Il Bisceglie guarda al 2026 con la ferma intenzione di riprendersi quel posto nel calcio interregionale sfumato troppo spesso sul più bello. Durante la trasmissione GOL – Speciale Eccellenza Pugliese su Blunote, il presidente Antonio Mari ha tracciato una linea netta tra il passato e il futuro, spiegando come l'attuale solidità della squadra sia il frutto di un percorso iniziato lontano.
«Questo progetto è iniziato quasi tre anni fa – ha spiegato Mari –. Abbiamo costruito, pezzo dopo pezzo, una squadra con l’obiettivo di vincere il campionato, che resta la nostra meta principale». Il numero uno nerazzurro ha ricordato con un pizzico di amarezza le delusioni recenti, che però sono servite da lezione per non sbagliare più: «Voglio ricordare che abbiamo perso una finale nazionale ai play-off, nonostante la vittoria nel nostro girone di Eccellenza, e una semifinale regionale ai play-off, dove all’ultimo secondo un nostro giocatore ha mancato un’occasione che ci avrebbe portato in finale». Da quegli episodi è nata la consapevolezza di dover aggiungere costantemente "tasselli" per blindare la società e la rosa.
Sulla gestione tecnica, Mari ha difeso a spada tratta la scelta di affidarsi a Pino Di Meo, descritto come l'uomo giusto per una piazza che ha bisogno di concretezza più che di esperimenti tattici: «Per vincere questo campionato serve un allenatore pragmatico, che non inventi nulla ma faccia le cose semplici. Pino Di Meo è così: entra nella testa di ogni singolo giocatore e ha creato un gruppo granitico». Insieme al lavoro di Danilo Danmarco, si è formato quello che il presidente definisce «un vero e proprio gruppo di amici», unito e compatto.
Le ambizioni stagionali del Bisceglie sono totali. La società non intende fare calcoli o scegliere tra le competizioni: «Non ci siamo prefissati un obiettivo primario, perché entrambi sono primari: sia la Coppa che qualcosa di prestigioso. Vincere un campionato è sempre bello, quindi per noi non c’è differenza tra Coppa e campionato: sono entrambi obiettivi della società». Nonostante la fiducia, Mari sa che la concorrenza è spietata, citando piazze del calibro di Brindisi, Taranto e Canosa, piazze che a suo dire meriterebbero ben altri palcoscenici: «L’Eccellenza non rappresenta il livello abituale di queste piazze».
Un passaggio significativo è stato dedicato al mercato e al rapporto col tecnico. Mari ha svelato che, nonostante la disponibilità della società a investire ancora, Di Meo ha preferito la stabilità: «Gli abbiamo chiesto se serviva intervenire, ma lui ha risposto di no. Rimaniamo con il gruppo compatto». La stabilità economica, d'altronde, è il pilastro su cui poggia il rilancio: «Programmazione e finanze del club sono essenziali in questa categoria».
Infine, Mari ha rivolto un appello istituzionale per valorizzare maggiormente il calcio pugliese: «La Puglia ha solo una squadra promossa in Serie D, mentre altre regioni ne hanno due. Sarebbe giusto chiedere una seconda promozione, perché la qualità delle squadre pugliesi lo merita». L'intervista si è chiusa con un messaggio di affetto per la città e i tifosi, con l'augurio che il 2026 possa finalmente sancire il ritorno del Bisceglie tra i semiprofessionisti.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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