La chiusura del girone d’andata è tempo di bilanci, ma in casa SPAL la riflessione va ben oltre i numeri della classifica. Ospite della trasmissione Lunedì Sport su Telestense, il direttore sportivo Sandro Federico ha analizzato a fondo il momento del club estense, toccando tasti dolenti come l’ultima opaca prestazione contro il Faenza, ma rilanciando con forza le ambizioni di una proprietà che guarda lontano.
Il mezzo passo falso di Faenza e il monito alla squadra
Nonostante il pareggio agguantato in extremis, il DS non ha usato giri di parole per descrivere l'amarezza lasciata dall'ultima uscita. «Siamo delusi dalla prestazione contro il Faenza, soprattutto dopo l’ottima prova fatta contro la Sampierana sotto l’aspetto dell’intensità e delle occasioni create. Non ci aspettavamo questo tipo di partita», ha dichiarato Federico. Per il dirigente, il gol al 92’ non sposta il giudizio critico: «Fortunatamente l’abbiamo recuperata al 92’ ma è come se l’avessimo persa perché la squadra, dopo tre partite ottime e tre vittorie consecutive, non può permettersi di offrire prestazioni di questo tipo».
Il problema, secondo l'analisi tecnica, è legato alla capacità di adattamento: «Dobbiamo dare continuità sia di risultati sia di prestazioni. Abbiamo capito come bisogna affrontare questo campionato: in determinati campi bisogna adattarsi alle condizioni del terreno e all’avversario che si chiude».
La polemica sulle infrastrutture: «Condizioni assurde»
Un punto fermo dell'intervento di Federico ha riguardato la qualità dei campi di gioco in Eccellenza, ritenuta non all'altezza degli investimenti fatti. La società ha deciso di alzare la voce con le istituzioni calcistiche: «Ci siamo fatti sentire scrivendo una lettera alla LND: abbiamo richiesto, oltre a delle tribune decenti per i nostri tifosi, che le condizioni dei campi siano un minimo idonee al gioco del calcio. È assurdo che dopo quattro mesi lo stadio del Faenza porti ancora i segni del palio». Secondo il DS, la SPAL è stata spesso costretta a "snaturarsi" tatticamente, rinunciando al fraseggio per affidarsi a lanci lunghi a causa di terreni disastrati.
Il fattore "Mazza" e la pressione di una grande piazza
Uno degli aspetti più interessanti toccati dal dirigente riguarda l'impatto psicologico che una città come Ferrara ha sui calciatori abituati a contesti meno prestigiosi. «Per tanti giocatori sia diverso giocare in società piccole con piazze senza aspettative e pressioni. Qui è tutto diverso perché la città è appassionata, la tifoseria è calda e c’è una grossa attenzione mediatica», ha spiegato Federico. Un peso che si sente soprattutto tra le mura amiche: «La palla in questo stadio scotta quando ce l’hai tra i piedi. Adesso abbiamo superato questo tipo di problema: i ragazzi sanno che si devono lasciar trascinare dai tifosi e non esserne intimoriti».
Fiducia totale a Di Benedetto e sogni di gloria in Coppa
Nonostante le critiche piovute dopo l'ultima gara, la posizione del tecnico non è mai stata in discussione. Il DS ha blindato l'allenatore, definendolo l'uomo giusto per il progetto: «Di Benedetto ha una passione incredibile e vive solo di calcio. Lui ha dato un’identità ben precisa alla squadra e gli si chiede di vincere sempre. Bisogna continuare a dargli fiducia anche quando non si vince. Noi continueremo al suo fianco e non lo mettiamo minimamente in discussione».
Parallelamente al campionato, che vede la SPAL all'inseguimento del Mezzolara, la Coppa Italia rappresenta una via privilegiata per il salto di categoria. «Vogliamo andare più avanti possibile. Come sappiamo al vincitore spetta un posto in serie D, ma soprattutto vogliamo confrontarci con piazze al di fuori dell’Emilia-Romagna: Taranto, Brindisi, Lucchese ad esempio».
Il futuro: una società solida tra Ferrara e l'Argentina
Infine, Federico ha rassicurato i tifosi sulla solidità e sulla presenza della proprietà, guidata dal presidente Marengo. Anche se il patron si divide tra l'Italia e il Sudamerica, il controllo è totale: «Con lui c’è sempre un dialogo e ci chiede sempre qualsiasi tipo di dettaglio 24 ore al giorno. L’obiettivo della dirigenza è quella di stabilirsi a Ferrara per avere un controllo maggiore».
Il piano industriale è chiaro: «L’obiettivo è tornare il più in fretta possibile tra i professionisti. Nell’arco di 4-5 anni vorremmo essere in serie C, ma si farà di tutto per accorciare i tempi al minimo». Tra i progetti in cantiere ci sono l'espansione del centro sportivo, la ricostruzione del settore giovanile e il rilancio della squadra femminile, con l'obiettivo ultimo di garantire una «nuova SPAL solida e duratura» che eviti i fantasmi del recente passato.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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