Il presidente dell'Ascoli, Bernardino Passeri, non nasconde la sua delusione e rabbia dopo la pesante sanzione disciplinare inflitta al tecnico Tomei. Un provvedimento che arriva in un momento cruciale del campionato e che il presidente giudica sproporzionato rispetto all'accaduto. La sua indignazione si scontra con il recente incontro avuto con i vertici della Serie C.

In una giornata che si preannunciava produttiva e conciliante, Passeri ha partecipato a una riunione a Milano presso gli studi di Sky, dove si è confrontato con la maggior parte dei presidenti di Serie C. Durante l'incontro, il presidente Marani e il designatore della CAN C, Daniele Orsato, hanno lanciato un appello alla comprensione, invitando le società a mostrare indulgenza verso gli arbitri, spesso giovani e con poca esperienza.

"Da un neofita del calcio come me, portatore di etica e dignità, mi è sembrato un giusto auspicio, chi fa può sbagliare e va perdonato," ha commentato Passeri. Tuttavia, questo sentimento di apertura si è rapidamente trasformato in un'amara constatazione non appena sono stati resi noti i verdetti del Giudice Sportivo.

La sanzione subita da Tomei, a suo avviso, è del tutto ingiustificabile, specialmente se confrontata con la logica del "perdono" suggerita poco prima. Il presidente si interroga sull'evidente disparità di giudizio: "In questa stessa giornata prima mi si dice che dobbiamo perdonare errori che possono costare molto cari, anche economicamente, e subito dopo ricevo una sanzione durissima nei confronti del nostro allenatore, in una fase di campionato dove si può anche pregiudicare la stagione, solo per aver bagnato un piede all’arbitro."

Secondo Passeri, il gesto del suo allenatore, seppur sbagliato, è stato il risultato di un momento di grande nervosismo e confusione, scatenato da una gestione arbitrale che a sua volta ha contribuito a surriscaldare gli animi. Il presidente pone una domanda provocatoria: "L’arbitro va perdonato, sempre e comunque, in quanto essere umano, mentre noi, addetti ai lavori, no. Perché?" Egli sostiene che un errore arbitrale possa avere conseguenze ben più gravi rispetto a un "essere umano che ha fatto rotolare una bottiglia di plastica sul manto erboso in stato di trance agonistica."

Passeri si sente incompreso e tradito da quella che definisce una decisione "giustizialista." Ricorda come in passato, da tifoso, abbia visto episodi di violenza verbale e fisica puniti con molta meno severità. L'esemplarità della pena per un gesto che considera "di rabbia a distanza, senza alcun intento violento," appare ai suoi occhi sproporzionata.

Il presidente conclude il suo sfogo sottolineando il clima di armonia che si è creato tra la squadra e la città di Ascoli. "In questo momento noi Ascolani stiamo vivendo un momento di serenità tra tutte le componenti del territorio... perché rompere questa piacevole atmosfera che fa bene a noi e a tutto il calcio?" Si dice deluso e del tutto contrario a una decisione che rischia di compromettere una stagione intera. "Non lo ritengo giusto e sono molto deluso, avevo sentito belle parole oggi, prontamente sconfessate dai fatti."

Sezione: Serie C / Data: Mer 10 settembre 2025 alle 13:45
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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