Il mondo del calcio italiano si trova nuovamente al centro di una controversia giudiziaria che scuote l'ambiente sportivo. Una sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Messina ha coinvolto due calciatori professionisti, portando alla ribalta una vicenda risalente al periodo della pandemia.
La decisione del tribunale messinese
Carmine Cretella, centrocampista ventitreenne attualmente in forza al Padova, ha ricevuto una condanna a due anni di reclusione per il reato di violenza sessuale. La stessa vicenda ha visto coinvolto anche Clemente Crisci, ex compagno di squadra ora militante nel Ragusa, per il quale i giudici hanno stabilito una pena più severa di sei anni.
I fatti contestati
L'episodio al centro del procedimento giudiziario risale al novembre del 2020, quando entrambi i calciatori vestivano la maglia del Messina. La vittima degli abusi era all'epoca una ragazzina di appena quattordici anni, circostanza che ha aggravato notevolmente la posizione degli imputati.
Le diverse responsabilità accertate
Secondo la ricostruzione dell'accusa, supportata dal Pubblico Ministero di Messina, Crisci avrebbe consumato un rapporto sessuale completo con la minorenne, comportamento che ha determinato la condanna più pesante. Per quanto riguarda Cretella, il tribunale ha riconosciuto una partecipazione più limitata agli eventi, configurando il suo comportamento come atti di palpeggiamento nei confronti della giovane vittima. Questa distinzione ha portato a una significativa riduzione della pena rispetto ai sei anni inizialmente richiesti dall'accusa.
Lo svolgimento del processo
Il procedimento giudiziario si è svolto secondo le modalità previste per questo tipo di reati, con udienze a porte chiuse per tutelare la privacy della vittima. Al momento della lettura del verdetto, nessuno dei due calciatori era presente in aula. Le motivazioni della sentenza sono attese nelle prossime settimane e dovrebbero chiarire nel dettaglio il ragionamento seguito dai giudici per arrivare alla decisione.
L'origine della denuncia
La vicenda giudiziaria ha avuto inizio grazie al coraggio del padre della ragazza, che ha sporto denuncia dopo che la figlia gli aveva confidato quanto accaduto durante il periodo di lockdown. Successivamente, la giovane vittima si è costituita parte civile nel processo, ottenendo il riconoscimento dei propri diritti.
I risarcimenti stabiliti
Il tribunale ha disposto misure risarcitorie immediate a favore della parte offesa. Cretella dovrà versare cinquemila euro, mentre Crisci è stato condannato al pagamento di quindicimila euro. Queste somme hanno carattere di immediata esecutività, mentre ulteriori compensi potranno essere definiti in sede civile.
Un precedente inquietante
La condanna di Cretella riporta l'attenzione su una situazione già vissuta in casa Padova. Lo scorso ottobre, un altro tesserato del club veneto, Michael Liguori, aveva ricevuto una condanna in primo grado a tre anni e quattro mesi per violenza sessuale su una quattordicenne, reato commesso nel 2018.
La gestione societaria dei casi
Nonostante la sentenza di condanna, Liguori aveva continuato a scendere regolarmente in campo con la maglia biancoscudata. Il suo rapporto contrattuale con la società, in scadenza il 30 giugno, non è stato rinnovato, ponendo fine alla sua esperienza a Padova.
Le implicazioni per il calcio
Questi episodi sollevano interrogativi importanti sulla gestione di situazioni giudiziarie così delicate all'interno delle società calcistiche. La questione del comportamento da tenere nei confronti di giocatori coinvolti in procedimenti penali rappresenta una sfida complessa per i dirigenti sportivi, chiamati a bilanciare aspetti legali, etici e sportivi.
L'impatto sull'ambiente calcistico
La ripetizione di episodi simili all'interno dello stesso club evidenzia la necessità di una riflessione più ampia sui valori e sui comportamenti che dovrebbero caratterizzare il mondo del calcio. La tutela dei soggetti più vulnerabili, in particolare dei minori, dovrebbe rappresentare una priorità assoluta per tutto l'ambiente sportivo.
Prospettive future
Con la sentenza di primo grado, si apre ora la fase dei possibili ricorsi in appello. Nel frattempo, il caso continua a generare dibattito sulla responsabilità delle società calcistiche nella gestione di situazioni che vanno ben oltre l'aspetto puramente sportivo, toccando questioni di rilevanza sociale e morale di primaria importanza.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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