Il percorso della Sambenedettese in questo primo scorcio di campionato racconta di una realtà che sta cercando di ristabilire il proprio nome nel panorama professionistico con intelligenza e moderazione.
Stefano De Angelis, direttore sportivo del club marchigiano, ha tracciato un bilancio lucido della stagione ai microfoni di TMW Radio, evidenziando come la società stia rispettando le tappe di una crescita graduale. Nonostante l'entusiasmo della piazza, il dirigente invita alla concretezza: «Siamo partiti bene. Questa per noi è una stagione di transizione, ma molto importante. La Sambenedettese è una grande piazza, però va ricordato che la società è nata solo tre anni fa e sta crescendo passo dopo passo. L’obiettivo era consolidare la categoria e, ad oggi, possiamo dire di essere in linea con i programmi».
La posizione di metà classifica dei rossoblù riflette perfettamente questo spirito di assestamento. Se da un lato il fascino del Riviera delle Palme spinge a sognare traguardi ambiziosi, dall'altro la realtà dei numeri impone prudenza. «San Benedetto, come piazza, ti spinge sempre a guardare avanti. C’è grande passione e grandi aspettative, ed è difficile accontentarsi», ha ammesso De Angelis, ricordando però la giovane età media dell'organico. «È normale che il nostro primo pensiero sia la salvezza. I margini sono stretti, basta una domenica storta per ritrovarsi più in basso. L’obiettivo primario resta consolidarci, poi vedremo partita dopo partita». Una pressione che il DS non vive come un peso, bensì come un privilegio che sprona tutto l'ambiente a eccellere.
Con l'avvicinarsi della sessione invernale di riparazione, l'attenzione si sposta inevitabilmente sul calciomercato. Il dirigente ha delineato una strategia basata sull'efficienza piuttosto che sull'accumulo: «L’idea principale è snellire la rosa, dare al mister un gruppo più funzionale. Due o tre operazioni le faremo, ma senza follie. Se dovesse presentarsi un’occasione che può alzare il livello, la valuteremo». L'obiettivo è dunque quello di ottimizzare i 28 elementi attualmente a disposizione, valorizzando le eccellenze senza alterare gli equilibri economici e tecnici raggiunti.
Proprio sul tema della valorizzazione, De Angelis ha espresso un'opinione netta riguardo all'impiego dei giovani, distaccandosi da una visione puramente utilitaristica legata ai contributi: «I giovani vanno valorizzati nel modo giusto, non solo per il minutaggio o per l’incentivo economico. Da noi giocano giovani perché sono bravi, non perché sono giovani. Se un ragazzo del 2005 o 2006 è più forte di uno di 28 anni, allora deve giocare lui». Una filosofia che si estende anche alla guida tecnica, come dimostra la scelta di un allenatore appena trentatreenne, puntando tutto sulle competenze e non sui dati anagrafici.
Analizzando il Girone B, il direttore sportivo ha riconosciuto il dominio di tre corazzate che stanno provando a scappare, citando Ascoli, Ravenna e Arezzo come le formazioni che hanno mostrato qualcosa in più, pur ribadendo l'estremo equilibrio che regna nel resto della graduatoria. In questo contesto, ogni sfida diventa una finale, a partire dal prossimo scontro contro la Vis Pesaro: «Una gara difficilissima. La Vis è una squadra forte, con una base che lavora insieme da anni. Noi non vinciamo da diverse partite e sappiamo che dobbiamo dare il massimo: contro una squadra così, al minimo errore vieni punito».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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