Partito in sordina, causa fra l’altro di una preparazione iniziata tardi, il Liberty Monopoli non ha avuto sicuramente un bell’inizio di stagione, anche se molti lo hanno sempre dato nel novero delle formazioni che potevano ambire ad un posto nella zona play off. Detto fatto, quinto posto dopo ventiquattro partite, e l’opportunità oggi di fregiarsi di un trofeo importante per l’Eccellenza come la coppa Italia.
Per commentare il momento che si vive in casa biancoverde e tastare il polso della situazione, a poche ore dalla finalissima che si disputerà nel tardo pomeriggio (ore 18:00) a Grottaglie, abbiamo intervistato il patron Enrico Tatò. Col numero uno del Monopoli abbiamo parlato di tutto, dal poker rifilato al Fasano domenica, ai tempi della presidenza di Noicattaro, passando per le ambizioni di una piazza passionale che non vorrà lasciare la coppa al Copertino.
Presidente, la giornata “Forza Monopoli” si è trasformata in una serata “Pro”. Si aspettava un tale trionfo?
“Onestamente no. Comunque non è stato facile, perché quanto meno il primo tempo è stato equilibrato, poi nella ripresa abbiamo avuto il sopravvento anche per merito della grande determinazione che abbiamo messo in campo”.
Che cosa è cambiato quindi, secondo lei, dal 2-1 di Maruggio?
“Prima di tutto gli ultimi innesti, importanti, i quali hanno un po’ cambiato il volto della squadra. Poi, come spesso accade, toccare il fondo può servire come slancio per ripartire e credo che tutti insieme società, staff e giocatori abbiamo fatto tesoro di tali errori e questi sono i risultati”.
Tornando per un momento alla partita col Fasano, in molti dei presenti hanno detto “Questo Nicolas Laviano fa reparto da solo”. Condivide questo pensiero?
“Laviano è un giocatore forte, uno che ha sempre militato in categorie superiori, una garanzia. Sicuramente il merito va dato al nostro Direttore Sportivo che è riuscito a strapparlo ad una concorrenza agguerrita, appena saputo che aveva lasciato il Sambiase. Per il futuro ci sarà di grosso aiuto”.
Alla luce della posizione di classifica che attualmente ricoprite, quali sono i punti di forza e di debolezza di questa squadra?
“La compattezza di questo gruppo è il suo punto di forza, perché sino ad oggi non ci siamo mai disuniti o depressi nei momenti difficili, tanto meno ci esaltiamo per i recenti risultati perché non abbiamo vinto nulla. Dobbiamo continuare su questa strada. Oggi poi abbiamo la finale di coppa Italia che dobbiamo cercare di vincere assolutamente e per il campionato cercheremo di essere competitivi per i play off così come era nei nostri piani. I nostri difetti sono quelli legati alla mancanza di programmazione, perché siamo partiti solo il 10 di agosto e questa squadra è stata per alcuni mesi un cantiere. Adesso invece abbiamo trovato una certa serenità per costruire non so se un risultato immediato, ma di certo un futuro più sereno”.
Guardando la classifica al di sopra del Monopoli, quale squadra pensa che possa andare in D direttamente?
“I numeri dicono Cerignola, però vedo ancora il Martina come squadra maggiormente accreditata: sarà una bella lotta fra le due sino alla fine. Non tralascerei però il Bisceglie che è una bella squadra, diretta da un tecnico che stimo profondamente, e che potrebbe approfittare di qualche passo falso delle prime due”.
Parlando della finale di oggi, che Copertino si aspetta? Quello che riprende tre gol al Locorotondo, oppure la squadra che viene sconfitta in casa dal Castellana?
“Mi aspetto una squadra con la nostra stessa volontà di vincere la partita e portar via la coppa. È un’ottima squadra che domenica ha affrontato il Castellana con più leggerezza rispetto a noi, pensando forse più alla finale di oggi. Questa loro defaiance non ci esalta, memori del pari equilibrato (2-2) ottenuto a fine novembre e, alla luce di ciò, ritengo che sarà prima di tutto una bella partita, sicuramente molto combattuta. È di fatto una formazione che lotta su ogni pallone, un gruppo che si è rinforzato con gente del calibro di Manca, ad esempio, giocatore che conosco bene. In definitiva mi aspetto il Copertino visto a Locorotondo”.
Estraniandoci per un attimo dalla finale, che differenze ambientali ha riscontrato fra Monopoli e Noicattaro?
“A Monopoli sono sicuramente più passionali, nel senso che si deprimono e si entusiasmano molto velocemente in base al risultato. Per dirtene una, domenica ero in tribuna con Adriano (Favia, presidente del San Paolo Bari ndr.) e notavamo la differenza fra la gara interna disputata contro di loro prima di Natale e quella a cui stavamo assistendo: a parte i tifosi del Fasano, la tribuna del Monopoli era stracolma. Questo per farti capire come una serie di risultati positivi qui porti entusiasmo. A Noicattaro si l’affetto verso la squadra non è mai mancato, ma diciamo che sono più moderati. Qui, per farti un esempio, si parla di pallone in tutti i bar a tutte le ore del giorno e della notte, a Noicattaro il calcio era un fatto più che altro circoscritto alla domenica”.
Per quanto riguarda il Noicattaro, lo segue sempre?
“Assolutamente. La domenica, dopo la gara del Monopoli, è il primo risultato che chiedo. Sono giustamente legato ai tanti amici che ho là e sono felice per come stia andando il campionato. In totale accordo con la politica societaria d’investire sui giovani, mi auguro che raggiungano quanto prima la salvezza”.
Autore: Renato Chieppa
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