Il girone d’andata e l’anno solare del Follonica Gavorrano si chiudono nel peggiore dei modi, con una pesantissima sconfitta per 6-1 maturata sul campo del Tau Altopascio.
Un risultato che, per proporzioni e dinamica, ha lasciato l'amaro in bocca al tecnico Lucio Brando, il quale si è presentato ai microfoni per un'analisi che mischia rammarico tattico e una profonda riflessione sulla filosofia di gioco necessaria in questa categoria.
«Una partita difficile da commentare» ha ammesso subito l'allenatore, evidenziando come, a suo avviso, il punteggio non rispecchi l'andamento della manovra vista sul rettangolo verde. «Anche perché non credo che nel secondo tempo si sia vista una gara diversa, il pallino del gioco lo ha sempre avuto il Follonica Gavorrano, però oggi dobbiamo essere bravi a imparare da ciò che ci hanno mostrato gli avversari». Il tecnico ha riconosciuto la lezione di pragmatismo ricevuta dai padroni di casa: «Dobbiamo capire che in questa categoria si gioca così, conta più essere solidi che belli».
Secondo Brando, la squadra continua a pagare a caro prezzo una mancanza di cinismo sotto porta e una serie di episodi sfortunati che durano ormai da diverse giornate. «Continuiamo a vedere una squadra che crea tanto, e anche oggi abbiamo creato molto. Ci troviamo ancora una volta a commentare una partita in cui, per l’ennesima volta, Pacini non ha fatto una parata» ha dichiarato il mister, sottolineando il paradosso di un match in cui l'estremo difensore avversario non è stato chiamato a interventi miracolosi nonostante la mole di gioco ospite. «La squadra avversaria è stata molto più brava di noi a capitalizzare quello che ha creato, e forse anche quello che noi abbiamo concesso».
Il momento chiave della sfida è stato individuato nel mancato raddoppio dei maremmani, che ha preceduto il tracollo. «Quando eravamo in vantaggio abbiamo avuto la palla per raddoppiare, con un uno contro uno col portiere, e dopo un minuto ci siamo ritrovati sul pareggio. Sembrava di vivere un paradosso» ha spiegato Brando, aggiungendo che una volta passati in svantaggio, la situazione è diventata ingestibile: «Quando la partita si è messa come volevano loro, a campo aperto, sapevamo che con giocatori di gamba sarebbe diventato tutto più semplice per loro trovare spazi».
Nonostante l'imbarcata, il tecnico non ha voluto colpevolizzare il reparto difensivo, preferendo una visione d'insieme sugli errori commessi. «Per quanto riguarda la difesa, no, non c’entra nulla. Il gol su palla inattiva lo abbiamo preso tutti insieme, non è responsabilità del singolo difensore». Brando ha poi reso onore alla solidità del Tau, definendo la loro prova un esempio di efficacia: «Io ho visto una squadra molto pragmatica, molto solida. Dal punto di vista estetico del calcio, mi permetto di dire che ho visto una squadra che giocava e un’altra che ha fatto sei gol. Bravi, anzi bravissimi, perché oggi ci hanno insegnato tante cose e noi dobbiamo avere l’umiltà e la capacità di farne tesoro».
In chiusura, resta il rammarico per aver interrotto bruscamente un trend positivo che vedeva la squadra in crescita sotto il profilo della compattezza. «Stavamo andando proprio in quella direzione, difendevamo bene, concedevamo pochissimo, venivamo da due clean sheet e un gol preso su rigore. Oggi invece ci siamo trovati sotto 3-1 per un’autorete e un rigore molto casuale. Sono d’accordo sul fatto che la partita sia stata approcciata nel modo giusto, ma quei tre episodi ci hanno messo sotto. Noi non siamo stati bravi, loro sì» ha concluso amaramente l'allenatore.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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