Nella sua lunga e più che dignitosa carriera, che conta quasi 300 presenze tra Serie A e B, Paolo Hernan Dellafiore conta due mancanze: non ha mai giocato in Serie D; e non ha mai vinto un campionato. Della prima avrebbe volentieri fatto a meno, non fosse stato per un grave infortunio al ginocchio (rottura del crociato anteriore) che due anni fa ne compromise l’attività. Quanto alla seconda, non è mai troppo tardi. E se, per comare la lacuna, gli è toccato scendere tra i dilettanti, poco importa: piazza migliore di Mantova non poteva capitargli.
Dellafiore è stato presentato in pompa magna ieri pomeriggio in viale Te. Nato a Buenos Aires il 2 febbraio 1985, ma in Italia già dall’età di 2 anni, difensore centrale di ruolo, è cresciuto nell’Inter. In Serie A ha giocato con le maglie di Treviso, Palermo, Torino, Parma, Cesena, Novara e Siena; in B Padova, Siena, Latina e Perugia; in C ha invece vissuto la sua prima e la sua ultima esperienza nel calcio professionistico (rispettivamente con Spezia e Paganese). Dopo due settimane di prova – più che altro per testarne le condizioni fisiche – è stato tesserato dal Mantova. «Paolo – ha detto il presidente Ettore Masiello – si è integrato subito nel gruppo, ha conosciuto la città e ha visto le ultime due partite. Contiamo sul suo apporto e sulla sua esperienza. È la classica ciliegina che dimostra quanto il Mantova stia producendo il massimo sforzo per tornare tra i professionisti».
Per presentarsi ai nuovi tifosi, Dellafiore ha usato parole misurate: «Arrivo in una piazza che ha avuto a che fare con categorie superiori – ha detto – , in una squadra e in una società che hanno fatto grandi cose anche senza di me. Io mi metto a disposizione. Conto di dare il mio contributo, anche in termini di esperienza verso i più giovani. Ho voglia di giocare, non vedo assolutamente Mantova come un ripiego. Anzi, il fatto di non aver mai vinto un campionato è uno stimolo in più per me. Fino a maggio sarò qui, poi tireremo le somme e vedremo». Il difensore ha rassicurato sulle sue condizioni: «Non sono ovviamente al top, ma dalla scorsa estate mi sono allenato con diverse squadre e mi sento bene».
Ma che impressioni gli ha fatto il Mantova in queste due settimane? «Il +6 in classifica potrebbe far pensare a un campionato facile, ma non è così. Ho visto le ultime due partite: la Correggese è una buona squadra, che gioca bene a calcio e, come tutte, proprio perchè aveva di fronte il Mantova, ha dato il massimo. Quella di Alfonsine è stata una partita diversa, condizionata dal campo brutto. Il Mantova ha vinto lottando con grinta, come bisogna fare in questi casi». Dellafiore indosserà la maglia numero 32 («scelto perchè è il primo che mi hanno proposto»), mentre alla domanda su chi sia stato l’attaccante più difficile da marcare in carriera, prima esita e poi indica… Gigi Scotto. Più integrato di così non si può.
Dopo Dellafiore e il centrocampista Pablo Landri, il presidente Masiello non ha chiuso le porte ad altri innesti: «Abbiamo ancora una decina di giorni a disposizione e il ds Righi ci sta lavorando. Ho parlato con Setti e anche lui mi ha ribadito la volontà di non lasciare nulla d’intentato».
Autore: Francesco Pizzoccheri
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