Gli anni sulla panchina dell'Empoli restano scolpiti nella memoria di Alfredo Aglietti, che ha guidato la formazione toscana in 67 occasioni tra il 2010 e il 2012, vivendo momenti di grande tensione ma anche soddisfazioni indimenticabili. Il tecnico, attualmente senza squadra ma desideroso di tornare in pista, ha rilasciato un'intervista al quotidiano "La Nazione" nella quale ripercorre quella fase della sua carriera e commenta l'attuale situazione degli azzurri, protagonisti di un avvio di stagione complicato che ha portato al cambio di guida tecnica.
La sua esperienza empolitana fu caratterizzata da risultati altalenanti: un nono posto nella Serie B 2010-2011 seguito da un tormentato campionato successivo che vide la squadra chiudere al diciottesimo posto. Quella stagione 2011-2012 fu particolarmente travagliata anche per Aglietti personalmente, che venne esonerato dopo sette giornate per poi essere richiamato alla ventottesima. Il finale fu al cardiopalma, con la salvezza conquistata ai play-out contro il Vicenza in una serata che il tecnico definisce «drammatica».
«Quando ripresi la squadra c'era molta rassegnazione, ma tenemmo una media punti altissima anche se non bastò ad evitare il play-out», ricorda l'allenatore, che prosegue: «e quella gara di ritorno col Vicenza al Castellani fu una serata drammatica, ma come si dice "tutto bene quel che finisce bene"». In quella circostanza, l'Empoli si trovò a soli venti minuti dalla retrocessione in Serie C, ma riuscì a evitare il baratro. «Da lì poi è ripartito un periodo molto positivo per la società, peccato aver deciso di comune accordo di non proseguire insieme, ma ad Empoli sono stati due anni belli», conclude con un pizzico di nostalgia.
Passando all'analisi del presente, Aglietti esprime un giudizio cauto sull'inizio di stagione della squadra azzurra, che ha affrontato un profondo rinnovamento dell'organico. La società ha scelto di rifondare completamente la rosa puntando su giovani promettenti. «In estate si è deciso di cambiare completamente la rosa, ci sono tanti giovani interessanti come Degli Innocenti, Ignacchiti e Belardinelli che sono rientrati dai prestiti, ma gli va anche dato tempo di crescere», spiega il tecnico, sottolineando come sia necessaria pazienza per vedere i frutti di questa scelta.
Il cambio in panchina, con l'esonero di Pagliuca e l'arrivo di Dionisi, rappresenta un altro tema centrale dell'intervista. Aglietti si mostra comprensivo verso le dinamiche che hanno portato alla decisione, pur esprimendo vicinanza al collega. «Da fuori è difficile entrare in questi meccanismi, tra l'altro è avvenuto dopo una vittoria, ma evidentemente non è scattato il feeling, ci può stare. Mi dispiace perché Pagliuca lo conosco abbastanza bene, è venuto anche a vedere dei miei allenamenti, ed è un bravo tecnico ma avrà sicuramente un'altra opportunità», commenta.
Sul nuovo allenatore azzurro, Aglietti esprime fiducia nelle sue capacità e nella sua conoscenza della categoria. «È un grande conoscitore della Serie B, a Empoli ha già vinto un campionato e questa sosta gli permetterà di lavorare maggiormente con la squadra», afferma, riferendosi alla pausa del campionato che può rappresentare un'opportunità preziosa per il tecnico appena arrivato.
La vittoria contro il Catanzaro, arrivata proprio prima della sosta, assume un significato particolare secondo l'ex allenatore. «Assolutamente, non basterà ma potrebbe essere la scintilla che fa svoltare la stagione oltre a portare entusiasmo per poter lavorare più serenamente. Tra l'altro, nonostante l'uomo in meno dopo aver trovato il vantaggio l'Empoli si è difeso con ordine senza concedere nulla», osserva, evidenziando la solidità difensiva mostrata dalla squadra anche in inferiorità numerica.
Guardando al futuro immediato, Aglietti non sottovaluta la difficoltà della trasferta di Avellino che attende l'Empoli alla ripresa del campionato. «Ormai nel calcio tutte le partite sono difficili, specialmente in un campionato equilibrato come la B, però sicuramente l'Avellino in casa è temibile anche perché c'è un tifo molto caldo. L'Empoli, però, ha le caratteristiche, specialmente negli uomini offensivi, per mettere in difficoltà gli irpini», analizza il tecnico, che individua nel reparto avanzato il punto di forza della formazione toscana.
Tra i giocatori offensivi, particolare attenzione merita Bianchi, che Aglietti ha allenato durante la sua esperienza al Brescia. Il tecnico conosce bene le qualità dell'attaccante e ritiene che possa diventare un'arma importante per Dionisi. «Ha delle doti importanti, ma deve essere più convinto e consapevole, è più una seconda che una prima punta, sa giocare a calcio e ha un buon tiro. Finora ha trovato poco spazio, ma potrebbe rivelarsi utile», spiega, delineando le caratteristiche tecniche e tattiche del giocatore.
Allargando lo sguardo all'intero campionato di Serie B, Aglietti fornisce la sua lettura su equilibri e gerarchie. «Ma lo si intravede perché a mio avviso il Monza si sta dimostrando la grande favorita, ha una rosa superiore e si è calata bene nella mentalità giusta, dietro poi vedo tanto equilibrio con Modena, Frosinone, Venezia e Palermo che potrebbero giocarsi la seconda promozione diretta», afferma il tecnico, individuando nella squadra brianzola la principale candidata alla promozione diretta in Serie A.
Per quanto riguarda il suo futuro professionale, Aglietti si dice pronto a rimettersi in gioco. «In maniera diretta no, ma sono ancora molto carico e voglioso di rimettermi in pista, mi piacerebbe una Serie B ma anche una buona C non la disdegnerei, serve però il progetto giusto», conclude, lasciando intendere che la motivazione resta alta e che la voglia di tornare ad allenare è intatta, purché si presenti l'opportunità adeguata con un progetto ambizioso e ben strutturato.
Le parole di Aglietti restituiscono il ritratto di un tecnico che ha vissuto sulla propria pelle le difficoltà e le gioie del calcio cadetto, e che ora osserva con occhio esperto le vicende di una squadra alla quale resta evidentemente legato, augurandosi che possa ritrovare quella serenità necessaria per esprimere al meglio il proprio potenziale.
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