Continua a tenere banco la vicenda che vede protagonista il direttore sportivo Livio Scuotto. Ha attirato molto l'attenzione l'intervista rilasciata a NotiziarioCalcio.com dal suo legale rappresentante (QUI puoi leggere l'articolo completo).
Per conoscere il pensiero di uno dei decani di questo mondo, ci siamo rivolti all'esperto direttore sportivo, con oltre trentacinque di mestiere alle spalle, Maurizio Manfra.
«Non siamo mai tutelati noi come direttori sportivi. Nei Dilettanti è la figura più bistrattata» attacca subito Manfra. «Perché nei dilettanti un allenatore che ha un tesserino UEFA può fare il contratto mentre noi diesse che siamo abilitati non possiamo farlo? Perché adesso il contratto che si sottoscrive è un contratto di lavoro, equiparabile, per fare un esempio, a quello di un cassiere di un supermercato. Quindi se ti licenziano l'unica possibilità è fare causa di lavoro al club. Inoltre, come ribadito anche dall'avvocato, la nostra liberatoria non serve, non conta nulla, mentre se non c'è quella di un calciatore o di un allenatore allora il club non può iscriversi».
Per il dirigente di lungo corso il futuro non è ottimistico: «Ai miei colleghi ho sempre detto che fra tre o quattro anni il ruolo del direttore sportivo vero non esisterà più. Perché tanto i presidenti oggi si avvalgono dei procuratori, degli amici degli amici, e di tanti allenatori che vogliono fare le squadre loro. Ed il ruolo dei direttori sportivi andrà a finire, non esisterà più la figura dei diesse».
È un futuro quasi distopico quello trattegiato da Manfra. Eppure per la FIGC non è così, considerati i corsi che continuano a sfornare diesse: «Mi chiedo perché facciano i corsi ogni anno, per che cosa se poi si permette a chiunque di fare il direttore sportivo? Ad oggi l'ADISE e l'ADICOSP, di cui sono stato consigliere nazionale, non hanno ancora ottenuto i risultati attesi in merito al riconoscimento, ed alla tutela, nei Dilettanti della figura del direttore sportivo, abilitato dal settore tecnico di Coverciano. La domanda, quindi, viene spontanea: a cosa serve la figura del diesse in serie D o in Eccellenza se lo possono fare tutti? Se il mio contratto non serve a nulla ai fini delle liberatorie e nemmeno posso fare vertenza al club che non mi paga?».
Manfra tocca poi il caso sollevato da NotiziarioCalcio.com: «Ho letto l'intervista all'avvocato di Livio Scuotto. Personalmente non conosco il collega ma voglio fargli arrivare la mia solidarietà e la mia vicinanza. A lui, come a tutti, e ce ne sono tanti, nelle stesse condizioni».
Il direttore snocciola anche numeri: «In serie D c'è solo un 20-30% di presidenti che riconoscono la figura dei direttori sportivi e danno loro il modo di lavorare. Una volta ci si metteva seduti presidente, allenatore e direttore sportivo e si costruiva la squadra. La restante percentuale di presidenti hanno anche nell'organigramma un diesse tanto per riempire la casella, ma poi la squadra la fanno chiamando i procuratori e gli amici degli amici».
Ed anche Manfra inevitabilmente chiosa facendo il confronto con i professionisti: «In serie D non c'è l'obbligo di avere un direttore sportivo abilitato come invece è previsto nei professionisti. Con tutto ciò che ne consegue. Se un diesse esonerato nei professionisti fa una vertenza al club perché non lo pagano, entro due-tre mesi risolve ed in più il club rischia. Nei Dilettanti devi rivolgerti alla giustizia ordinaria e possono passare anche tre anni».
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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