Una nuova intimidazione ha colpito Giovanni Di Mauro, presidente della Società Sportiva Dilettantistica città di Acireale 1946. Questa volta il bersaglio dell'azione vandalica è stata la sua sede di lavoro, imbrattata con adesivi durante le ore notturne. L'episodio rappresenta l'ultimo capitolo di una lunga serie di attacchi che da oltre un anno e mezzo prendono di mira il massimo dirigente del club siciliano.
La società granata ha diffuso un comunicato in cui esprime profondo rammarico per quanto accaduto, sottolineando come si tratti dell'ennesimo fatto grave che coinvolge la figura del presidente. Stavolta, però, la dirigenza ha scelto di dare ampia visibilità all'accaduto, pur precisando che episodi simili si erano già verificati in passato senza essere resi pubblici.
Secondo quanto emerso dalla ricostruzione dei fatti, l'azione vandalica si è consumata nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi. Le telecamere di sicurezza installate presso il luogo di lavoro di Di Mauro hanno immortalato due giovani con il volto coperto da indumenti che ne impedivano il riconoscimento. I due hanno sistematicamente ricoperto l'ingresso pubblico dell'edificio con adesivi recanti la scritta "Di Mauro vattene".
Particolare significativo: dopo aver completato l'azione, uno dei vandali ha fotografato il risultato con un telefono cellulare. Secondo l'interpretazione fornita dalla società calcistica, questa documentazione fotografica sarebbe destinata a dimostrare ai mandanti l'avvenuta esecuzione dell'incarico ricevuto, configurando così una possibile struttura organizzata dietro le intimidazioni.
Il vandalismo notturno si inserisce in un quadro di intimidazioni che dura da circa diciotto mesi. La società sportiva ha tracciato un elenco preoccupante degli attacchi subiti dal presidente: insulti diretti alla sua persona e ai membri della famiglia, azioni intimidatorie sotto la sua abitazione privata e persino aggressioni di natura fisica.
Nel comunicato ufficiale, il club attribuisce la responsabilità di questi episodi a "una frangia di tifosi" che, con il proprio comportamento, starebbe gettando discredito sull'intera tifoseria acese. Una minoranza che, secondo la dirigenza, continua ad agire indisturbata nonostante la gravità e la reiterazione delle azioni.
La tensione attorno alla figura del presidente Di Mauro ha contaminato anche eventi che avrebbero dovuto celebrare lo sport e i suoi valori. Durante la recente partita della nazionale italiana di calcio Under 19, disputata mercoledì scorso allo stadio "Aci e Galatea" di Acireale, un gruppo ristretto di tifosi ha intonato cori offensivi nei confronti del numero uno del club locale.
L'episodio, verificatosi in un contesto che avrebbe dovuto rappresentare una vetrina positiva per la città e per il movimento calcistico giovanile italiano, è stato definito dalla società come una macchia su "quel bell'evento sportivo". La scelta di contestare il presidente anche in un'occasione istituzionale di tale portata evidenzia la determinazione di chi orchestra questa campagna ostile.
Nel proprio comunicato, la Società Sportiva Dilettantistica città di Acireale 1946 esprime amarezza per il silenzio che circonda questi episodi. "Sebbene da circa diciotto mesi episodi del genere tornino a ripetersi, nessuno in città ha mosso un dito contro i responsabili", si legge nella nota ufficiale del club.
La dirigenza manifesta la preoccupazione che chi agisce in questo modo si senta libero di farlo in totale tranquillità, nella convinzione di poter rimanere impunito. Tuttavia, il club esprime la speranza che le autorità competenti intervengano per porre fine a quella che viene definita una "continua persecuzione".
L'appello finale contenuto nel comunicato invoca un intervento deciso "per il bene dello sport e dei suoi valori", nella speranza che venga ripristinato un clima di serenità attorno alla società calcistica e ai suoi dirigenti.
La vicenda solleva interrogativi sul clima che si respira attorno al calcio dilettantistico siciliano e sulle modalità con cui una parte della tifoseria esprime il proprio dissenso verso le scelte dirigenziali. Se la critica sportiva rappresenta un elemento fisiologico del tifo calcistico, il passaggio all'intimidazione personale, al vandalismo e alle aggressioni fisiche configura una deriva pericolosa che mina alla base la possibilità di gestire serenamente una società sportiva.
La scelta di rendere pubblico l'ultimo episodio, dopo mesi in cui fatti simili erano stati gestiti in modo riservato, segnala probabilmente l'esasperazione di una dirigenza che si sente sotto assedio. Resta da vedere se l'attenzione mediatica sull'accaduto e l'eventuale intervento delle forze dell'ordine riusciranno a interrompere questa spirale di ostilità che dura ormai da troppo tempo.
La città di Acireale, con la sua importante tradizione calcistica, si trova ora di fronte alla necessità di prendere una posizione netta rispetto a comportamenti che nulla hanno a che vedere con la passione sportiva e che rischiano di compromettere l'immagine dell'intera comunità.
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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