Il clima in casa Sanremese resta incandescente a distanza di quarantotto ore dalla stracittadina persa contro l'Imperia. La sconfitta brucia, ma ancora di più bruciano le modalità con cui è maturata. La società matuziana ha deciso di rompere il silenzio con una presa di posizione netta e senza filtri, che preannuzia azioni concrete presso le istanze federali.
A guidare la protesta è Andrea Bortolazzi, Amministratore Delegato del club, che non ha usato giri di parole per manifestare il disappunto dell'intera compagine dirigenziale. "Non c'è solo la delusione per i tre punti persi sul campo", ha dichiarato il dirigente, "c'è la rabbia. C'è l'amarezza che tracima in indignazione. E c'è una Dirigenza, quella della Sanremese Calcio, che non vuole usare mezzi termini per esprimere tutto il proprio sdegno per quanto accaduto domenica al Comunale di Sanremo, durante la partita contro l'Imperia."
La contestazione non si limita al risultato finale, ormai acquisito agli atti, ma investe l'intera conduzione della gara da parte del direttore di gara e dei suoi assistenti. Secondo la ricostruzione fornita dalla società, l'arbitraggio avrebbe manifestato lacune evidenti e una gestione squilibrata che avrebbe influito pesantemente sull'andamento del confronto. "Il risultato finale è ormai cosa fatta. Ma quanto successo durante tutta la partita va spiegato. Una serie di episodi e una gestione fallimentare della intera gara, da parte della terna che ha pesantemente condizionato l'esito finale", ha proseguito Bortolazzi.
Il massimo dirigente ha sottolineato come la società sia pronta ad accettare le sconfitte quando derivano da prestazioni insufficienti o dalla superiorità dell'avversario, riconoscendo anzi che la squadra non ha espresso domenica il proprio miglior rendimento. Tuttavia, quando subentrano elementi esterni che alterano l'esito del confronto, la linea della tolleranza viene superata.
"Non possiamo stare zitti, accettiamo la sconfitta quando l'avversario è più forte o quando sbagliamo noi, e proprio domenica in campo non abbiamo onorato la maglia quanto avremmo dovuto. Una squadra impaurita e senza la giusta mentalità…detto e ridetto da Presidente e Mister nel post partita. Ma quando il risultato viene sporcato da decisioni incomprensibili che vanno tutte a nostro sfavore, bisogna parlare e chiedere spiegazioni a chi ha designato una terna arbitrale imbarazzante", ha affermato con forza l'Amministratore Delegato.
Le contestazioni mosse dalla dirigenza biancazzurra non riguardano esclusivamente l'episodio più discusso - un presunto calcio di rigore reclamato nei minuti finali - ma investono l'intera gestione disciplinare della partita. Secondo la versione della società, l'applicazione del regolamento sarebbe stata asimmetrica, con sanzioni comminate esclusivamente ai propri tesserati per condotte che sarebbero rimaste impunite quando commesse dagli avversari.
"Ho sentito e letto di tutto tra domenica sera e ieri…episodi dubbi? Da valutare la volontarietà? L'attaccante accentua la caduta? Ma non mi limito a parlare del rigore solare al minuto 95°…ma a tutti gli altri 94 minuti dove la gestione è stata clamorosamente a senso unico. Una dietro l'altra. Ammonizioni per episodi identici rivolte unicamente ai nostri calciatori", ha spiegato Bortolazzi, entrando nel dettaglio delle lamentele.
Particolarmente clamoroso appare l'episodio che ha coinvolto la panchina matuziana: ben tre membri dello staff tecnico - l'allenatore e due suoi collaboratori - sarebbero stati allontanati dall'area tecnica durante il match, circostanza che secondo il dirigente non si sarebbe mai verificata nel corso dell'attuale campionato. "Senza parlare del disastro che ci ha combinato espellendo 3 elementi dello Staff Tecnico (Mister e due collaboratori) dalla panchina…per cosa??? Credo che nei 9 gironi, ad oggi, questa situazione non sia mai accaduta. MAI! Una vergogna, un pressapochismo inaudito, una terna che già dai primi passi in campo si è rivelata presuntuosa e impaurita", ha tuonato l'Amministratore Delegato.
Emerge inoltre un dettaglio singolare che avrebbe caratterizzato i momenti precedenti l'inizio del confronto. Secondo quanto riferito dalla società, la terna arbitrale avrebbe avanzato una richiesta insolita: una dichiarazione attestante le condizioni del veicolo utilizzato per raggiungere l'impianto sportivo, al fine di certificare l'assenza di danneggiamenti preesistenti. Una prassi che nella gestione quinquennale dell'attuale proprietà non si sarebbe mai verificata. "Una richiesta (mai vista nei nostri 5 anni di gestione) affinchè venisse rilasciata una dichiarazione indicante che l'auto utilizzata da loro per arrivare allo Stadio Comunale, fosse integra e priva di danni antecedenti al match. Il tutto come un preludio allo scandalo che stavano per combinare", ha denunciato Bortolazzi.
La posizione assunta dalla dirigenza biancazzurra è chiara e intransigente: non si tratta di una polemica sterile destinata a spegnersi nel giro di qualche giorno, ma dell'avvio di un percorso formale che porterà la questione dinanzi agli organi di giustizia sportiva. "Vogliamo capire, esigiamo chiarezza. Chi di dovere deve darci delle risposte in modo ufficiale e portarci sul tavolo delle scuse. La passione e i sacrifici della Società e dei Tifosi meritano rispetto", ha dichiarato con fermezza l'Amministratore Delegato.
La Sanremese annuncia pertanto l'intenzione di depositare una richiesta formale di chiarimenti presso le competenti istanze federali, non accontentandosi di esprimere il proprio dissenso attraverso i canali mediatici ma traducendo la protesta in atti ufficiali. La società vuole vederci chiaro e pretende risposte concrete su quanto accaduto al Comunale.
La vicenda lascia sul terreno non soltanto il risultato negativo in termini di classifica, ma soprattutto un senso profondo di ingiustizia che pervade l'ambiente matuziano. La sensazione diffusa è quella di aver subito un torto manifesto, aggravato dalla percezione di una direzione arbitrale inadeguata al contesto di un derby particolarmente sentito dalle tifoserie.
La battaglia della Sanremese si sposta ora dai rettangoli di gioco alle aule dei tribunali sportivi, dove la società intende far valere le proprie ragioni e ottenere quanto meno il riconoscimento formale degli errori commessi. Una presa di posizione forte, che testimonia la volontà di non far passare sotto silenzio episodi considerati lesivi della regolarità della competizione e del rispetto dovuto a chi investe risorse, energie e passione nel mondo del calcio dilettantistico.
Il derby è finito sui tabellini, ma la sua eco continuerà a risuonare nelle prossime settimane, quando la questione approderà sui tavoli degli organismi preposti alla tutela della giustizia sportiva. La dirigenza matuziana ha lanciato il guanto di sfida e attende ora risposte concrete, nella ferma convinzione che quanto accaduto domenica non possa essere derubricato a semplice episodio di cronaca calcistica, ma meriti un approfondimento serio e conseguenze adeguate.
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