Era esattamente il 20 giugno 2010. Diecci anni fa in questo giorno. L'impresa più grande di sempre in Serie D. Si giocavano le semifinali play-off del massimo campionato nazionale dilettanti che allora si componevano di due fasi: una di girone ed una nazionale. Bisognava vincere i play-off di girone per poi approdare a quelle nazionali. Lì dove arrivano il Carpi, quello disegnato da un diesse in erba di nome Cristiano Giuntoli, ed il Pianura.
All'andata il Carpi si impone con un roboante 5-0 frutto di una partita stregata per il Pianura che ad ogni tiro subisce goal. A differenza della propria mole di gioco che non è sfruttata. Delusione enorme per i tifosi al seguito che dopo settecento chilometri percorsi tornano a casa col morale sotto i tacchi. Il tecnico della squadra di casa, D'Astoli, gongola. Sa che ha in tasca la finale.
C'era un dato, però, che in un giovane cronista dell'epoca lasciava più di uno spiraglio: il Carpi quell'anno aveva perso solo tre partite e tutte e tre erano state disputate su campi in erba sintetica. Ed il Simpatia aveva proprio un terreno di gioco in erba sintetica, dalle dimensioni ridotte e tutte le squadre che ci giocavano per la prima volta trovavano sempre grande difficoltà. Mentre per i padroni di casa le dimensioni piccole del rettangolo verde ne favorivano ritmo di gioco e geometrie. Se a questo si aggiunge che quel Pianura era una squadra composta da giocatori strepitosi per la categoria: gente come i difensori Mattera (oggi al Casarano), Letizia (oggi al Benevento), Del Sorbo, Tommaso Manzo, Ausiello, Allocca, Galdean... una vera Ferrari nelle mani del tecnico Gargiulo. Ed allora il titolo fu semplice: Pianura, credici.
Ci hanno creduto tutti quelli che quel 20 giugno 2010 erano allo stadio Simpatia di Napoli. Compresi quei pochi cronisti, io tra questi, che preferirono quella partita nonostante in contemporanea si giocasse Italia-Nuova Zelanda, gara valida per la Coppa del Mondo che quell'anno si giocava in Sudafrica.
E che quel giorno avremmo assistito all'impresa più grande di sempre in Serie D in pochissimi lo avrebbero immaginato. Eppure, fu ciò che accadde. Poco importa se non c'era in palio una Coppa o la promozione diretta in una serie superiore. Per chi era lì, in quel piccolo stadio napoletano, il calcio si sublimò nella sua essenza più vera e fu una gioia incontenibile per tutti. Tifosi e non tifosi, appassionati e semplici spettatori. Un evento indelebile. Quel Pianura dei fratelli Ludovico ed Antonio Cafasso riuscì nell'impossibile. Riuscì nella maniera più incredibile e cinematrografica possibile, con un goal decisivo all'ultimo minuto ed in rovesciata.
Un peccato che quel Pianura sia stato costretto dalla mancanza di infrastrutture a rinunciare, in seguito, alla Serie C e scomparì. Ora quel club è rinato grazie al presidente Pietro Di Costanzo che ora ha riportato il club in Eccellenza. Ci auguriamo che possa ripetere le gesta della squadra dei Cafasso, anche se sarà difficile.
Difficile come raccontare le emozioni vissute quel giorno. Emozioni che cancellano le ombre che pure all'epoca qualcuno provò a gettare sulla partita provando ad offuscare la magnificienza di un'impresa straordianaria. Fu incolpato il portiere Rolli ma quel giorno gli errori più marchiani li commise il portiere del Pianura. Quel giovane Despucches che, sul 6-1, risultato che ancora premiava il Carpi, provò a servire un compagno con un pallone rasoterra. Cuoio che frena la sua corsa in una pozzanghera, rapace Bigoni si avventa sulla sfera ed in pratica a porta vuota senga il gol del 6-2. Era il 40' minuto della ripresa. In pratica era finita. Ma non per il Pianura, non per quel Pianura e per tutti quelli accorsi al Simpatia.
Partì l'incitamento, quel non mollate che in due minuti Del Sorbo trasforma in rete. Il goal del 7-2. Una rete che non bastava ancora. L'arbitro assegna il recupero. Quattro minuti ancora di speranza. E quando la lancetta segna l'inizio del quarto ed ultimo minuto di recupero ecco che ancora Del Sorbo lavora la palla in area, è spalle alla porta, cerca un compagno al limite ma l'unico servibile è l'accorrente Galdean sulla fascia destra. Il pallone è per lui, il centrocampista albanese finta di crossare col destro, rientra sul sinistro e pennella verso il secondo palo. Lì c'è Tommaso Manzo, il bomber tascabile quel giorno aveva già segnato tre reti. La quarta la serba per il momento migliore. Quel momento. Sembra di rivedere Pelè in "Fuga per la vittoria". Tommy inarca la schiena e con una rovesciata stilisticamente perfetta riesce a mettere la palla sul palo lungo, scavalcando l'incolpevole Rolli.
Pianura-Carpi 8-2 è storia.
Semifinale play-off 20 giugno 2010
Pianura-Carpi 8-2
Pianura (4-3-3): Despucches; Carbonaro, Mattera, Allocca (20’ st De Luca), Letizia; De Rosa (37’ pt Ausiello), Scarpato (30’ st Galdean), Ianniello; Pirone, Del Sorbo, Manzo. A disp.: Muoio, Manzi, Alterio, Scognamiglio. All.: Gargiulo
Carpi (4-4-2): Rolli; Martinelli, Merlini, Dascoli, Caselli; Pasciuti, Malpeli (24’ st Di Chiara), Perini, Alij (16’ st Lo Russo); Ferretti (8’ st Bigoni), Gherardi. A disp.: Frongillo, Politano, Franchi, Taugourdeau. All.: D’Astoli.
Arbitro: Roca di Foggia
Reti: pt 2’ Del Sorbo, 7’ Manzo, 21’ Perini, 47’ Mattera, 1' st Manzo, 5’ st Manzo, 21’ st Ausiello, 40’ st Bigoni, 42’ st Del Sorbo, 48’ st Manzo
Note: Spettatori 250 circa, di cui una ventina da Carpi. Espulso al 30’ pt Gherardi per gioco violento. Ammoniti: Mattera, Manzo. Corner: 7-2. Recupero: pt 4’; st 4’.
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