La sentenza del Tribunale Fallimentare di Messina ha sancito ufficialmente la fine dell'esperienza dell'ACR Messina sotto la gestione di Aad Invest Group e Pietro Sciotto. Come riportato da messinasportiva.it, a seguito del fallimento, l’avvocato Maria Di Renzo, che in precedenza ricopriva il ruolo di commissario giudiziale, è stata nominata nuova curatrice fallimentare. Sebbene non sia stato autorizzato l'esercizio provvisorio immediato, l’unica strada percorribile per salvare il titolo sportivo della squadra sembra essere l’indizione di un'asta pubblica.

Si tratta di un triste deja-vu per la città di Messina, che torna a rivivere una situazione già vista sedici anni fa. Nel marzo del 2009, da una costola del FC Messina, nacque l'ACR Messina 2.0, gestita da Alfredo Di Lullo, Arturo Di Mascio e Marcella Chierichella. Dopo diverse gestioni tormentate e controverse, la storia si ripete. A rendere ancora più difficile la situazione, l'attuale squadra si trova già con una pesante penalizzazione di 10 punti in classifica, a cui potrebbe aggiungersene un'altra.

Tra debiti, stime e tempi stretti

Prima di avviare la procedura di vendita del ramo sportivo, sarà necessario quantificare il valore del bene e stimare i costi per onorare il resto della stagione. Un esperto contabile dovrà definire una base d'asta adeguata, tenendo in considerazione i numerosi creditori che ora sperano di recuperare una parte delle somme dovute. Il piano di rientro prospettato dagli attuali soci, la fiduciaria lussemburghese Aad Invest Group e il socio di minoranza Pietro Sciotto, è ormai decaduto, lasciando i creditori con la sola speranza di recuperare qualcosa dalla vendita.

Il Tribunale non ha ritenuto sufficienti le garanzie fornite dalla Doadi Srls, la società a cui era stata affidata la gestione sportiva, nonostante le proroghe concesse. La curatrice, Maria Di Renzo, dovrà ora avviare una procedura a evidenza pubblica, escludendo trattative private esclusive. I potenziali acquirenti potranno acquisire il club libero dai debiti pregressi, ma dovranno versare l’importo stabilito come base d’asta.

La corsa contro il tempo

La grande incognita rimane legata alle tempistiche e ai costi della procedura di liquidazione. Si stima che possano essere necessari circa due mesi per concludere l’asta. Tuttavia, la curatrice cercherà di accelerare i tempi, dato che i fondi in cassa sarebbero insufficienti per finanziare la prosecuzione dell’attività, a meno di nuove entrate derivanti da sponsor o incassi allo stadio.

Per evitare l’esclusione dal campionato, che comporterebbe la perdita del titolo sportivo e del suo valore residuo, la curatrice potrebbe richiedere al Tribunale l'autorizzazione all'esercizio provvisorio. Questo permetterebbe di mantenere in vita il club in attesa di un acquirente. In questo scenario, non sarà possibile contrarre nuovi debiti. Se le entrate non riusciranno a coprire le uscite, l'interruzione definitiva dell'attività del club e l'esclusione della squadra dal campionato diventeranno una realtà inevitabile.

Sezione: Serie D / Data: Lun 15 settembre 2025 alle 14:50
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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