Vicenza-Triestina, l'orgoglio di Tesser: «I ragazzi hanno un cuore grande, ma non abbiamo le stesse alternative del Vicenza»

Il derby del "Menti" tra Vicenza e Triestina si chiude con una sconfitta amara per gli alabardati, ma Attilio Tesser non ha alcuna intenzione di rimproverare i suoi calciatori.

Al termine di una sfida intensa, l'allenatore della Triestina ha analizzato la prestazione della squadra con grande onestà intellettuale, sottolineando come la dedizione dei suoi uomini sia andata oltre il semplice risultato del campo.

Il tecnico ha evidenziato l'atteggiamento dei biancorossi, capaci di restare in partita nonostante la spinta costante dei padroni di casa. «I miei sono stati bravi e ci hanno creduto, nel secondo tempo loro hanno accentuato il forcing, poi hanno trovato il gol anche su sfortuna nostra» ha spiegato Tesser, riferendosi al momento chiave che ha deciso l'incontro. Nonostante l'episodio sfavorevole, l'allenatore ha voluto mettere in risalto l'anima del suo gruppo: «I ragazzi stanno dando tutto dimostrando di avere un cuore grande per la Triestina».

Uno dei temi centrali della conferenza è stato il confronto tra le rose e, in particolare, la profondità delle panchine. Tesser ha ammesso, con una punta di rammarico, quanto sia difficile competere quando le opzioni a disposizione non sono le stesse degli avversari. «Oggi possiamo chiudere un cerchio, e i ragazzi stanno dando tutto, non sarebbe male avere opportunità in panchina come il Vicenza» ha dichiarato il mister, lanciando un segnale chiaro sulle difficoltà gestionali incontrate durante i novanta minuti di un derby così dispendioso.

Tesser ha poi voluto allargare l'analisi all'intero percorso compiuto finora, ricordando da dove è partita la sua avventura sulla panchina giuliana e i progressi straordinari fatti in termini di punti e mentalità. Il bilancio, nonostante la battuta d'arresto, resta straordinario nelle parole del tecnico: «Faccio i complimenti ai miei perché sono partiti da -23 e non è da tutti fare ciò che è riuscito a noi».

Una rivendicazione di identità e di forza morale per una Triestina che, pur uscendo sconfitta da una sfida prestigiosa, ha dimostrato di avere le carte in regola per continuare a lottare ai piani alti, sorretta da un gruppo che non si risparmia mai e da una guida tecnica che ne conosce perfettamente il valore umano e professionale.