Il match di questo giovedì santo tra Dolomiti Bellunesi e Treviso è sicuramente la partita che più di tutte calamiterà l'attenzione degli appassionati di serie D. Per i biancocelesti l'occasione, vincendo, di arrivare ad accorciare ad un solo punto mettendo pressione ai ragazzi di Zanini nelle restanti due gare da disputare.
A parlare con la redazione di NotiziarioCalcio.com dell'imminente match è Alberto Duprè, giornalista de "Il Gazzettino".
Sfida di capitale importanza: il Treviso ci crede davvero al successo ed all'eventuale successivo sorpasso?
«Da quello che dice il tecnico Parlato ed i giocatori sì. Continuano a crederci. Però il destino del campionato è nelle mani della Dolomiti Bellunesi. Qualche passo falso nelle ultime gare lo hanno fatto entrambe, quindi secondo me ci credono. Penso che, in ogni caso, il Treviso non stia pensando oltre a giovedì nel senso che si punta al successo nella prossima partita senza pensare a quello che sarà dopo. Poi, ovviamente, in quel caso dopo bisognerà sperare che tra Este e Brian Lignano si possa fare il sorpasso anche se affrontando due avversari che non hanno più obiettivi è un po' più difficile».
Come ci arriva il Treviso a questo big match?
«Le ultime due partite non sono state molto brillanti ma questo va addebitato anche agli infortuni ed alle squalifiche che hanno tolto calciatori che in questo periodo pesano più del resto della stagione. Il pari col Chions rischia di pesare molto a fine stagione perché potevi essere a meno due punti, e col Montecchio sabato pur dominando hanno vinto solo uno a zero. Non è al massimo della condizione e ci sono alcune assenze di troppo. Però penso che sia una di quelle partite dove si va oltre l'aspetto fisico, sarà quello mentale fondamentale. Penso ci arrivino preparati e convinti di vincere».
Che stagione è stata quella del Treviso sin qui?
«Quest'anno si era partiti dichiaratamente per vincere, come ha detto il presidente sin dal giorno del ritiro. Quindi, si giocava a carte scoperte. Finito il girone d'andata chiusa col Treviso in testa sembrava tutto bello. Successivamente è arrivato qualche problema con Cacciatore, di qui il cambio di allenatore e poi normale che a Parlato serviva qualche gara di assestamento che nel mentre ti ha fatto perdere qualche punto per strada. Quindi, secondo me, da positiva a negativa, o per dare un voto secco, dipende tanto da come la chiudi. Arrivare secondi ad un punto o due punti sarebbe una stagione piena di rimpianti e rammarico perché tanti punti sono stati persi con squadre di bassa classifica. Secondo me il giudizio resta sospeso in base proprio a come terminerà dalla conclusione di questa stagione anche perché i play-off valgono quasi zero e tanto, allora, dipenderà se riesci ad arrivare primo o meno».
Esonero di Cacciatore giusto per il momento che stava attraversando la squadra?
«Per come stavano giocando e per qualche scelta discutibile di formazione, credo la società abbia fatto la scelta giusta anche se eri a due punti quando hai fatto il cambio ed ora sei a quattro lunghezze dalla prima. Quindi, sulla carta, diciamo che non ha pagato. Chiaro che, come detto prima, si prende un allenatore nuovo che ha bisogno di studiare i giocatori ma purtroppo tempo non ce ne era e la sterzata che ci si attendeva non è arrivata subito. Quando è arrivato Parlato, inoltre, ha avuto Valenti, Artioli, Nunez, Burato... diversi infortuni ed anche questo lo ha penalizzato. In sintesi, quindi, il cambio andava fatto ma per il momento non ha dato l'effetto desiderato per tanti fattori».
Dovesse finire col secondo posto, la società tenterà comunque di salire subito in C sperando, ove possibile, in un eventuale ripescaggio?
«Dovesse arrivare secondo, il Treviso punterà a vincere semifinale ed eventuale finale play-off e farà domanda di ripescaggio. Poi, se c'è un posto solo sappiamo che andrà all'Inter seconda squadra come ripescaggio. Inoltre, il Treviso come media punti è terzo o quarto tra le seconde dei vari gironi anche se poi lì bisogna aspettare l'esito dei play-off ed i biancocelesti potrebbero anche scalare delle posizioni se qualcuna esce. Se non dovesse arrivare la promozione o il ripescaggio la società ha già annunciato che la prossima stagione partirà con l'obiettivo anche stavolta di vincere il campionato».
Dovesse arrivare o meno il professionismo, è un futuro sereno quello che può ipotizzare per il Treviso?
«Ci sono dei cambiamenti già annunciati. Il vicepresidente Alessandro Botter prenderà le quote di maggioranza del club e, quindi, ci sarà una mezza rivoluzione perché ad oggi il Treviso è controllato dal consorzio "Treviso siamo noi" che poi diventerà socio di minoranza. Ci sono già tanti progetti compreso quello di riammodernare lo stadio Tenni e di serie C che se non arriverà subito sarà l'obiettivo del prossimo anno e non per fare una stagione modello Clodiense ma per mettere basi solide. C'è la volontà, insomma, di rimanere su ed anzi provare ad andare anche oltre la serie C anche se adesso sembra un po' prematuro. Botter ha le idee abbastanza chiare sul futuro e c'è un progetto serio sotto».
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