Il calcio marchigiano si prepara a vivere un momento storico. Dopo quasi quattro decenni di attesa, il derby tra Ascoli e Sambenedettese è pronto a tornare protagonista, riaccendendo una rivalità che ha segnato pagine memorabili del football italiano. Una sfida che va ben oltre il semplice risultato sportivo, rappresentando un'occasione di rilancio per l'intera regione.
A delineare la portata dell'evento è stato il presidente dell'Ascoli, Bernardino Passeri, attraverso una riflessione approfondita pubblicata sul sito ufficiale del club bianconero. Le sue parole tracciano un percorso ambizioso, che mira a restituire al derby marchigiano la dignità e il prestigio che merita nel panorama calcistico nazionale.
Una settimana di emozioni contrastanti
La road map verso il grande appuntamento non è stata priva di ostacoli. Passeri non nasconde le difficoltà incontrate: "È stata una settimana intensa, della quale porto ancora gli strascichi emotivi. Purtroppo alcune decisioni, a mio avviso affrontate con superficialità, mi lasciano un senso di delusione che speravo di non dover affrontare così presto".
Il numero uno bianconero evidenzia una problematica più ampia che riguarda la Serie C, categoria in cui entrambe le squadre militano attualmente: "Una decisione che dimostra una profonda distanza degli organi di controllo rispetto alla realtà in cui tutti ci muoviamo, una realtà, la Serie C, giovane e in crescita, nella quale da una parte ci si chiede di calarci, ma con la stessa mano con cui ci feriscono, quasi in contemporanea".
Nonostante le criticità, l'attenzione si concentra sull'obiettivo principale: trasformare il derby in un evento che possa rappresentare al meglio il territorio marchigiano e le sue tradizioni calcistiche.
L'incontro con le istituzioni: sicurezza e spettacolo
Un passaggio cruciale nella preparazione dell'evento è stato rappresentato dall'incontro tenutosi tra i vertici delle due società e le autorità competenti. Passeri, il presidente della Sambenedettese Massi e il questore della Provincia di Ascoli hanno definito le linee guida per garantire che la sfida si svolga nel migliore dei modi.
"L'incontro, al quale ho partecipato nel pomeriggio di ieri insieme al Presidente Massi e al questore della Provincia di Ascoli, ci ha visti concordi e allineati, sposando dei propositi fondamentali, a livello sportivo e a livello sociale per tutto il territorio", ha spiegato il dirigente ascolano.
L'obiettivo condiviso è chiaro: "Il derby Ascoli-Sambenedettese è troppo importante per essere ridotto a motivi di ordine pubblico, a tensioni e scaramucce social". Una visione che punta a elevare la qualità dell'evento, trasformandolo in una festa del calcio piuttosto che in un'occasione di scontro.
L'eredità dei presidenti gentiluomini
Nel tracciare la filosofia che dovrebbe guidare il nuovo corso del derby, Passeri richiama alla memoria figure storiche che hanno saputo dare lustro a questa rivalità: "Con l'appuntamento di ieri abbiamo raccolto un'eredità ancor più importante, quella dei Presidenti gentiluomini, Costantino Rozzi e Ferruccio Zoboletti, gli ultimi ad aver vissuto le emozioni del derby in prima persona e ad aver lavorato congiuntamente, a lungo, per offrire spettacolo in campo e fuori, promuovendo un clima sportivo di distensione".
Il riferimento a Rozzi e Zoboletti non è casuale: i due presidenti rappresentano un'epoca in cui il derby marchigiano sapeva coniugare intensità agonistica e rispetto reciproco, creando uno spettacolo che andava ben oltre i novanta minuti di gioco.
Il confronto con i grandi derby italiani
La sfida tra Ascoli e Sambenedettese viene collocata dal presidente bianconero in un contesto di assoluto prestigio. "Nel panorama nazionale ci sono alcuni derby 'nobili', universalmente riconosciuti, come il derby di Roma, quello della Madonnina e quello della Lanterna, per citare i più affascinanti, ma gli stessi giocatori e allenatori che hanno disputato le sopracitate stracittadine non perdono occasione per riconoscere l'importanza e il peso che Ascoli-Samb ha acquisito nel tempo, a cominciare dal nostro compianto Mazzone e la sua famosa frase".
Il richiamo al compianto Carletto Mazzone e alle sue celebri dichiarazioni sul derby marchigiano sottolinea come questa rivalità abbia conquistato rispetto e riconoscimento anche da parte di chi ha vissuto le più grandi sfide del calcio italiano.
Una visione per il futuro
L'approccio di Passeri guarda oltre il presente, immaginando un percorso di crescita che possa riportare entrambe le squadre nelle categorie superiori: "Oggi ci troviamo di fronte a un'opportunità che non si presentava da quasi quarant'anni, non possiamo, né vogliamo, arrenderci alla comodità di girare la testa per evitare problemi, vogliamo lavorare affinché le Marche abbiano di nuovo un appuntamento calcistico che possa raccogliere la curiosità, l'ammirazione e l'attenzione da parte di tutto l'universo calcistico".
L'ambizione è quella di creare "un appuntamento di passione e calore che ha pochi rivali nel mondo e che potrà essere di nuovo annoverato tra gli incontri calcistici più 'caldi' del calendario internazionale".
La collaborazione istituzionale
Il coinvolgimento delle istituzioni rappresenta un elemento fondamentale nella strategia delineata per il rilancio del derby. "Il questore, il Presidente della Samb, io stesso stiamo tracciando la strada per rendere giustizia alla storia, ma soprattutto al futuro di questa sfida e della regione stessa", ha dichiarato Passeri, evidenziando come la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti sia essenziale per il successo dell'iniziativa.
Il coinvolgimento dei tifosi
Un passaggio cruciale della riflessione riguarda il ruolo che dovranno avere i sostenitori delle due squadre: "Credo fortemente che tutti debbano remare nella stessa direzione, ogni tifoso deve essere parte dell'evento con la speranza di primeggiare coi ragazzi in campo e nello spettacolo sugli spalti, lasciando alle spalle tutte le scorie di un passato lontano, che appartiene solo ai ricordi dei più grandi".
L'appello è a costruire una nuova narrazione del derby, libera dai condizionamenti del passato: "È tempo di creare nuovi ricordi, memorie alle quali tutti devono poter partecipare, nel proprio stadio di casa e, ancor di più, in quello avversario".
Prospettive di crescita
Il presidente dell'Ascoli conclude la sua riflessione guardando al domani, con l'auspicio che il derby possa presto tornare a essere protagonista nelle categorie superiori: "Con l'ambizione che tutto questo possa essere riproposto, nel giro di poche stagioni, nelle categorie più alte del nostro calcio, in contesti decisamente più consoni al blasone di una sfida del genere".
Una visione ambiziosa che vede nel derby non solo un momento di festa per il presente, ma soprattutto un trampolino di lancio per il futuro del calcio marchigiano, capace di riconquistare spazio e visibilità nel panorama nazionale.
Il ritorno del derby Ascoli-Sambenedettese rappresenta quindi molto più di una semplice partita di calcio: è l'occasione per dimostrare che alcune rivalità storiche possono rinascere, evolversi e adattarsi ai tempi moderni, mantenendo intatto il loro fascino e la loro capacità di emozionare.
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