Un pareggio che lascia l'amaro in bocca, quello maturato al termine della sfida tra Cittadella e Novara (2-2), che ha visto i padroni di casa recuperare due reti di svantaggio dopo una prima frazione di gioco decisamente sottotono. L’allenatore dei granata, Manuel Iori, ha analizzato la performance della sua squadra in conferenza stampa, ponendo l'accento sulla prestazione della prima metà di gara e sulla reazione d'orgoglio mostrata nella ripresa.
L'analisi della crisi iniziale: «Abbiamo concesso un tempo intero»
Interrogato sulla natura del primo tempo deficitario, se fosse più un problema di approccio tattico o mentale, Iori non ha cercato alibi: «Abbiamo fatto veramente niente. Abbiamo concesso un tempo intero alla squadra avversaria». Un'ammissione netta che evidenzia la completa assenza del Cittadella nei primi quarantacinque minuti.
Il tecnico ha poi espresso la sua sorpresa per l'atteggiamento iniziale della squadra. Alla domanda se avesse avvertito sentore di un ingresso in campo così debole, ha risposto con fermezza: «Non pensi mai che la tua squadra possa entrare in campo così. È capitato e valuteremo il perché».
La reazione e i correttivi: «Non è mai scontato riuscire a pareggiare»
Nonostante la delusione per l'inizio, il mister ha trovato un elemento positivo nella seconda parte del match: «La voglia di recuperare la partita sicuramente sì». La ripresa, infatti, ha mostrato un Cittadella diverso, capace di agguantare il pari e creare pericoli per gli avversari.
«Siamo stati bravi a rimetterla in piedi perché, anche sotto 2-0 e con un uomo in più, non è mai scontato riuscire a pareggiare. Abbiamo fatto qualcosa in più e siamo riusciti a farlo, ma purtroppo se fai un primo tempo così poi diventa tutto più complicato», ha chiosato Iori, sottolineando la difficoltà di ribaltare il risultato dopo un avvio così sfortunato.
Sulla possibilità che il primo tempo negativo fosse una conseguenza della sconfitta subita a Trento, l'allenatore ha scartato l'ipotesi delle "scorie" legate alla partita precedente: «Le scorie per cosa? Per aver perso una partita? Non lo so. Sicuramente se entri in campo così qualcosa che non va c’è, perché la prestazione di tanti ragazzi è stata al di sotto».
Scelte tecniche e cambi di modulo
Iori ha respinto l'idea che le scelte iniziali fossero state influenzate da problemi di organico: «No, le scelte sono state fatte in base a quello che la settimana mi aveva fatto vedere. Qualcuno era stato fermo un paio di giorni, ma tutti questi ragazzi devono essere pronti a giocare».
Riguardo alla prestazione di De Zen sulla corsia di sinistra, che non ha convinto, Iori ha glissato: «Col senno di poi è sempre facile. Non ha fatto una buona partita, questo è chiaro, ma stiamo parlando del nulla secondo me. A Trento è entrato a sinistra, con l’AlbinoLeffe ha giocato a sinistra. Poi è normale che anche voi facciate valutazioni in base a quello che vedete».
I correttivi apportati nella ripresa, come il passaggio al 4-2-4 con l'inserimento di due ali, hanno dato i loro frutti: «Abbiamo cambiato perché non aveva senso restare a tre dietro con una sola punta davanti. Abbiamo cercato giocatori che potessero saltare l’uomo e creare superiorità. Con l’uomo in più siamo stati avvantaggiati dal fatto di avere esterni capaci di mettere palloni in mezzo e puntare l’avversario. Gaddini e Anastasia hanno queste caratteristiche e li avevamo presi proprio per questo», ha spiegato il mister.
Proprio in merito al finale di gara, Iori ha ammesso un pizzico di rammarico: «Sì, alla fine potevamo anche vincerla, abbiamo avuto un’occasione enorme con Vita. Peccato aver regalato il primo tempo: sicuramente si poteva fare meglio, ma col senno di poi è sempre facile dirlo».
Obiettivi per il futuro prossimo
Infine, in vista degli impegni della prossima settimana e con la forte volontà di chiudere bene l'anno in casa, Iori ha tracciato la strada per la ripartenza: «Dobbiamo ritrovare lo spirito giusto. Dopo un primo tempo così è evidente che siamo mancati in qualcosa, forse in tante cose. Analizzeremo il perché».
In chiusura, Iori ha chiarito la scelta di Bunino come punta nel finale al posto di Diaw: «Avevo tre punte in panchina e ho scelto Bunino perché in area, con pochi spazi, ha più gestione del pallone. Con il Novara tutto schiacciato dietro avevo bisogno di un giocatore con qualità nel venire incontro e nel tenere palla. Cristian è molto bravo anche di testa, ricordiamo il gol con la Pergolettese. Diaw è più un giocatore di gamba, con caratteristiche diverse, e in quella situazione ho preferito Bunino».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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