Salvatore Caiata, presidente del Potenza, è intervenuto ieri in conferenza stampa per fare il punto sul campionato appena concluso e sul futuro della società. "Devo cominciare coi ringraziamenti, li devo per quelli che sono stati questi anni. Innanzitutto a Vito, dalla sua caffetteria è partita la mia avventura, è stato lui che mi ha dato lo spunto iniziale per la mia presidenza. Al 'trio della ricotta', a Tonino (Iovino, ndr) che mi è accanto, a Maurizio Fontana che anche se non è qua è stata una persona importante per la società, a Daniele Flammia che è stata una presenza invisibile e troppo spesso sottovalutato e attaccato invece ritengo che il suo impegno è stato costante e spero possa proseguire anche dopo, a mio figlio Antonio che per 5 anni si è privato della figura del papà che non mi ha fatto mai pesare la mia assenza senza ostacolare la mia passione.
Poi vengono tutti gli altri amici, li ho scritti e spero di non dimenticarne: a Enzo Summa, insieme a Daniele è la figura più importante nell'organigramma societario, abilissimo nell'amministrazione della società, ci ha permesso di uscire indenni e senza problemi di penalizzazione. Gli amici Cristiano e Franco Pascarelli, l'amico Piero Calò, l'amico Roberto Rosa, tutti i dirigenti, Manuel, Valentina, Carolina, Mario, Peppe Lolaico, sono stati sempre presenti. Gli amici addetti stampa Francesco, Peppe, Giovanni, insieme a loro, che hanno assecondato la mia follia, abbiamo costruito una gestione comunicativa diversa. Gli amici dell'associazione Potenza 1919, tutti i componenti, gli altri mi perdoneranno se non li nomino tutti, ma sono stati fondamentali.
Ringrazio la stampa, sempre presente e costante nel suo sostegno in giro per l'Italia. Voglio ringraziare anche i miei detrattori che hanno consentito a chi mi voleva bene di difendermi: potete ora tornare nel vostro anonimato.
Poi devo ringraziare una serie di giocatori, abbiamo tesserato 150 giocatori nella nostra gestione, abbiamo formato quasi 400 giovani atleti e questo è un valore sociale indiscutibile e che va riconosciuto alla società. Ne citerò solo alcuni: Peppe Siclari, sposò questo progetto quando nessuno ci credeva; Raffaele Ioime, il portiere che ha disputato più presenze nella mia gestione, un esempio di attaccamento ai colori; Puma e Giosa, professionisti esemplari; Leo Guaita; Peppe Coccia, è stato il primo cui ho fatto il contratto e ha condiviso il percorso con 180 presenze in rossoblù; Gigi Cuppone, il suo arrivo è stato fondamentale per la salvezza, ha la media realizzativa più alta dei miei anni di gestione; Carlos França, gli devo un ringraziamento particolare, lui ha creato ricordi sportivi ed emozionali.
Infine grazie a tre mister: Arleo, per l'attaccamento ai colori e per la dedizione alla causa; Gallo, una persona eccezionale con cui abbiamo condiviso un percorso che anche se finito con l'esonero non ha intaccato la stima; Raffaele, con lui c'è stata una sintonia personale, è una persona che merita altri palcoscenici. Insieme a lui anche Giuseppe Leonetti".
"Auguro all'associazione di portare avanti il progetto, alla comunità di supportare il più possibile l'associazione. Credo sia fondamentale per tenere in vita il Potenza. Ad oggi non ho avuto alcuna manifestazione di interesse e sono qui per fare chiarezza, non voglio tracciare il bilancio, lo conoscete tutti. Sono orgoglioso del bilancio sociale: centinaia di associazioni coinvolte, centinaia di iniziative per gente che vive situazioni di difficoltà, contributi per ospedali, scuole e case di riposo, è un merito che ci prendiamo. Il Covid non ci ha permesso di essere presenti come avremmo voluto, ma quando abbiamo potuto l'abbiamo fatto con tutta la nostra disponibilità".
"Disimpegno totale? Ad oggi la quota azionaria che fa riferimento alla mia persona è di circa l'85%, al 65% va aggiungersi la quota di Tonino e di Maurizio, il 15% è dell'associazione. Noi siamo disposti a cedere l'85% delle quote, siamo disposti a tenerne una parte se chi subentra ci chiede di restare come soci di minoranza, non siamo disposti più ad essere perno centrale come quello rivestito fino ad ora. Siamo disponibili a dare il nostro contributo, come ad esempio a livello di sponsorizzazione. Non è un problema economico, noi siamo disposti a cedere anche a titolo gratuito. Sciacalli non ne vogliamo perché non vogliamo relazionarci con gli sciacalli e ce ne sono troppi nel calcio. Ci deve essere il gradimento della Figc, se non la autorizza le quote tornano in nostro possesso. Il valore teorico della società è doppio rispetto all'indebitamento (rispetto al quale si dicono un sacco di cazzate). L'indebitamento ha indici normali di gestione. In D abbiamo pagato 400 mila euro di vertenze degli anni precedenti. Lunedì prossimo paghiamo l'ultima rata dell'Iva 2014. L'indebitamento che abbiamo ereditato è quello che abbiamo gestito senza produrne ulteriore perché nel professionismo se non paghi vieni penalizzato. Sappiamo che le società di calcio appartengono a tutti, il Potenza è di tutti quindi la cessione non è un problema economico, ma di credibilità".
