Una garanzia tra i pali. Federico Valenti, classe 1993, è il numero del Canicattì, capolista insieme con il Mazara del girone A di Eccellenza. Due i gol subiti nelle prime 6 giornate con una striscia inviolata nelle prime 4 giornate.
«Abbiamo fatto – confessa l’ex giocatore di Scordia e Licata – un bel filotto con cinque vittorie di fila, quattro delle quali senza prendere un gol. Contro il Mazara abbiamo sciupato l’impossibile. Non siamo riusciti a mettere la palla dentro, ma il calcio è anche questo. Solo due gol? Condivido questo risultato con i miei compagni di reparto, In particolare con i centrali Ferotti, lo scorso anno al Sant’Agata, e Raimondi, che ha vinto a Paternò, e gli esterni Di Mercurio e Tedesco».
Incerta la data della ripresa. «Ci stiamo allenando, sfruttando le piattaforme digitali con i preparatori. Io sto sostenendo sedute di lavoro, le classiche sedute “individual”, con un preparatore dei portieri, Daniele Indelicato. Non comprendo perché ci siamo fermati, secondo me la categoria dilettanti è unica. Non doveva sussistere una differenza tra il dilettante regionale e quello nazionale».
Campionato che si prospetta molto incerto. «Giochiamo in un girone molto forte, ce lo giocheremo sino alla fine con Pro Favara, che si è rafforzata davvero molto con Cocuzza e Carioto, e la Sancataldese».
Sono cambiate le regole, conquisterà la promozione in D solo la prima. «Dobbiamo vincere il girone per festeggiare. Per via delle nuove regole, le seconde saranno inserite nella classifica per eventuali ripescaggi. Una situazione di questo tipo rischia chiaramente di demotivare la corsa per play off e play out». Canicattì riprova l’assalto alla D. «Al lockdown era ancora tutto in gioco, avevamo sei giornate ancora da giocare, partite ampiamente alla nostra portata. A differenza del Dattilo che aveva un calendario davvero insidioso. Peccato, ci siamo rimasti un po’ male anche per il mancato ripescaggio. Ci stiamo riprovando. La società è un’isola felice, non fa mancare nulla ai propri atleti. Purtroppo, ci manca il campo di calcio (la società agrigentina è ospite nella vicina Ravanusa), spero che arrivi presto».
Il suo rapporto speciale con l’allena - tore Pippo Romano. «L’ho avuto nella mia prima esperienza a Licata. L’ho ritrovato a Scordia. L’ho riabbracciato a Canicattì. È un grande allenatore e un grande uomo ». La prima volta tra i pali. «Giocavo nella mia Favara. In una partita Pulcini fui impiegato in porta e parai due rigori. E da quel momento la storia fu scritta». I portieri suoi idoli? «I numeri uno della mia generazione: Buffon e, da interista, Julio Cesar». Chi ammira tra i suoi colleghi? «Gaetano Dolenti, della Sancataldese, ha giocato tra i professionisti. Mi avvicino a lui per caratteristiche e ci lega una bella amicizia». È in attesa della vittoria più bella. «Diventerò papà ad aprile. In quei giorni ci giocheremo le partite decisive. Spero di compiere parate importanti per la mia compagna Ilenia e Celeste».
Le promozioni non arrivano solo sul piano tecnico. «Servono grandi gruppi. Il nostro lo è. Siamo molto compatti. Vogliamo arrivare sino in fondo». Quanto è importante Matera. «Federico è ritornato a casa, dopo l’esperienza con il Giarre. Ha segnato 4 reti. È un giocatore importante del nostro attacco, merita la D. Mavorrei ricordare anche Iezzi, giovane fortissimo, e Prestia, che completano il tridente».
Autore: Nicolas Lopez
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