Le statistiche raccontano una storia inequivocabile: il Treviso di Edoardo Gorini non sta semplicemente guidando il girone C di Serie D, ma sta ridefinendo gli standard di efficienza in questa categoria. Alla conclusione del girone d'andata, i biancocelesti hanno accumulato 43 punti, costruendo un margine di dieci lunghezze sul Cjarlins Muzane che insegue al secondo posto. Ma cosa rende questa squadra così dominante?

L'esame degli indicatori chiave di prestazione rivela il segreto principale: una fase difensiva di livello superiore. Considerando l'universo della Serie D – composto da 162 formazioni distribuite in nove gironi – il Treviso occupa posizioni di vertice assoluto. Con sole 8 reti incassate, la squadra veneta si colloca al primo posto nazionale per questa statistica, mentre per tiri concessi agli avversari (101) è seconda soltanto al Leon del girone B, che ne conta 99.

Questi dati assumono un significato ancora più rilevante se confrontati con le medie complessive della competizione: 19,51 gol subiti e 178,95 conclusioni concesse. Il divario è abissale e testimonia un'organizzazione difensiva che funziona come un meccanismo di precisione svizzera.

Tale impermeabilità non è casuale, ma deriva da un lavoro collettivo metodico. La formazione allenata da Gorini si posiziona al settimo posto nell'intera Serie D per palloni recuperati, con 1.390 intercetti. Il risultato sul campo parla chiaro: undici partite concluse senza subire reti su diciassette disputate. Tra i pali, Rok Vadjunec vanta una percentuale di imbattibilità che lo colloca tra i portieri più affidabili della categoria.

L'analisi individuale evidenzia gli artefici di questa muraglia. Matteo Salvi emerge come leader indiscusso della retroguardia con 148 palloni recuperati, dimostrando capacità di lettura delle situazioni che non hanno eguali nel reparto. Al suo fianco, Andrea Munaretto contribuisce con 125 recuperi, formando una coppia centrale di assoluto affidamento.

Davanti alla linea difensiva, l'esperienza di Robert Gucher si rivela fondamentale: con 122 palloni conquistati, il centrocampista rappresenta uno scudo pressoché impenetrabile. Il suo lavoro viene amplificato dal contributo di Alberto Brigati (100 recuperi) e dall'energia di Filippo Serena (90), creando una zona mediana che soffoca le manovre avversarie.

Se la difesa costituisce le fondamenta, l'attacco del Treviso si distingue per un'efficacia clinica. Le metriche offensive delineano una squadra che privilegia la manovra orchestrata rispetto alle iniziative solitarie. Il 152° posto nella classifica dei dribbling riusciti in Serie D non rappresenta una debolezza, ma una scelta tattica precisa: evitare i duelli individuali per cercare soluzioni più elaborate e sicure.

I 28 gol realizzati raccontano di un cinismo spietato. Confrontando questo dato con i 22 gol attesi (xG) – una metrica che quantifica la qualità delle occasioni create – emerge un surplus di sei reti. Questo scarto positivo indica che il Treviso possiede finalizzatori di categoria superiore, capaci di convertire anche opportunità apparentemente modeste. Luigi Scotto, autore di 12 marcature, incarna perfettamente questa qualità.

La vera firma tattica della squadra risiede nell'utilizzo sistematico delle corsie laterali. Con 331 palle lavorate sugli esterni, il Treviso occupa la terza posizione nazionale in questa specifica voce statistica. I 279 cross effettuati rappresentano il dato più alto del girone C, trasformando le fasce in autostrade offensive.

I principali fornitori di traversoni sono Brigati (43), Beltrame (37) e Fedato (34). Questa pressione laterale costante costringe le difese avversarie a continue riorganizzazioni, nonostante i biancocelesti non eccellano nei duelli aerei offensivi (112 vinti, contro i 121 dell'Obermais che guida questa classifica).

Un aspetto particolarmente significativo riguarda l'efficacia sulle situazioni da fermo. Esattamente metà dei 28 gol totali – quattordici – proviene da palle inattive: sei da calcio d'angolo (primato nel girone), quattro su calcio di rigore (altro primato di girone), oltre a punizioni e rimesse laterali.

Questa specializzazione trasforma ogni schema in un'opportunità concreta, permettendo alla squadra di sbloccare anche gli incontri più complessi. Le vittorie per 1-0 contro Mestre e Cjarlins, partite in cui il Treviso ha prodotto soltanto 0,5 di xG, dimostrano come la formazione riesca a capitalizzare episodi isolati grazie alla precisione nelle esecuzioni da fermo.

Il quadro complessivo descrive una squadra che ha raggiunto un equilibrio raro: solidità difensiva estrema combinata con efficacia offensiva massimale. Il Treviso non disperde energie in iniziative spettacolari ma poco produttive. La filosofia è chiara: difesa compatta come una cassaforte e verticalità offensiva che non concede seconde possibilità agli avversari.

Dietro il primato in classifica non emerge soltanto il talento dei singoli interpreti, ma un sistema tattico che si avvicina alla perfezione meccanica. Ogni giocatore conosce il proprio ruolo, ogni movimento è coordinato con il collettivo, ogni transizione viene eseguita con precisione millimetrica.

Il vantaggio di dieci punti sulla seconda non appare frutto della casualità o di un momento fortunato, ma il risultato naturale di un progetto tecnico solido, di scelte tattiche precise e di un'esecuzione impeccabile sul campo. Con la seconda parte di stagione alle porte, il Treviso si presenta come una candidata credibile non solo per la vittoria del girone, ma come modello di efficienza per l'intera categoria.

I numeri, del resto, non mentono mai. E quelli biancocelesti raccontano di una squadra costruita per vincere.

Sezione: Serie D / Data: Mar 30 dicembre 2025 alle 11:30
Autore: Anna Laura Giannini
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