Luca D'Angelo, tecnico dello Spezia, ha approfittato della sosta del campionato di Serie B per concedere una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio, analizzando il suo metodo di lavoro, la filosofia del club e, in particolare, i giovani talenti che ha saputo lanciare. Le sue parole, profonde e schiette, offrono una visione chiara e dettagliata di come si costruisce una squadra vincente, partendo dal vivaio e dalla mentalità dei singoli.

Il tecnico abruzzese ha iniziato il suo discorso parlando di Mascardi, il giovane portiere che si è guadagnato un posto da titolare. D'Angelo ha rivelato che il talento del ragazzo era già evidente la scorsa stagione, nonostante il poco spazio. Ha elogiato il lavoro del settore giovanile e ha sottolineato che la scelta di schierare un giovane non è mai casuale.

"Non mettiamo un portiere giovane guardando alla carta d’identità, lo mettiamo perché pensiamo che possa parare bene," ha affermato, riconoscendo che Mascardi attraverserà momenti difficili, come già successo a Bertola, un altro prodotto del vivaio che, dopo una difficile esperienza in Serie D, ha dimostrato di avere le qualità per la Serie B. La crescita di questi ragazzi, ha ribadito D'Angelo, rafforza la convinzione del club che si debba attingere dal proprio vivaio, ma senza forzature. "Noi li mettiamo in campo perché sono forti, non tanto per dire che li abbiamo lanciati," ha chiosato.

Per D'Angelo, la crescita passa attraverso un lavoro meticoloso e quotidiano. La società, ha spiegato, ha un ruolo cruciale nel proteggere e tranquillizzare i giovani nei momenti di difficoltà, e la piazza dello Spezia, pur essendo "pesante," ha un grande "senso di protezione" verso i ragazzi che devono sbocciare. La filosofia del tecnico è semplice e diretta: l'età non è un fattore rilevante.

"Non ci faccio caso neanche io, per me l’età non è un dato interessante," ha detto, spiegando che ciò che conta è l'attitudine e la voglia di migliorare. La crescita dei giovani, ha aggiunto, dipende anche dagli "esperti" che devono essere modelli di comportamento, capaci di accettare e correggere gli errori, sia sportivi che comportamentali.

La discussione si è poi focalizzata su due talenti che sono diventati realtà sotto la sua gestione: i fratelli Esposito. D'Angelo ha speso parole di grande ammirazione per Pio, nonostante le difficoltà iniziali. "Onestamente si vedeva a occhio nudo che era un calciatore di grandissima prospettiva," ha dichiarato il mister. Ha svelato che il ragazzo ha segnato solo un gol con lui, ma è stato quello decisivo per la salvezza.

Per l'allenatore, infatti, in un attaccante conta la prestazione totale, e Pio ha sempre dimostrato di essere un giocatore "completo" che aiuta la squadra in ogni fase del gioco. Ha anche raccontato un aneddoto curioso sul loro rapporto, fatto di "scontri" dovuti alla voglia di Pio di non fermarsi mai, nonostante i problemi fisici. "Sei l’unico che non posso minacciare fisicamente qui, quindi ascoltami!," ha detto D'Angelo, in tono scherzoso, ma rivelando la grande forza fisica del suo attaccante.

Per quanto riguarda Salvatore Esposito, D'Angelo lo ha definito "un calciatore evoluto" a livello tecnico, con numeri da Serie A. Ha svelato che il centrocampista è il giocatore di Serie B che ha toccato più palloni, escludendo i portieri, a riprova della sua centralità nel gioco. Ha anche difeso il suo carattere, definendolo "serio" e con una grande personalità, una qualità che gli permette di confrontarsi e non accettare passivamente ogni cosa.

D'Angelo ha poi parlato dei nuovi arrivi, come Comotto, ammettendo di aver sbagliato la valutazione iniziale sulla sua prontezza fisica, e Vlahović, che ha definito meno appariscente ma essenziale. Infine, ha concluso con Fellipe Jack, un centrale mancino che andrà a rafforzare il reparto difensivo, definendolo "uno dei giovani più importanti del nostro Paese."

Sezione: Serie B / Data: Sab 06 settembre 2025 alle 08:15
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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