Messina, il neo ds Martello: «Credo ci sia poco da parlare, ma tanto da fare»

Sulle sponde dello Stretto di Messina, si consolida nuovamente il sodalizio sportivo tra Giovanni Martello e Pippo Romano, una coppia già vista all'opera insieme a Licata. Il direttore generale Giuseppe Peditto ha riposto la sua fiducia in loro, affidando un compito che ha tutto il sapore di una missione audace in vista del campionato di Serie D, il cui fischio d'inizio è fissato per il 7 settembre.

La sfida è di quelle titaniche: affrontare il campionato partendo con un pesante svantaggio in classifica e dover costruire da zero una rosa quasi interamente nuova, dopo l'assemblamento frettoloso di una squadra per la gara di Coppa Italia a Lamezia Terme.

Le prime dichiarazioni del neo direttore sportivo, Giovanni Martello, diffuse tramite i canali ufficiali dell'Acr, delineano chiaramente l'approccio che intende adottare. Con una mentalità concreta e pragmatica, Martello ha espresso la sua gratitudine per la chiamata: «Non posso che ringraziare chi ha pensato al mio nome». Ha poi sottolineato l'urgenza di agire piuttosto che di disquisire: «Credo ci sia poco da parlare, ma tanto da fare».

Conoscendo l'ambiente caldo e passionale di Messina, ha manifestato la consapevolezza della stanchezza dei tifosi nei confronti delle promesse vuote: «Ritengo che i tifosi e la piazza di Messina siano ormai stufi delle chiacchiere.

Cercheremo di far parlare il campo e di fare i fatti». L'impegno, ha aggiunto, sarà guidato da «grande umiltà e determinazione» con l'unico e inderogabile scopo di «salvare la categoria che rappresenta l’obiettivo unico e primario in questo momento».

Riguardo alla motivazione che lo ha spinto ad accettare un incarico così complesso, Martello non ha dubbi. A suo avviso, la grandezza della piazza è un richiamo irresistibile per chiunque operi nel mondo del calcio. «Sfido chiunque venga chiamato in una piazza così importante a tirarsi indietro», ha dichiarato, ribadendo che «Messina è una piazza storica che ha vissuto delle vicende particolari, nessun direttore sportivo può rifiutarla».