La stagione del sogno si è infranta sul più bello. Lo Spezia di Luca D'Angelo ha dovuto arrendersi alla maggiore esperienza e qualità della Cremonese nella finale di ritorno dei playoff di Serie B, perdendo 3-2 al 'Picco' e vedendo sfumare la possibilità di tornare immediatamente in Serie A. Un epilogo amaro per una squadra che aveva alimentato le speranze di un'intera città, culminato con le parole di un tecnico visibilmente provato ma onesto nell'analisi di quanto accaduto.
Il mister delle Aquile non ha cercato alibi o giustificazioni nel post-partita, mostrando la maturità di chi sa riconoscere quando gli avversari si dimostrano superiori. La sua disamina è stata lucida e senza filtri: nella sfida decisiva, i grigiorossi hanno dimostrato di possedere quella marcia in più che fa la differenza nei momenti cruciali.
«E' una sconfitta che pesa ma bisogna accettarla. Nello scontro diretto di oggi la Cremonese è stata migliore di noi», ha ammesso senza mezzi termini D'Angelo, che ha voluto distinguere tra la prestazione stagionale complessiva e quella specifica del match che contava davvero. «In campionato invece eravamo stati più bravi noi avendo fatto più punti. Nella finale d'andata siamo riusciti a creargli qualche pericolo mentre oggi la maggiore esperienza, la maggiore tecnica e la bravura di Stroppa hanno pesato sul risultato».
Particolarmente significativo è stato il tributo riservato a Giovanni Stroppa, l'allenatore che ha guidato la Cremonese al successo. D'Angelo non ha lesinato complimenti verso il tecnico avversario, inserendolo nell'olimpo degli allenatori della categoria.
«Stroppa è il miglior allenatore della Serie B insieme a Grosso ed Inzaghi», ha dichiarato con sincerità il tecnico spezzino. «Nel calcio spesso si dice che è importante giocare bene ma quello che conta è vincere. Stroppa è un vincente ed una brava persona». Una considerazione che testimonia il rispetto reciproco tra professionisti del settore e la capacità di riconoscere i meriti altrui anche nel momento della delusione più cocente.
Inevitabile anche un'autoanalisi sulle decisioni prese durante la partita, con particolare riferimento all'impiego di Salvatore Esposito in condizioni fisiche non ottimali. Una scelta rischiosa che il tecnico ha spiegato nelle sue motivazioni tattiche, pur riconoscendo i limiti della situazione.
«Salvatore Esposito va ringraziato per aver giocato non al top», ha specificato D'Angelo. «La scelta di farlo giocare nasce dall'idea di gestire di più il pallone, cosa non successa, e di sfruttare i calci piazzati. Siamo arrivati a questa gara con tanti giocatori alle prese con infortuni anche se questa non è una scusante».
Il mister ha ammesso candidamente i propri errori: «La Cremonese non mi ha sorpreso per come ha giocato. Sicuramente qualcosa ho sbagliato». Una franchezza che denota carattere e senso di responsabilità, qualità sempre apprezzabili in un allenatore.
Forse l'aspetto più toccante delle dichiarazioni di D'Angelo è emerso quando ha parlato della dimensione personale di questa eliminazione. Il peso della responsabilità verso chi ha riposto fiducia in lui si è manifestato in parole cariche di emozione.
«La delusione personale rimane perché tante persone, a partire dalla mia famiglia, riponevano in me tanta fiducia che è stata in parte tradita. Questo mi dispiace», ha confessato il tecnico. «Se non vinco non dispiace solo per me ma soprattutto per le altre persone». Una dichiarazione che svela l'uomo dietro l'allenatore, qualcuno che sente profondamente il peso delle aspettative e delle speranze altrui.
Uno dei passaggi più intensi dell'intervista ha riguardato il rapporto con la tifoseria spezzina, che durante tutta la stagione ha dimostrato un attaccamento straordinario alla squadra. D'Angelo ha voluto rendere omaggio a questo sostegno incondizionato, esprimendo al contempo il rammarico per non essere riuscito a ricambiare con la gioia della promozione.
«Posso solo che ringraziarli per tutto quello che hanno fatto durante l'anno. E' stata una continuazione del finale della scorsa stagione», ha sottolineato il mister. «Sono dispiaciuto per la delusione che gli abbiamo provocato ma penso sappiano che i ragazzi hanno dato tutto per l'obiettivo Serie A».
Particolarmente significativo il ricordo del pre-partita: «Mi sono ricordato che scorso anno prima di una partita con la Cremonese siamo stati contestati mentre oggi, prima della partita, davanti all'hotel c'erano 3-4.000 tifosi a incitarci. Li ringrazio e rimarco il dispiacere per non averli fatti gioire». Un contrasto che testimonia il percorso di crescita del rapporto tra squadra e città.
Guardando avanti, D'Angelo ha parlato della necessità di prendersi una pausa per metabolizzare quanto accaduto e ripartire con le energie giuste. «Avremo tutti bisogno di staccare un po' dopo una stagione così pesante», ha ammesso il tecnico. «Credo che qualche giocatore meriti di andare in Serie A. Non penso troppo al futuro, ora c'è da smaltire una delusione grandissima».
Nonostante l'amarezza del momento, D'Angelo ha voluto anche guardare al lato positivo di questa esperienza, pensando a come verrà ricordata questa stagione nel tempo. «Tra quindici o vent'anni chi era allo stadio ricorderà questa stagione. Il gol di Bertola con Soleri in porta uno dei ricordi più belli», ha concluso, dimostrando di aver compreso il valore di un'annata che, al di là del risultato finale, ha regalato emozioni indimenticabili a tutto l'ambiente spezzino.
La sconfitta brucia, ma le parole di D'Angelo testimoniano la maturità di chi sa che nel calcio, come nella vita, non sempre i sogni si realizzano, ma questo non toglie valore al percorso compiuto per inseguirli.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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