La sconfitta del Perugia contro l'Ascoli ha lasciato l'amaro in bocca, e il tecnico Vincenzo Cangelosi ha analizzato la partita con grande lucidità, riconoscendo i limiti della sua squadra. Il mister ha parlato apertamente delle carenze riscontrate, individuando un problema principalmente di natura psicologica, che una vittoria potrebbe risolvere.
L'analisi del match
Cangelosi ha ammesso che la sua squadra non è riuscita a mantenere il ritmo del primo tempo nella ripresa. «Il primo tempo lo abbiamo fatto come avevamo preparato, ma dobbiamo evidentemente aggiustare la gestione dei tanti palloni che conquistiamo. Abbiamo marcato uomo a uomo dappertutto per non farli giocare, ma se poi rubi palla e la regali quasi subito devi ricominciare a lavorare sulla pressione». Il tecnico ha riconosciuto che i cambi sono stati dettati da questioni fisiche e ha sottolineato come il rigore, sebbene casuale, abbia sbloccato la partita a livello mentale.
L'importanza di una vittoria
Per il tecnico, la sconfitta è un problema da affrontare con perseveranza. «Dobbiamo lavorare, non dobbiamo mollare. Oggi ci può stare perdere contro una squadra forte e organizzata. La squadra ha capito cosa deve fare ma non riesce a farlo nella fase offensiva, poi diventa un problema mentale, ma dobbiamo avere la perseveranza di non mollare a prescindere dai moduli per togliere i difetti. La ritengo più un problema psicologico. Sono cose alienabili quando arriva una vittoria, quella ti fa scattare dentro qualcosa di diverso».
Cangelosi ha poi affrontato un tema che si porta dietro da tempo: la lentezza della squadra. «Anche per caratteristiche, quando sono arrivato la prima cosa su cui ho lavorato è farli giocare nello spazio a fronte del difetto cronico che siamo lenti e giochiamo sempre la palla sui piedi. Si buttano poco negli spazi, da febbraio sto cercando di cambiare questa cosa». Il mister ha fatto l'esempio di Kanoute, che da centravanti si muove più liberamente, e ha ribadito che il calcio non è uno sport che si può giocare da fermi.
La gestione del gruppo e dei singoli
Riguardo alla sconfitta in casa contro una rivale, Cangelosi ha risposto con grande onestà. «Capisco che era una partita sentita, ma se una squadra si dimostra superiore non c'è nulla di offensivo, si può perdere visto che si sono dimostrati più forti. Poi ragionando sul campanilismo è un altro discorso, io faccio i complimenti all'Ascoli che ha grossa organizzazione».
Il mister ha anche toccato il problema caratteriale. «È un discorso anche psicologico, sullo 0-0 non abbiamo avuto problemi mentali, dopo sì, dopo il gol, ma non vedo tutti questi problemi caratteriali, una squadra che non ha carattere non fa la partita che abbiamo fatto noi per un'ora». Ha citato l'errore di Giunti, definendolo "una cosa che non sta in cielo né in terra", ma ha ribadito la sua volontà di risolvere il problema.
Infine, Cangelosi ha parlato delle scelte tattiche. «Ho cambiato nella ripresa inserendo Matos perché mi serviva un uomo di raccordo. Il problema è quando riconquistiamo la palla. Ma non mi tiro indietro, farò di tutto per cambiare questa cosa. L’unica medicina che conosco è lavorare giorno dopo giorno e migliorare, migliorando le lacune e cercando di fare risultato». Il mister ha confermato l'emergenza in difesa e ha spiegato le scelte di lasciare fuori Calapai e Joselito, per questioni tattiche e di rotazione.
Ora l'attenzione si sposta sul prossimo impegno a Ravenna. «Dobbiamo concentrarci su di noi e pensare a migliorare, non pensiamo se giochiamo col Ravenna, dobbiamo aggiustare cosa non ci riesce, continuare a metterci l'intensità della prima ora di oggi migliorando cosa ci manca, ovvero la costruzione della fase offensiva che è troppo limitata in base a quello che facciamo in settimana».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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