La redazione di mondorossoblu ha intervistato mister Laterza alla vigilia della dodicesima giornata di serie D, che vedrà il Taranto nuovamente spettatore causa Covid. La prima domanda, naturalmente, è sullo stato di salute dei ragazzi e di come procedono gli allenamenti a ranghi ridotti.
Ci stiamo allenando, attendiamo i risultati dei tamponi fatti stamattina, speriamo di recuperare tutti i ragazzi quanto prima.
In vista del rientro il 24 gennaio, ci si farà trovare pronti dal punto di vista numerico e dello stato di forma?
Prima rientrano tutti e meglio è. Poi, naturalmente, dobbiamo vedere in che condizioni rientrano. C’è chi ha subito un po’ di più il Covid, qualcuno è stato completamente asintomatico, puntiamo ad un recupero mirato e soggettivo in base al quadro che si presenta al rientro.
Dal 24 una lunga rincorsa di 25 partite in quasi 5 mesi. Come stai pensando a questo tour de force?
Prenderemo atto del programma che si presenta, attendiamo il rientro di tutti e iniziamo a lavorare sapendo che ci aspetta un grosso impegno. Anche per questo abbiamo completato la rosa con gli ultimi due arrivi, siamo completi e abbiamo possibilità di programmare partita per partita.
Dei giocatori assenti in queste prime giornate, chi ti è mancato di più?
Mi sono mancati un po’ tutti, alle volte siamo andati in difficoltà dal punto di vista numerico ma tutti si sono messi a disposizione quando sono stati chiamati in causa. Questo è il risultato della mentalità che abbiamo cercato di creare fin dal primo giorno, i ragazzi si sono dimostrati all’altezza della situazione.
Fare di necessità virtù nell’ottica del sacrificio per il bene della squadra…
Dal primo giorno ho detto ai ragazzi che credo in ogni giocatore di questa rosa, nessuno è qui per fare solo numero. Poi sono stati bravi a rispondere quando sono stati utilizzati, dal più grande al più piccolo, anche e soprattutto chi ha giocato meno.
Quindi bene anche gli under...
Certamente. A loro, che magari occorre insegnare qualcosa dal punto di vista della mentalità da avere in una piazza come Taranto, ho avuto buone risposte. Da Serafino a Mastromonaco, da Santarpia a Marino, Boccia, Shehu… si sono tutti fatti trovare pronti.
I più grandi dello spogliatoio ti stanno aiutando nel percorso di crescita di questi ragazzi?
Gli over mi stanno dando una grandissima mano. È un gruppo dove non ci sono primedonne, gente che si è messa a disposizione dal primo giorno a partire dal capitano. Professionista serio sul campo e nello spogliatoio, è stato bravo ad aiutarmi. Sono giocatori giusti, lo spogliatoio è pulito e possiamo lavorare con tranquillità.
I nuovi arrivi, come li valuti?
Il direttore Montervino è stato bravissimo a portare a Taranto due calciatori che sicuramente potranno darci una mano sia dal punto di vista tecnico che mentale.
Quando il DS Montervino ti ha fatto il nome di Tissone cosa hai pensato?
Sinceramente, all’inizio non pensavo che un giocatore del suo spessore potesse scendere a giocare in serie D. Però dopo la prima chiacchierata mi sono reso conto di poter fare un colpo importante. Quando è arrivato mi sono reso conto che il direttore Montervino ha fatto un grandissimo colpo.
Idem per Diaz.
Secondo me aveva un mercato importante in Italia, è voluto partire troppo presto per la Spagna e quando ha avuto la possibilità di tornare non se l’è lasciata sfuggire. Fa piacere averlo in rosa con noi e darà il suo contributo.
A quali modelli ti ispiri per il tuo calcio?
Quando ho iniziato a pensare che potessi allenare ho costruito un’idea e ho fatto riferimento ai modelli più importanti. Quello che sicuramente mi piaciuto di più per le proprie idee è stato Crujff, così come mi piace Guardiola e la sua metodologia, il suo approccio umano e il carisma. E Cruyff, così come Sacchi, sono allenatori che hanno cambiato qualcosa nel calcio e questi sono di certo i modelli da prendere in considerazione.
Tattica e approccio senza dimenticare la parte umana.
È fondamentale, oltre ad avere metodo e idee, occorre sapersi approcciare ai ragazzi dal punto di vista tattico. Chi vuole allenare deve sapersi approcciare ai ragazzi e allo spogliatoio.
Nei tuoi anni di Fasano e qui a Taranto ha funzionato questa filosofia?
Credo di si, perché io non ho mai costruito un personaggio. Mi sono sempre approcciato creando un certo tipo di rapporto con i giocatori e sono sempre stato me stesso. Quando hai rispetto delle persone che hai di fronte si crea un rapporto speciale nello spogliatoio, fatto di rispetto reciproco.
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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