Il Calcio Foggia 1920 s.r.l. ha ricevuto una penalizzazione di tre punti in classifica per il prossimo campionato di Serie C 2025-26, a seguito del mancato pagamento di stipendi, contributi previdenziali e fiscalità relativi al periodo successivo a marzo 2025. La decisione è stata comunicata oggi dal Tribunale Federale della FIGC, che ha anche inflitto una squalifica di sei mesi al legale rappresentante della società, il dottor Michele Bitetto.

La vicenda assume contorni particolarmente complessi per le circostanze che hanno caratterizzato i ritardati pagamenti. Durante l'udienza odierna, l'Amministratore giudiziario prof. avv. Vincenzo Vito Chionna ha presentato documenti autorizzati dal Tribunale di Bari Sezione Misure di Prevenzione, tra cui la Proposta di Richiesta di Misura di Prevenzione elaborata congiuntamente dalla Procura Nazionale Antimafia, dalla Procura della Repubblica di Bari e dalla Questura di Foggia.

Le intimidazioni e l'intervento dello Stato

Secondo quanto emerso nell'udienza, la società sarebbe stata vittima di intimidazioni criminali sistematiche finalizzate a costringere la proprietà alla cessione del club a soggetti graditi agli estorsori. Tali pressioni, inizialmente coperte dal segreto istruttorio derivante dalle indagini avviate dalle denunce presentate dalla stessa società pugliese, avrebbero rappresentato la causa dei ritardi nei pagamenti.

L'intervento delle autorità si è concretizzato il 19 maggio 2025 con un'operazione che ha portato all'arresto di quattro persone accusate di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, all'emissione di 52 DASPO e all'istituzione dell'amministrazione giudiziaria ex articolo 34 CAM per il Calcio Foggia 1920 s.r.l.

Una decisione "epocale" secondo la Procura Federale

Il Procuratore Federale Aggiunto presente all'udienza ha definito il giudizio "epocale" per essere la prima volta nella storia dei procedimenti federali che viene documentata una "forza maggiore" consistente in intimidazioni criminali non occasionali finalizzate al condizionamento della gestione societaria e della proprietà.

In una svolta senza precedenti, lo stesso Procuratore Federale Aggiunto ha condiviso le argomentazioni della difesa e dell'Amministrazione giudiziaria, richiedendo per la prima volta nella storia dei procedimenti federali per mancato pagamento il proscioglimento della società e dei suoi dirigenti, riconoscendone la buona fede.

I pagamenti regolarizzati dopo gli arresti

La buona fede della società è stata riconosciuta sulla base di diversi elementi: tutti gli arretrati sono stati saldati immediatamente dopo gli arresti del 19 maggio 2025 e la cessazione delle minacce, ed è stata fornita la prova dell'esistenza in cassa dei fondi necessari già prima di tale data.

Inizialmente, la società rischiava una penalizzazione fino a otto punti in classifica, una sanzione che avrebbe compromesso significativamente le prospettive per la prossima stagione sportiva.

La decisione del Tribunale e il ricorso annunciato

Nonostante la richiesta di proscioglimento avanzata dalla Procura Federale, il Tribunale Federale ha optato per una sanzione ridotta ma comunque significativa. La società, assistita dall'avvocato Edoardo Chiacchio, ha già annunciato l'intenzione di presentare ricorso in appello una volta ricevute le motivazioni complete della decisione, che dovranno essere depositate entro dieci giorni.

La difesa ritiene che permangano margini per ottenere il riconoscimento della piena non punibilità della società, considerando che lo stesso organo requirente della Procura Federale aveva inizialmente chiesto il deferimento ma successivamente ha modificato la propria posizione chiedendo il proscioglimento.

L'obiettivo del ricorso sarà quello di stabilire un principio di non punibilità per "forza maggiore" che porti all'annullamento completo di ogni sanzione, facendo leva sul riconoscimento delle intimidazioni criminali come causa esimente.

La vicenda rappresenta un caso giuridico di particolare rilevanza per il calcio italiano, essendo la prima volta che intimidazioni mafiose vengono formalmente riconosciute come fattore di "forza maggiore" in un procedimento federale per inadempimenti economici, anche se non sufficienti per evitare completamente le sanzioni disciplinari.

Sezione: Serie C / Data: Ven 01 agosto 2025 alle 06:45
Autore: Alessandra Galbussera
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