandissima società e club. Lavoratori meravigliosi". Mentre parlando del Milan ha dichiarato: "Un grandissimo club, con gente vicina e pieno di storia".
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