È andato a Luigi Sanchez, tecnico del Real Normanna, il derby speciale in famiglia col fratello Carlo, trainer del Real Forio. Teatro bollente dell'evento, lo stadio "Bisceglia" di Aversa, dove i normanni hanno sconfitto gli isolani 3-2 nella finalissima unica dei play off relativi al girone A di Eccellenza campana (nell'altro raggruppamento è la Battipagliese, vincitrice sul Castel San Giorgio, ad accedere alle fasi finali). Ora i granata attendono la Rossanese, col match di andata in programma proprio al Bisceglia domenica 25 maggio. È innegabile come il raggiungimento dell'ultimo atto regionale di questo campionato rappresenti per i biancoverdi, seguiti ad Aversa da oltre 100 tifosi, un traguardo eccellente, forse inimmaginabile ad inizio stagione. E tra gli artefici di questo piccolo miracolo sportivo c'è certamente il condottiero ad honorem degli isolani, Carlo Sanchez.
"Dispiace aver preso due gol ingenui e anche molto simili, mi riferisco al secondo e al terzo nello sviluppo che ha portato al rigore - le sue considerazioni -. Sul primo gol è mancato un attacco tempestivo al loro portatore di palla. Il nostro difensore sarebbe dovuto uscire un attimo prima, poi la differenza l'ha fatta ovviamente Orefice che è un giocatore che con l'Eccellenza non c'entra nulla. Però ai ragazzi non posso rimproverare niente, debbo solo ringraziarli perché hanno dimostrato di essere un grandissimo gruppo. Per me è stato un onore allenarli e di più davvero non si poteva fare".
𝐑𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐢𝐥 𝐝𝐮𝐛𝐛𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐫𝐢𝐠𝐨𝐫𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐬𝐮𝐥 𝟐-𝟏 𝐩𝐞𝐫 𝐢 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐚𝐭𝐚. 𝐏𝐨𝐭𝐞𝐯𝐚 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐡𝐚𝐧𝐜𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐢𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐝𝐢𝐬𝐜𝐮𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞.
"Sul colpo di testa di Pelliccia, Sequino si è bloccato quasi temendo gli venisse fischiato il rigore contro. Secondo me c'era, ma accettiamo la decisione dell'arbitro".
𝐈𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐨?
"Lo dico con la massima umiltà: penso di essere in credito col mondo del calcio. E non parlo delle mie competenze, quelle le devono giudicare gli altri. Ma lo rivendico per la persona che sono e per i valori umani che mi hanno sempre guidato. Oggi però il mondo del calcio va così, si basa più sulle relazioni che sulla meritocrazia. Eppure, in questo sistema discutibile, ci sono persone come il presidente del Real Forio, Luigi Amato, che danno la possibilità di lavorare a 360 gradi. Io ho avuto questa chance e lo ringrazio. Non sono uno che scavalca gli altri, ma ho bisogno di gestire tante dinamiche, non solo di campo, affinché tutto funzioni al meglio. Ringrazio anche Vito Manna, Nicola Pisani, Antonio Milanese, Ciro Verde, Raffaele il magazziniere, Antonio Boria, Pesciolino, Pesce, Attilio, mister Volo, Francesco Chiaese e tanti altri. Oltre naturalmente al mio staff. Mi hanno dato tutti la possibilità di crescere come uomo e come allenatore, e ho colto questa opportunità. Io a Forio, e col presidente Amato, sto benissimo ma devo confessare che questo girone in alcuni frangenti mi ha letteralmente disgustato. Ecco perché non vorrei più fare questa categoria. Solo ad Aversa ho respirato aria pura e mi sono riconciliato con questo ambiente, altrove infestato da troppi piccoli uomini senza valori e attaccati solo ai soldi. Persone senza competenze e rispetto per gli altri. Gente con cui non andrei a prendere nemmeno un caffé". 𝕱𝖔𝖙𝖔 𝕹𝖆𝖓𝖉𝖔 𝕬𝖛𝖆𝖑𝖑𝖔𝖓𝖊
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