"Noi ci siamo incontrati col presidente del Lavello diverse volte. A gennaio abbiamo iniziato un rapporto di collaborazione per cui da noi è arrivato Burzio e da loro Sessa e Grande. La salutiamo con favore e se dovesse assumere una forma più stabile, anche sotto forma societaria ne saremmo lieti".
"Candidatura a sindaco di Potenza? Assolutamente no. Lo dico con grande certezza, non faccio strategie. Vado via dopo cinque anni in cui c'è stato il nulla a livello di impiantistica sportiva. Io sarei lieto se andando via, il giorno dopo arrivasse la possibilità di un nuovo stadio e di un nuovo centro sportivo. Arriverebbe come risultato del nostro lavoro di 5 anni: quello che conta è il risultato, non chi lo fa. Io ero Salvatore Caiata anche prima di venire a Potenza: la mia vita era improntata al fare, anche con successo. In molti pur di non perdere l'attenzione mediatica distruggono le loro finanze, le loro famiglia e le società. Io credo di non avere questo difetto. Smettere senza retrocedere e senza fallire non è da tutti".
"Mi manca la Serie B, il destino è stato beffardo. Quella squadra era piena di personalità ed esperienza, c'era tutto in quella squadra. Io credo che Petrullo sia stato il miglior presidente della squadra del Potenza, è stato offuscato da Ferri, ma le promozioni le ha conquistate lui".
"La mia decisione matura non in risposta a stimoli di altri, ma solo per stanchezza personale, fisica, psicologica, mentale, economica, famigliare, affettiva. Non sono capace di fare il presidente part-time".
"Quale sarà il futuro del Potenza se gli sforzi di cedere non dovesse portare ad una soluzione? Chi iscriverà il Potenza? Non ci sarà. E' evidente. Noi abbiamo tenuto fede agli impegni, per questo ho detto di tenersi stretta l'associazione. Spero possa esserci il principe azzurro, ma non è detto sia così. L'unica possibilità è nell'associazione, io non sono in grado di iscrivere la squadra perché disimpegnarsi significa disimpegnarsi. L'anno scorso l'ho fatto per amore".
"Linea temporale? La scadenza dell'iscrizione. Farla non è una passeggiata. Un ringraziamento che ho dimenticato è stato alla BCC di Basilicata che è sempre stata a noi vicina, insieme a loro anche a tutti gli sponsor e partner commerciali, a Valentina che ha gestito questo aspetto. Oggi tempo ce n'è, ma più ne passerà e meno si potrà fare".
"Io restare con un ruolo marginale? Vorrei solo un ruolo di supporto, posso solo mettere a disposizione la mia esperienza, ma nel calcio dove cantano troppi galli non fa mai giorno".
"Quasi nessuno di chi è andato via da qua ha fatto meglio, qui c'erano le condizioni per rendere al massimo. Più che bravi a scegliere i giocatori, bisogna creare le condizioni perché facciano bene. Posso fare esempi: Sandri e Cargnelutti ora sono giocatori corteggiati in A, ma c'è voluto tempo e condizione".
"Sono disponibile ad entrare nell'associazione. La tifoseria? La devo ringraziare per i tanti abbonamenti fatti, è stato un sostegno oggettivo, è stato un punto di forza, col Viviani pieno abbiamo fatto sempre meglio rispetto al Viviani vuoto. Sulla tifoseria dico un'altra cosa che non è molto bella, devo essere onesto fino in fondo: io credo che il tifo in C si va estinguendo, non faccio una riflessione solo sulla nostra comunità, ma a 360 gradi. Siamo ancora una eccezione, quella che cerca di coinvolgere le nuove generazioni, ma queste non lo seguono, non sono interessati alla C. Io temo che nel giro di 5-10 anni questo tipo di identità e tradizione possa perdersi e sparire. Questo calcio non è appetibile. Anche trasmetterlo sulle piattaforme allontana, bisogna condividerlo negli stadi e se cala la presenza cala la passione. Al Nord ci sono partite che si giocano con 2-300 spettatori, quello che è ambito non è il gesto tecnico, ma l'aspetto emozionale, lo spirito di appartenenza: se non lo vivi, lo perdi".
"Quante volte ho fatto la formazione? Mai. Il primo anno con Ragno telefonavo per conoscerla senza mai commentarla. Gli anni con Raffaele non ho mai saputo la formazione finché non uscivano dagli spogliatoi. Mario Somma voleva dirmela il giovedì ma non ero interessato. Ad Arleo non ho mai chiesto. I presidenti che interferiscono diventano deboli".
"Rispetto a giovedì la società si è comportata come doveva, multando e scrivendo al Comune se ci fossero dei danni. Si fa troppa dietrologia e perbenismo. Esagerato il clamore. Contestazione tifosi? Mi è dispiaciuto. I presidenti che tengono in piedi il giochino devono essere rispettati. La contestazione non esiste, non lo merito. Ci sono inoltre modi e modi di farlo. Mandare affanculo una persona, imprecare sulla famiglia no. E' sbagliato culturalmente".
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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