Fabrizio Daidola, navigato tecnico piemontese classe 1965, ha trascorso un'annata lontano dalle panchine dopo la sua esperienza al Derthona nel girone A di Serie D, dove ha guidato il club dal marzo 2023 al febbraio 2024.
Allenatore con una solida esperienza maturata anche sulla panchina del Bra, Daidola ha accettato di aprirsi ai microfoni di Notiziariocalcio.com per fare il punto sulla sua stagione da spettatore, analizzare il campionato appena concluso, in particolare il sorprendente cammino del Bra nel suo girone, e svelare le sue aspirazioni per il futuro, con un occhio di riguardo verso un possibile approdo in Liguria. In questa intervista esclusiva, Daidola non tralascia alcun dettaglio, offrendo una lettura lucida e competente del calcio dilettantistico e delle dinamiche che lo caratterizzano.
Mister Daidola, un anno senza panchina. Come ha vissuto questo periodo?
Fabrizio Daidola: «Ho vissuto questo periodo molto serenamente. Sono passaggi che possono capitare nel nostro lavoro. Ho avuto modo di andare a vedere diverse partite e di fare degli aggiornamenti professionali che ritenevo interessanti. Ci sono stati due contatti nel girone A per un possibile ritorno in panchina, ma alla fine non si sono concretizzati. Non c'erano le condizioni giuste, e tengo a precisare che non mi riferisco all'aspetto economico. Ci siamo salutati cordialmente e nulla più.»
Parliamo del Girone A di Serie D. Cosa ne pensa del campionato appena concluso?
Fabrizio Daidola: «Credo che sia opinione condivisa da tutti che il Bra abbia rappresentato la sorpresa più significativa del girone. Hanno disputato un campionato che è diventato dominante con il passare delle giornate. Una squadra profondamente rinnovata, con un nuovo allenatore, che ormai è vicinissima alla promozione in Serie C, un obiettivo che in estate sembrava tutt'altro che scontato. Il Bra è sempre stato una squadra da zona playoff anche in passato, ma un cammino così nettamente al di sopra delle altre è stata una sorpresa per molti. Un'altra squadra che mi sento di menzionare è il Saluzzo: li ho osservati in due occasioni e mi hanno fatto una buona impressione. Hanno giovani interessanti e hanno disputato un campionato tranquillo, con alcuni picchi di qualità notevoli, come le due vittorie ottenute contro il Varese. Hanno lavorato bene. Anche l'Oltrepò mi ha fatto una buona impressione; propongono un bel calcio propositivo, che ho apprezzato.»
Lei ha un legame molto forte con il Bra, avendolo allenato per molti anni. Come ha visto la loro stagione da esterno?
Fabrizio Daidola: «Vedo quotidianamente il direttore generale, dato che lavoriamo nello stesso posto. Ho trascorso dodici anni al Bra, abito a Bra, quindi è naturale che segua le loro vicende con particolare attenzione. Credo che quest'anno siano andati ben oltre le aspettative iniziali e che si riaffacceranno meritatamente in Serie C.»
E per quanto riguarda il suo futuro? Quali sono le sue aspirazioni?
Fabrizio Daidola: «Mi piacerebbe molto allenare per un anno in Liguria, anche per motivi logistici. Il lavoro mi permetterebbe di spostarmi facilmente e un'esperienza fuori dal Piemonte mi farebbe piacere. So che quello ligure è un mercato spesso considerato chiuso. Ho letto, ad esempio, che Roselli dovrebbe andare al Vado e che la Lavagnese ha promosso il suo storico capitano, Giacomo Avellino, come allenatore. Quando ero calciatore, scelsi Cuneo anziché Sanremo, ma devo dire che ogni volta che vado a Sanremo vengo accolto molto bene. Quella di Sanremo, per esempio, è una piazza stupenda e mi piacerebbe allenare in una realtà del genere, indipendentemente dagli obiettivi di classifica.»
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